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Sci Alpino

Nazionale femminile: bilancio negativo e giovani speranze

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Una medaglia mondiale, un podio, appena diciassette piazzamenti nella top ten: questo è il magro bilancio della nazionale femminile di sci alpino, al termine di una stagione nera come non accadeva da oltre vent’anni.

La meravigliosa medaglia di Nadia Fanchini ha restituito, in parte, il sorriso, soprattutto considerando le incredibili disavventure patite dal talento di Montecampione, che poi, nelle ultime gare stagionali, si è ben difesa in gigante, dimostrando di poter tornare la Nadia che tutti conoscevamo, competitiva in almeno tre discipline: ma da sola, quella medaglia non può bastare. Nel settore velocità, infatti, non ci sono molte altre gioie. Daniela Merighetti ha conquistato l’unico podio della stagione della nazionale, ma ha sprecato un numero enorme di occasioni, tanto in supergigante quanto in discesa, per eguagliare questo risultato: è il suo modo di sciare, con linee particolarissime, che la induce troppo spesso all’errore. Da Elena Curtoni ci si aspettava oggettivamente qualcosa in più: i progressi fatti in gigante sono evidenti, ma nel “suo” superg ha raccolto molto meno di ciò che sperava, senza dimenticarsi poi del sempre evidente problema in fase di scorrevolezza che la penalizza in moltissime circostanze. Anche Elena Fanchini ha reso meno di quanto ci si sarebbe potuti attendere: legatissima alla sorella, possiamo sperare che la nuova rinascita di Nadia possa trainarla in alto, dove ha dimostrato di saper stare, perché parliamo di un’atleta che, teoricamente, non dovrebbe schiodarsi dalla top ten della discesa libera. Verena Stuffer ha vissuto un’annata in linea con le precedenti: la regolarità è il suo forte, forse non ha l’exploit nelle corde ma si tratta di una garanzia in quanto a punti da portare a casa. Passi indietro, invece, per Francesca Marsaglia, anche lei alle prese con tante difficoltà nelle fasi di scorrimento che l’hanno spesso trascinata oltre la trentesima posizione; irregolare Camilla Borsotti, che alterna prestazioni di buon livello ad altre troppo lontane dalla zona punti. Non bene Enrica Cipriani, che non riesce a sfruttare il posto fisso per fare quel “passo in più” richiesto dalla Coppa del Mondo rispetto alla Coppa Europa: la veronese ha anche la sfortuna di non poter finire la stagione a causa di un infortunio. Alla fine, oltre a Nadia Fanchini, l’unica vera nota positiva del settore velocità è Sofia Goggia, che si è lanciata ai Mondiali senza troppi pensieri e ha ottenuto ottimi risultati: l’anno prossimo sarà finalmente una presenza fissa in  Coppa del Mondo e potrà magari togliersi le prime, grandi soddisfazioni.

Nel settore delle prove tecniche, un grande applauso per Irene Curtoni, miglior rappresentante azzurra in entrambe le discipline nonostante i tanti problemi fisici: per il secondo anno consecutivo ha dimostrato di saper stare regolarmente tra le dieci in gigante e poco più indietro in slalom, anche se con un leggerissimo calo-dovuto a qualche uscita di troppo e agli infortuni-rispetto alla stagione precedente. Non è stata un’annata positiva per le due veterane della squadra di gigante, Manuela Moelgg e Denise Karbon: anche Manuela ha dovuto spesso fare i conti con infortuni e dolori vari, ma tenace com’è non avrà alcuna intenzione di gettare la spugna. Denise ha fatto vedere dei passaggi d’alta scuola, tuttavia spesso ha faticato nel mettere assieme tanti “momenti” positivi; possiamo solo augurarle, inoltre, di riprendersi al più presto dopo il gravissimo infortunio rimediato nell’ultima gara. Lisa Agerer, vincitrice della Coppa Europa 2012, avrebbe voluto fare molto di più: tuttavia, ha faticato davvero tanto nell’adattarsi ai nuovi materiali e in troppe occasioni è sembrata quasi priva della sicurezza necessaria per fare bene, tanto in gigante quanto nelle prove veloci; l’anno prossimo si riscatterà pienamente, ne siamo convinti. Infine, in slalom, se Nicole Gius ha presumibilmente archiviato la carriera senza portare a casa punti, Chiara Costazza e Michela Azzola possono rappresentare note positive: la prima, per aver completato il percorso di risalita da un fastidiosissimo infortunio, tornando stabilmente in zona punti; la seconda, per essersi affacciata nel massimo circuito senza fare troppi calcoli, attaccando sempre a tutta e portando a casa i primi risultati. Michela è giovane, com’è giovane Sofia Goggia, come lo sono anche Lisa Agerer, Elena Curtoni e Francesca Marsaglia: come lo è Federica Brignone, fermata dopo poche gare dalla ciste alla caviglia, ma che ha appena ripreso gli allenamenti, pronta a tornare a brillare. Non perdiamo le speranze, dunque, perché i presupposti per risorgere ci sono tutti.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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