Seguici su

Taekwondo

Carlo Molfetta in esclusiva: “Voglio coronare il mio sogno a cinque cerchi”

Pubblicato

il

“Un esempio per i giovani mesagnesi”, queste le parole del presidente del consiglio comunale della cittadina pugliese di Mesagne, che vede in lui un modello come atleta e come persona. Stiamo parlando di Carlo Molfetta, capitano della nazionale italiana di taekwondo e uno dei candidati al podio nella categoria +80kg ai Giochi Olimpici londinesi. Il 28enne campione europeo 2010 cercherà l’11 agosto di realizzare un’impresa storica.

Come è andata la preparazione in Corea? C’è stato qualche intoppo?

“Beh la preparazione è andata abbastanza bene, per quanto riguarda gli intoppi, è normale che ci siano specialmente quando si ha il nervosismo per dover affrontare una gara come le Olimpiadi, ma in questi casi bisogna essere più forti di sempre, superarli e andare avanti!”.

Hai modificato qualcosa negli allenamenti o nell’alimentazione visto il cambio di categoria?

“Faccio un tipo di allenamento molto più fisico, sono cresciuto molto sotto questo punto di vista, ma questo comporta anche che mi affatichi prima, per questo ho dovuto modificare insieme al preparatore fisico e il maestro la tipologia di allenamento. Per quanto riguarda invece l’alimentazione è rimasta abbastanza invariata, con l’unica differenza che ho iniziato a integrare gli allenamenti con le proteine e gli amminoacidi”.

La tua carriera è stata segnata da 3 anni (2005-2007) di infortuni alle ginocchia: c’è stato un momento in cui hai pensato di dire basta?

“Quasi ogni giorno in quel periodo, ogni giorno mi chiedevo se fosse il caso continuare, ma devo ringraziare la mia famiglia e la federazione, che mi sono stati vicini, hanno continuato a credere in me, devo molto a loro!”.

Dopo le medaglie europee e mondiali, ti manca quella olimpica per chiudere il cerchio: come stai vivendo questi ultimi giorni prima dell’inizio del grande evento olimpico?

“Sono abbastanza nervoso, ma so anche che posso far bene se riesco a rimanere tranquillo ed esprimere il taekwondo che so fare, quindi speriamo bene, una bella valeriana prima della gara e via…”.

Della tua prima Olimpiade ad Atene che cosa ricordi a parte la sconfitta al primo turno?

“Nulla. Quasi nulla, ho spezzoni di tutto quello che è successo, e spero di dimenticare anche quelli a breve, non ho un gran bel ricordo, ero piccolo e troppo sicuro di me, è stata un’esperienza che mi ha segnato, mi ha fatto male, ma mi ha fatto crescere moltissimo”.

Il livello complessivo della nostra squadra di Taekwondo è sceso rispetto a qualche anno fa. A cosa pensi sia dovuto questo calo?

“Non credo assolutamente che il livello si sia abbassato, anzi… Molte volte si guarda solo il risultato complessivo delle medaglie e si da meno importanza al fatto che mentre prima magari arrivavano 2 medaglie e poi gli altri perdevano malamente subito ora magari arriva una sola medaglia però 6 ragazzi su 8 arrivano ai quarti o quanto meno agli ottavi di finale, che comunque non è un cattivo risultato, anche perché oramai ad esempio ad un Mondiale partecipano più di 200 nazioni, mentre prima i numeri erano decisamente inferiori”.

Come mai a Mesagne è così diffusa questa disciplina?

“C’è un’ottima scuola di Taekwondo a Mesagne, ma soprattutto un ottimo maestro che più che da un punto di vista tecnico forgia l’atleta da un punto di vista caratteriale. La tecnica poi può crescere stando in nazionale”.

È vero che quando eri alle medie firmavi autografi e li regalavi ai tuoi compagni, dicendo che sarebbero valsi molto?

“Ahahaha, si tutto vero… diciamo che ero molto pieno di me e anche molto ambizioso, ho sempre coltivato il sogno olimpico e spero di coronarlo prima di ritirarmi. I sogni sono fatti per essere realizzati, senza questa opportunità la natura non ci inciterebbe a farne!”.

francesco.drago@olimpiazzurra.com

redazione@olimpiazzurra.com

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità