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Snowboard
Snowboardcross, Michela Moioli: “Sono più consapevole. Tra le avversarie? Attenzione a Brockhoff”
A soli 21 anni, domani, Michela Moioli affronterà la prima gara di Coppa del Mondo della stagione di snowboardcross come detentrice della Sfera di Cristallo. Talento sbocciato prima delle Olimpiadi di Sochi 2014, che hanno segnato la sua carriera e il suo fisico con un infortunio al ginocchio rimediato nella finale valida per le medaglie, è stata in grado di reagire a questa e a tante altre cadute fino ad issarsi sul tetto del mondo, per quanto riguarda la sua disciplina. Cresciuta ad Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo, è pronta per la nuova stagione invernale: queste le sue parole ad OA Sport.
Lo scorso anno hai vinto la Coppa de Mondo: come ti ha cambiata un successo del genere?
“Mi sento più consapevole. Non sono cambiata, sono sempre la stessa con le mie preoccupazioni e i miei dubbi. Ho più sicurezza e tranquillità ma non sono ancora arrivata a sentirmi completa”.
Come cambia, dopo una stagione così, la percezione che hanno di te le altre persone, sopratutto nei luoghi dove sei cresciuta?
“Il rapporto con le altre persone è diverso. Mi riconoscono di più, mi fanno i complimenti, mi chiedono come vanno gli allenamenti e quando ci sono le gare. C’è più attenzione da parte dei compaesani, mentre mano a mano che mi spingo fuori dalle mie zone mi conoscono in meno, per fortuna“
Avete già avuto il modo di confrontarvi con atlete di altre nazioni prima dell’inizio della Coppa del Mondo di venerdì?
“Purtroppo non ci siamo confrontati con atleti delle altre nazioni, ho visto solo le russe e la Samkova che mi sembrano sempre ad alti livelli. Oltre alle francesi la ragazza da temere di più sarà l’australiana Belle Brockhoff, quando è in giornata è difficile da battere”.
Alle Olimpiadi di Sochi 2014 sei caduta in finale procurandoti un brutto infortunio al ginocchio. Come si passa da quelle difficoltà alla vittoria della Coppa del Mondo in due anni?
“Quando ci si infortuna bisogna porsi dei nuovi obiettivi, gioire delle piccole soddisfazioni e trarre vantaggio dalle sconfitte per arrivare ad un traguardo più grande. Per risalire dal fondo bisogna anche toccarlo e passo dopo passo arrivare dove si vuole”.
Come hai iniziato a praticare le specialità dello snowboardcross?
“Per iniziare a fare cross devi prima essere brava a fare snowboard. Il mio sci club Scalveboarder Team era più indirizzato verso il cross perché c’era tradizione e sono molto contenta di questo. In nazionale siamo 5 ragazze, poi ci sono le giovani. Per iniziare io consiglio di scegliere la disciplina che si preferisce, affidarsi ad uno sci club e trovare una via per inseguire il proprio sogno. C’è sempre un modo per fare quello che si vuole, nello sport come nella vita”.
Come ti trovi con i compagni di squadra, in pista e fuori?
“Il rapporto con i compagni è altalenante, a volte mi trovo bene, in altri momenti è più pesante, sopratutto quando sentiamo il momento delle gare. Siamo più agitati e ci punzecchiamo a vicenda. Durante gli allenamenti cerco sempre di avere davanti un uomo, se qualcuno ‘tira’ anche io riesco ad andare più forte. Se scendo da sola non riesco a dare tutto quello che potrei”.
Spesso vi allenate a Cervinia, dove le strutture consentono di praticare la disciplina anche prima della stagione invernale vera e propria. Quanto è importante avere un punto di riferimento di questo tipo?
“È fondamentale. Siamo una delle poche nazioni che hanno a disposizione delle strutture dove allenarsi. Altri devono prendere un aereo e stare settimane lontani da casa. Noi siamo fortunati perché possiamo sempre tornare a casa dopo 4-5 giorni di allenamento”.
Quali sono gli allenamenti che fate e le caratteristiche atletiche che sviluppate per arrivare pronti alla stagione agonistica?
“Facciamo diversi allenamenti, alleniamo la resistenza mediante l’atletica, poi andiamo in palestra, per sedute di pesi. Io faccio anche crossfit che mi aiuta a lavorare con tutto il corpo per forza e potenza. Poi tutto va messo su neve e mantenuto, non si può smettere con la preparazione fisica anche durante la stagione. Per arrivare alla gara c’è tanto lavoro da fare sia a casa che sulle piste”.
Domani inizierà la Coppa del Mondo: come ti presenterai alle prime gare di Montafon arrivando da campionessa uscente?
“Io vado abbastanza tranquilla. La prima gara so che non va mai come spero, è un modo per rompere il ghiaccio. Vado per divertirmi, stare serena e dare il massimo, poi quel che viene viene. Non voglio darmi degli obiettivi precisi ma quest’anno oltre la Coppa del Mondo ci sono anche i Mondiali e la priorità va data a quelli”.
Quanto è importante secondo te mantenere l’aspetto ludico e del divertimento in una disciplina come lo snowboard magari cimentandosi anche in giornate di neve fresca, per fare un esempio?
“Il divertimento è la prima cosa. Se manca quello manca anche la voglia. È importante fare anche freeride, non solo snowboardcross. Fare solo quello non ti porta a migliorare, sono importante tutte le parti dello snowaboard e facendo anche neve fresca uno si diverte molto di più allenandosi”.
C’è stato un momento in cui hai realizzato di essere veramente forte e in cui ti sei sentita sicura di te stessa?
“Lo capisci quando sai che dando il massimo riesci a vincere. Una sensazione quasi di completezza, senti che il tuo corpo, il fisico e la testa sono forti e nulla può mettersi contro di te. L’ho avuta lo scorso inverno a Veysonnaz o alla preolimpica quando avevo dominato tutte le batterie. È una sensazione bellissima che non capita sempre. In Spagna quando mi sono giocata la Coppa non era così, e sentivo l’agitazione. Sotto questo aspetto devo ancora migliore”.
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gianluca.santo@oasport.it