Nuoto
Nuoto: l’amore infinito di Federica Pellegrini per i 200 stile libero ma…
4 vasche nella piscina olimpica ed 8 in quella da 25 metri. Quante emozioni in 12 stagioni di alto livello condite da 51 medaglie internazionali. A Windsor, la chiusura del cerchio: l’oro che mancava e continuava a sfuggire per un motivo o per l’altro è stato inserito in bacheca.
Un amore, dunque, infinito tra Federica Pellegrini ed i 200 stile libero, un legame viscerale nel quale la campionessa di Spinea, nonostante gli anni passino inesorabilmente, trova sempre modo e maniera di ritrovarsi, superare momenti difficili e dire al mondo intero che è sempre lei la migliore.
Gara strana questi 200 metri, connubio ideale di velocità e resistenza in cui le interpretazioni sono diverse: parto fortissimo e poi resisto o gestisco e poi apro le acque? Un dilemma per tutti i nuotatori ma non per lei, la Divina, esperta consumata della seconda opzione. Il modo in cui ha marcato le caviglie della lady di ferro Katinka Hosszu nei primi 100 è degno del miglior Franco Baresi. Tenacia e rabbia trasferite in una bracciata continua sempre in presa, esplosa poi nell’ultima vasca, quella della verità, laddove solo i campioni o le campionesse fanno la differenza.
Ebbene, ancora una volta, Federica ha sbaragliato il campo, stabilendo il personale in tessuto e mandando un chiaro messaggio al mondo che i 200 sono e saranno ancora per qualche tempo la sua distanza. Un rapporto indissolubile con questa specialità che però potrebbe non precluderne un’altra, vale a dire i 100 stile libero.
In Canada, è arrivata la prima finale nella gara regina per Federica, cresciuta a pane e 100 sl all’inizio della sua carriera. Un quinto posto nell’ultimo atto, senza una preparazione specifica e con particolari assai rivedibili, lascierebbe pensare che lo sconfinare verso altri lidi non sia uno sbaglio.
Il record italiano del Settecolli (53″18) e il riscontro citato sono aspetti che l’atleta e l’allenatore Matteo Giunta terranno in grande considerazione. Il progetto ambizioso di arrivare fino a Tokyo 2020 deve contemplare anche l’idea di un cambiamento. I carichi di lavoro intensi per una nuotatrice sempre più vicina alle trenta primavere invita ad alcune riflessioni. Ci sarà dunque un avvicinamento della fuoriclasse a quest’altra distanza?
giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto da Len