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Golf, Paratore, campione o meteora? Migliozzi e Zucchetti, il futuro è vostro!

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Lo straordinario trionfo di Francesco Molinari nel 73° Open d’Italia rilancia le ambizioni della squadra azzurra in vista della prossima stagione del golf internazionale, ma un’unica luce non può mascherare un’annata vissuta sempre ai margini dell’élite mondiale per i colori italiani. Il calo di rendimento dei fratelli Molinari (prima dell’exploit di Francesco a Monza) e l’inattesa involuzione di Matteo Manassero, sgonfiatosi proprio quando sembrava sul punto di spiccare il volo, hanno dato vita ad un triennio amaro per il golf azzurro. Nessun italiano figura tra i primi 40 golfisti al mondo (Molinari dopo la vittoria dell’Open è salito in 43a posizione) e l’assenza di atleti azzurri nelle ultime due Ryder Cup rappresenta un importante campanello d’allarme in vista dell’edizione del 2022 che si terrà nella Capitale. Eppure, la nidiata dello stivale può vantare numerosi atleti di belle speranze che possono ambire ad un ruolo di primo piano sul palcoscenico internazionale. Il primo della lista è sicuramente Renato Paratore, classe ’96, vincitore nel 2014 dello Junior Orange Bowl, il più importante torneo al mondo per gli under 18. Paratore ha sofferto di recente il grande salto tra i professionisti e nel circuito dello European Tour raramente è riuscito a realizzare prestazioni di rilievo, ma a soli 19 anni e 9 mesi ha ancora margini di crescita notevoli e dovrà potenziare la tenuta mentale piuttosto che la tecnica se vorrà guadagnarsi un posto tra i migliori al mondo nella disciplina. Di recente, il giovane talento romano ha anche saltato il terzo controllo antidoping in ragione di un mancato aggiornamento dell’applicazione, ma i suoi legali ritengono di disporre di prove schiaccianti per dimostrare la sua innocenza ed evitargli una sanguinosa squalifica. Il golf italiano del futuro, tuttavia, non dipende soltanto da Paratore. Tante giovani leve scalpitano per ritagliarsi uno spazio importante tra i professionisti, a partire da Guido Migliozzi, classe ’97, approdato ai match play nell’ultimo campionato internazionale di Spagna, la Copa S.M. El Rey. Migliozzi ha vinto ben sei titoli italiani consecutivi a partire dal 2011 (pulcini 2011, cadetti 2012- 2013, ragazzi 2012-2013 e dilettanti match play 2014) ed è già a ridosso della top ten europea della sua categoria grazie anche al recente successo nell’86° Portuguese International Amateur Championship. Come lui, anche Federico Zucchetti, classe ’95, è vicino al grande salto nel professionismo. Zucchetti studia management sportivo in Texas e al recente Open d’Italia con un primo giro da sballo ha dato l’impressione di poter insidiare persino la vetta della classifica, prima di sciogliersi come neve al sole nel secondo round. Marco Crespi, Francesco Laporta e Filippo Bergamaschi sono altri giovanissimi atleti che possono dare nuova linfa ad uno sport che può ancora far leva sull’esperienza di un ritrovato Francesco Molinari e sul talento cristallino di Matteo Manassero. Proprio quest’ultimo possiede tutte le carte in regola per diventare il simbolo del movimento golfistico azzurro per i prossimi vent’anni, ma dovrà ritrovare le giuste motivazioni e la sicurezza nei propri mezzi per poter ambire senza mezzi termini ad insidiare nei prossimi anni persino la vetta del ranking mondiale.

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Foto di Valerio Origo

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