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Golf, Ryder Cup 2016: le pagelle. Reed e Pieters i migliori, quanti flop nella squadra europea

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Dopo otto lunghi anni la Ryder Cup è tornata a team Usa, che ha inflitto alla compagine europea la più pesante sconfitta dal lontano 1981 oltre a spezzare la striscia di tre successi consecutivi del Vecchio Continente. Il punteggio finale è stato 17-11, a testimonianza di una gara già fortemente condizionata dalla prima giornata in cui gli uomini di Clarke sono stati subito costretti ad inseguire. Ora è tempo di bilanci, ed infatti andiamo a dare i voti ai protagonisti di questa edizione nello splendido scenario dell’Hazeltine National Golf Club di Chaska.

USA

Brandt Snedeker: 7,5. Ha giocato solo due volte nei match di squadra, tuttavia è riuscito comunque a lasciare la sua impronta grazie all’estrema concretezza. Straordinaria la sua performance di domenica contro Sullivan, durante la quale ha infilato la bellezza di sette birdies.

Patrick Reed: 8,5. Dimostra ancora una volta la straordinaria affinità con questa competizione, dove vanta un bilancio di 6-2-1 e cementa ancora una volta il suo status di leader della compagine americana. Nella sfida individuale riesce anche a domare un Rory Mcllroy in stato di grazia, complice una prestazione ai limiti della perfezione.

Brooks Koepka: 7,5. Non ha minimamente pagato lo scotto dell’esordio in questa competizione formando una coppia inossidabile con Snedeker. Bravissimo anche nell’ultimo singolare in cui ha demolito Danny Willett.

Phil Mickelson: 7,5. Il pareggio di domenica contro Garcia non ha fatto la differenza nel computo totale, ma non si poteva chiedere di più a questo campione, capace di tarpare le ali il venerdì a gente del calibro di Mcllroy e Pieters.

Rickie Fowler: 7,5. Ottimo contributo coronato dal successo nella sfida individuale contro Justin Rose, un esperto di questa manifestazione. Riesce anche a dar manforte a Mickelson nel foursome di venerdì che ha indirizzato la Ryder Cup verso team Usa.

Dustin Johnson: 7,5. Il suo più grande problema è stato quello di dover fronteggiare due volte Mcllroy e Pieters, ma ha comunque giocato un golf solido che ha portato alla causa due punti complessivi.

J. B. Holmes: 7. Ha guidato Ryan Moore al successo del sabato grazie a sette birdies e alla sua incontestabile leadership, arrendendosi soltanto nel singolare ad un Pieters in stato di grazia.

Matt Kuchar: 7. E’ stato capace di infliggere a Pieters l’unica sconfitta del suo weekend nella mattinata del venerdì, peccando di superficialità nella sfida individuale contro Martin Kaymer in cui ha ceduto dopo essersi fatto rimontare 3 up di vantaggio.

Zach Johnson: 7. Il suo contributo è arrivato soprattutto nell’ultima giornata, quando ha portato un altro punto ai suoi grazie alla vittoria netta contro il rookie Matthew Fitzpatrick.

Ryan Moore: 6,5. Non è stato una grande Ryder Cup per Moore, parzialmente riscattata soltanto dal successo della sua squadra. Tradisce le attese nei primi due giorni, si riscatta un pochino nell’ultimo affondando un Lee Westwood semplicemente inguardabile.

Jimmy Walker: 6. Soffre tantissimo le performance di Rafa Cabrera, che non a caso lo sconfigge nettamente anche nella sfida della domenica, dopo avergli già rifilato una lezione mentre era in coppia con Johnson.

Jordan Spieth: 6-. Se gli Usa non avessero vinto la sua sarebbe stata un’insufficienza grave, visto che l’immagine che rimane di lui in questa Ryder Cup è la penalità in cui è incorso per aver scagliato la pallina in acqua.

Davis Love III: 7,5. Dà la giusta carica ai suoi facendo le scelte corrette anche dal punto di vista psicologico, dimostra che gli Usa tengono a questa competizione più di quanto il recente passato avesse suggerito.

Europa

Thomas Pieters: 8,5. Semplicemente fantastico il belga alla prima partecipazione alla Ryder Cup, sopratutto perchè non era facile riprendersi dopo la disfatta subita venerdì. Da lì in poi si è rivelato semplicemente perfetto cogliendo quattro punti, a dimostrazione che nei prossimi anni l’Europa dovrà affidarsi a lui.

Rafael Cabrera-Bello: 8. La rimonta effettuata venerdì contro Reed e Spieth vale da sola buona parte del voto, visto che gli spagnoli erano in ritardo di 4 up a sei buche dal termine. Domenica completa l’opera concludendo a -5 sotto il par contro Walker.

Rory Mcllroy: 8-. Insieme a Pieters rappresenta il futuro del Vecchio Continente, dotato di straordinaria classe oltre che di uno spirito indomito. Peccato per la sfida persa al fotofinish contro Reed, ma non gli si può rimproverare nulla perchè il livello era altissimo.

Henrik Stenson: 7,5. Ha giocato la bellezza di cinque match portando sempre il suo contributo alla causa, da sottolineare anche l’abnegazione che gli ha permessa di infliggere una sonora lezione a Spieth nell’ultima giornata.

Chris Wood: 7. Era al suo esordio nella Ryder Cup nonostante i 28 anni di età e sicuramente non ha sfigurato. Nella sfida individuale ha però dovuto cedere il passo al vincitore degli U.S. Open Johnson, ben più esperto di lui.

Sergio Garcia: 7. Insieme al già citato Cabrera è stato autore forse del momento più emozionante di questa edizione della Ryder Cup. Positiva anche la sua prestazione nell’individuale, dove ha costretto al pareggio l’esperto Mickelson.

Justin Rose: 5,5. E’ la prima delle tante note dolenti europee in questa edizione della Ryder Cup, quasi sempre incapace di azzeccare buoni putt, e di vincere il suo match contro Fowler, il tutto riassunto perfettamente dagli zero birdies realizzati.

Andy Sullivan: 5. Era al suo esordio e si è visto dall’inizio alla fine a differenza di quanto avvenuto per Pieters. E’ riuscito nella non facile impresa di perdere quattro buche consecutive contro Snedeker nel match domenicale.

Matthew Fitzpatrick: 5. Un altro esordiente contro cui sarebbe davvero ingiusto accanirsi considerata anche la giovane età. Lo lasciamo con la promessa che nell’edizione del 2018 potrà portare alla causa molta più esperienza.

Martin Kaymer: 4,5. Ci si aspettava enormemente di più dal tedesco che si è rivelata una delle delusioni più grandi di questa edizione. Già le sue ultime uscite prima della Ryder Cup non erano state grandiose, ma in questo scenario nessuno si attendeva un tonfo del genere. A nulla è servita la rimonta domenicale contro Kuchar.

Danny Willett: 4,5. Orribile anche la sua performance quest’anno, perfettamente esemplificata da quanto avvenuto nella sfida individuale di domenica contro Koepka, in cui è stato capace di perdere sei delle ultime nove buche.

Lee Westwood: 4. In mezzo a così tante delusioni non era semplice scegliere il peggiore tra i peggiori, eppure la palma se l’aggiudica proprio un inguardabile Westwood. E’ apparso davvero fuori luogo l’esperto golfista inglese, e sinceramente dispiace che abbia lasciato questo pessimo ricordo in quella che dovrebbe essere stata la sua ultima Ryder Cup

Darren Clarke: 5. Molte delle sue scelte non hanno sinceramente convinto quest’anno, come ad esempio affidarsi troppo spesso ai veterani oppure commettere il sacrilegio di separare l’inossidabile coppia formata da Cabrera e Garcia. La sua squadra era senza dubbio inferiore, e questa può rappresentare un’attenuante, ma lui non ha contribuito a risollevarla.

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Foto. Profilo Twitter Ryder Cup

 

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