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“Gymnastics Star System”, i 5 punti della FIG per rendere l’artistica più interessante: Personaggi, sponsor, soldi, grandi eventi

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L’altro giorno abbiamo parlato della necessità, da parte della ginnastica, di creare dei personaggi per aumentare l’interessa mediatico che ruota attorno a questa disciplina.

Non erano parole campate per aria ma, oltre alla nostra più personale visione, prendono spunto anche dagli ormai celebri 5 punti dello “Star Gymnasts System” (foto) pensato dai vertici della Federazione Internazionale che settimana scorsa ha eletto il suo prossimo Presidente e tutta la giunta che lo supporterà.

L’obiettivo di fondo è quello di generare sempre più interesse e introiti in questa disciplina che è sì entrata nella Classe A olimpica (insieme ad atletica leggera nuoto) che riempe sì i palazzetti ma che fatica tanto ad attirare l’attenzione del grande pubblico e dei media (come sempre: bisogna meritarsela e se quando la si ha quotidianamente e costantemente si disprezza chi dà spazio allora poi non bisogna recriminare nulla…).

 

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L’equazione della FIG è abbastanza elementare, già perseguita da altre discipline con successo. Bisogna solo avere il coraggio di praticarla anche nel circuito della Polvere di Magnesio e soprattutto avere la forza di ottenere dei risultati, cosa tutt’altro che semplice.

Chiaramente è determinante avere un numero importante di stelle in pedana. Più sono le ginnaste capaci di diventare personaggi, più sono le atlete che entusiasmano sotto il profilo tecnico, più sono le ragazze con delle storie interessanti allora è chiaro che aumenta anche il numero di fan e interessati. Sportivi che hanno “poco da raccontare” non entusiasmano le masse e questo diventa immediatamente un problema.

Più persone seguono uno sport più questo stesso sport diventa interessante per il mercato. Un’azienda investirà più volentieri in una disciplina con ampia visibilità, dove ci sono tanti spettatori che potenzialmente potrebbero essere interessati al suo prodotto/servizio e quindi ad acquistarlo. Nient’altro che pubblicità, ma è quella che fa nascere l’economia.

Tutto per arrivare a un maggior numero di soldi, ricavi, introiti. Questo è il punto cruciale. La ginnastica è uno sport povero, i “money” faticano a circolare. Portando più pubblico e quindi maggior mercato è probabile che arrivino più investitori. Generando una macchina economica importante aumenterebbe anche la qualità degli eventi che porterebbe poi una partecipazione di più stelle per chiudere il circolo virtuoso.

 

Due provocazioni. Se il numero di eventi in un anno è relativamente ridotto come posso fare per fidelizzare il pubblico? Nell’anno olimpico le gare sono praticamente finite ad agosto. Siamo infatti a fine ottobre e le ginnaste sono praticamente sparite dalla circolazione, ad esclusione degli USA dove le Final Five stanno facendo una tour bimestrale (il Kellogg’s Tour in giro per tutto il Paese).

Nelle altre stagioni tutto si concentra attorno ai Mondiali di ottobre, alle nostre latitudini abbiamo la fortuna degli Europei di aprile/maggio, la Coppa del Mondo è boicottata dalle grandi. Sarebbe necessario organizzare qualche evento in più anche se è evidente che l’artistica non si improvvisa, richiede tanto allenamento e sono necessari dei periodi di scarico per ottenere dei picchi prestazionali.

Siamo però sicuri che basta questa ricetta? Il problema del regolamento eccessivamente complesso è molto importante. Risolvendo quello il numero di persone interessate aumenterebbe a dismisura.

 

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