Biathlon
Biathlon, Coppa del Mondo: Fourcade e Dahlmeier sulla stessa lunghezza d’onda. L’Italia riscopre i suoi uomini
La seconda tappa di Coppa del Mondo di biathlon che si è disputata negli scorsi giorni a Pokljuka ha dato importanti indicazioni in vista della lunga corsa alla Sfera di Cristallo che caratterizzerà i prossimi mesi di competizioni.
Martin Fourcade, in campo maschile, sembra già aver ipotecato il sesto titolo consecutivo. In questo avvio di stagione il transalpino è più forte e sicuro che mai, avendo colmato anche le piccole lacune che nel passato lo rendevano quasi umano. Sprint, inseguimento e staffetta vinti in tre giorni di gara da ricordare, con tutti i diretti avversari già staccati in classifica generale e la possibilità di guardare con maggiore tranquillità alle prossime uscite fino ai Mondiali di Hochfilzen. I 4 successi nelle 5 gare individuali parlano chiaro: può perdere solo lui.
Se per ora il suo dominio non sembra trovare rivali all’altezza il giovane norvegese Johannes Bø sta studiando da grande. Malato nell’arco della scorsa settimana è riuscito a gestirsi al meglio portando a casa un secondo e un quarto posto nelle due gare individuali in terra slovena. Quest’anno ancora non ha le carte in regola per insidiare Fourcade, ma già dal prossimo con la maturità dimostrata in queste prime gare, nel confronto con la scorsa stagione, potrebbe dargli filo da torcere. Anton Shipulin, a podio in tutte e tre le competizioni del fine settimana, pare essere la terza forza in campo, molto vicino a Bø. Almeno sulla gara secca può dare fastidio a tutti, ma la tenuta e la costanza sul lungo periodo per lui restano punti deboli.
Passiamo alla squadra italiana, che ha sfoderato un’ottima prova nella staffetta: in particolare Giuseppe Montello e Thomas Bormolini hanno dimostrato che con percentuali adatte possono essere della partita anche ad alti livelli. Lukas Hofer, nelle prossime uscite, è chiamato a dare un segnale importante: l’atleta visto in Slovenia ha palesato uno stato di forma invidiabile e una brillantezza che mancava da tempo. Da sistemare le percentuali al tiro per poi puntate senza mezzi termini alla top 5 e al podio. Ha bisogno di tempo, invece, Dominik Windisch: ancora lontano dal top della condizione, sta evidenziando buone percentuali per le sue caratteristiche che potrebbero tornare utili nella seconda parte di stagione.
Tra le donne Laura Dahlmeier sta impostando un ruolino di marcia simile a quella di Fourcade, anche se la superiorità sul resto della concorrenza non è così accentuata. La tedesca ha trovato sin da subito la forma e in questo momento sembra riuscirle tutto facile, anche nel momento in cui si complica le cose come successo nell’inseguimento di sabato, quando si è fatta riassorbire dal gruppo delle inseguitrici per poi prendersi vittoria e doppietta con la sprint del giorno precedente all’ultimo poligono.
Alle sue spalle c’è equilibrio, con la finlandese Kaisa Mäkäräinen sempre nelle prime posizioni e le francesi Justine Braisaz e Marie Dorin-Habert subito dietro a precedere Gabriela Koukalova nella generale. L‘avversaria più temibile per la giovane tedesca sembra essere Dorin-Habert, che però sta faticando a trovare la continuità necessaria per fare punti con costanza.
La tre giorni alle spalle non è stata facile per la squadra azzurra, in particolare perché Dorothea Wierer, fino ad ora, non è riuscita a offrire le stesse prestazioni dello scorso anno, a parte il podio nell’inseguimento di Östersund. Sugli sci fatica a tenere il ritmo e lo staff tecnico ha addirittura deciso di concederle un turno di riposo nella staffetta, sprofondata in 12esima posizione senza di lei. Federica Sanfilippo e Lisa Vittozzi, rispettivamente nella sprint e nell’inseguimento, hanno mostrato buone cose chiudendo a ridosso delle 20. Discrete anche le prove di Alexia Runggaldier, che però ha bisogno della precisione assoluta al tiro, mentre Nicole Gontier e sopratutto Karin Oberhofer sono lontane dai livelli cui possono ambire.
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gianluca.santo@oasport.it
Foto: Romeo Deganello
