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Sochi 2014: l’Italia rischia una nuova Vancouver
Le Olimpiadi Invernali di Vancouver 2010 hanno sancito dopo 30 anni l’uscita dell’Italia dalle prime dieci nazioni del medagliere a cinque cerchi, di fatto ponendo fine a tre decenni di successi in cui il Bel Paese ha potuto contare su fuoriclasse assoluti (Alberto Tomba, Deborah Compagnoni, Stefania Belmondo, Manuela Di Centa, Armin Zoeggeler e tanti altri) e culminati con le edizioni memorabili di Lillehammer 1994 (addirittura quarti nel medagliere, miglior risultato di sempre) e Torino 2006 (ben 5 medaglie d’oro).
Da potenza delle discipline invernali, l’Italia a Vancouver si è riscoperta comparsa o poco più. In Canada arrivarono appena 5 medaglie, di cui una sola d’oro (Giuliano Razzoli in slalom), con un mesto sedicesimo posto nel medagliere alle spalle anche di due nazioni emergenti, ma senza grande tradizione come Repubblica Ceca e Polonia. Si pensava alla fisiologica fine di un ciclo. Si sperava, però, che i tanti giovani talenti sparpagliati in diverse discipline avrebbero garantito un ricambio generazionale immediato o quasi. Il problema è che molte delle nostre promesse sono rimaste tali, per svariati motivi.
Ad 11 mesi dai Giochi di Sochi, riesce difficile immaginare un’Italia in grado di incrementare il bilancio di Vancouver, anzi, eguagliarlo rappresenterebbe già un risultato di tutto rispetto.
Analizzando il potenziale dei nostri rappresentanti, le speranze di medaglia non sono poi molte.
Al 70% l’esito della spedizione sul Mar Nero dipenderà dal rendimento di sci alpino e snowboard. In entrambi i casi, tuttavia, a causa del clima mite che caratterizza la rinomata località russa, le gare potrebbero rivelarsi delle vere e proprie lotterie, con la neve che deteriorandosi dopo pochi passaggi potrebbe premiare carneadi o poco più, specialmente nelle discipline veloci (ovvero quelle più favorevoli all’Italia in campo maschile).
E’ bene precisare, inoltre, che nello stesso sci alpino, velocisti a parte (Dominik Paris, per tornare al tema precedente, è uno dei pochi giovani esploso in tutto il suo potenziale), le possibilità attuali di salire sul podio non appaiono così numerose. In campo maschile gli slalomisti attraversano una crisi di fiducia e risultati, mentre in gigante mostri sacri come Hircher, Ligety e Pinturault paiono oggettivamente di un altro pianeta non solo rispetto ai nostri.
Tante le incognite sul settore femminile, reduce da una stagione disastrosa (l’argento iridato della Fanchini non può salvare un bilancio magrissimo): tornerà subito al top Federica Brignone? Lisa Agerer riuscirà a scrollarsi di dosso le paure della Coppa del Mondo? Sofia Goggia avrà un’ascesa prorompente nel circuito maggiore? Tante domande che profumano di speranza, ma che annegano nei dubbi.
Nello snowboard Roland Fischnaller è una garanzia, anche se nei grandi appuntamenti non è mai riuscito a salire sul gradino più alto del podio. Tra PGS e PSL, comunque, una medaglia potrebbe arrivare. L’Italia ha scoperto una predestinata come Michela Moioli nel cross, così come in campo maschile può contare su una delle migliori squadre in assoluto. Tra contatti e cadute, tuttavia, stiamo parlando di una delle gare più soggette all’imponderabile.
Le certezze, se così vogliamo chiamarle, contemplano anche Carolina Kostner nel pattinaggio artistico, chiamata all’ultima grande impresa della carriera e ad aggiungere alla bacheca l’ultimo alloro mancante. La concorrenza delle asiatiche Nam e Asada e, soprattutto, delle emergenti russe Elizaveta Tuktamysheva e Adelina Sotnikova (negli sport da giuria è risaputo quanto incida il fattore campo…) potrebbe rendere estremamente complessa la scalata all’Olimpo dell’altoatesina.
Anche nello slittino la medaglia è tutt’altro che scontata. Armin Zoeggeler proverà a chiudere una carriera leggendaria con il sesto alloro a cinque cerchi. La pista di Sochi, ricca di atipici saliscendi e nel complesso piuttosto impegnativa dal punto di vista tecnico, si addice alle caratteristiche del Cannibale e del giovane Dominik Fischnaller. Negli ultimi anni, tuttavia, i materiali degli azzurri non funzionano con le alte temperature, mentre si rivelano altamente performanti con il freddo. In quella zona della Russia, però, sono ben maggiori le percentuali che faccia calcio…Nel team-event, poi, l’Italia paga un dazio importante nella frazione del singolo femminile con Sandra Gasparini. Insomma, considerando quasi nulle le chances di skeleton e bob, anche negli sport da budello bisogna prendere in considerazione l’ipotesi delle zero medaglie.
Nella combinata nordica Alessandro Pittin, sulla carta, potrebbe anche ambire alla medaglia d’oro dal trampolino piccolo. Il problema è che il 23enne di Cercivento è reduce da due stagioni sfortunate e dense di infortuni, senza dimenticare la crisi tecnica nel salto da cui, insieme al resto della squadra, non sarà facile uscire nel corso di una sola estate.
Oggettivamente, ad oggi, non siamo da podio neppure nello sci di fondo e nel biathlon, salvo nel caso in cui si presentassero occasioni da sfruttare a seguito di defaillance delle avversarie straniere (come avvenuto agli ultimi Mondiali di biathlon con il bronzo delle staffetta femminile). Discorso sostanzialmente simile per il salto femminile, dove Evelyn Insam ed Elena Runggaldier potrebbero inserirsi nella lotta al vertice in determinate condizioni di vento.
Nello short track, nel complesso, non si può negare che Arianna Fontana abbia vissuto una stagione di calo rispetto a quella precedente. Non sarà facile contrastare una concorrenza asiatica più forte che mai, cui si aggiunge comunque l’esperienza delle canadesi e la freschezza dell’astro nascente britannico Elise Christie. Anche Martina Valcepina non è riuscita a ripetere le prestazioni eccellenti dello scorso anno nella distanza più breve dei 500 metri. Al momento, anche in questa disciplina, l’Italia figura come semplice out-sider.
Nessuna possibilità, infine, nel pattinaggio velocità, alle prese con il difficile “dopo-Fabris”, mentre nel curling le nostre ragazze cercheranno la qualificazione ai Mondiali di Riga che prenderanno il via sabato.
Insomma, pochissime certezze e tanti, troppi dubbi. Se pensavamo di aver toccato il fondo a Vancouver, forse ci eravamo illusi.
federico.militello@olimpiazzurra.com