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Emendamento Vezzali: scuola a casa per gli sportivi. Cambierà qualcosa per la ginnastica? Le ragazze tra allenamenti e corsi serali

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Quella che si sta per concludere è stata una settimana estremamente importante per il rapporto tra sport e scuola in Italia. L’accordo tra il Coni e il Miur, infatti, ha reso obbligatorie le 2 ore di educazione fisica nelle scuole primarie (ex elementari). L’intento è quello di sensibilizzare i giovani alla pratica sportiva, di fare appassionare i più piccoli a una determinata disciplina che magari potrebbero esercitare anche fuori dal contesto scolastico.

 

Il cosiddetto emendamento Vezzali (prende il nome dalla Campionessa Valentina, attualmente deputato tra le fila di Scelta Civica) ha invece mosso l’attenzione sulla tutela del diritto allo studio dei giovani che praticano attività agonistica. La rivoluzione è sostanziale: alcuni sportivi potranno svolgere il 25% dell’orario studiando al computer, da qualsiasi località, senza doversi recare a scuola! Questo non varrà però per le verifiche.

Una buona parte del problema delle assenze viene risolto con la possibilità di studiare da autodidatti per un quarto delle lezioni. Sicuramente un passo in avanti notevole che dovrebbe aiutare molti agonisti, ma solo per i migliori 12 delle classifiche nazionali per la propria categoria.

 

Questo emendamento potrebbe comportare qualche cambiamento importante nella ginnastica artistica? Attualmente gli atleti che svolgono attività agonistica frequentano delle scuole private, spesso con corsi serali dopo l’allenamento pomeridiano che per molte rappresenta il secondo di giornata. Un autentico tour de force che comporta sempre molteplici sacrifici per rimanere al passo sia sotto il profilo sportivo sia sotto quello didattico.

La maggior parte delle ginnaste è in età di scuole medie inferiori e superiori. Anni importanti per la formazione e la crescita di una persona. Sembra difficile che possa concretamente cambiare qualcosa per una ginnasta considerando i carichi di lavoro a cui deve sottoporsi ma staremo a vedere nei prossimi anni.

 

(foto Giorgia Urbani)

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