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Ciclismo, il 2016 di Vincenzo Nibali: dalla conquista del Giro d’Italia alla rovinosa caduta di Rio

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Doveva essere l’anno dei trionfi e invece il 2016 si è rivelato tutt’altro che fortunato. In questa stagione, Vincenzo Nibali si è dovuto accontentare delle vittorie ottenute al Tour of Oman e al Giro d’Italia, mancando però sfortunatamente il bersaglio grosso nella prova olimpica di Rio 2016. In più, ci si è messo anche un Tour de France corso non da protagonista, in supporto al compagno di squadra Fabio Aru e in rifinitura dei Giochi. Ripercorriamo il 2016 di Vincenzo Nibali.

Lo Squalo si presenta ai nastri di partenza della nuova stagione con l’obiettivo di centrare il bottino pieno alla Corsa Rosa e alle Olimpiadi brasiliane. Le sue prime gare sono il Tour de San Luis e il Tour of Oman: in particolare, in quest’ultima breve corsa a tappe, lo Squalo conquista la quarta frazione, aggiudicandosi così anche la classifica generale dell’intera corsa. Arrivano poi le prime gare italiane. Alla Tirreno-Adriatico, la sfortuna inizia a manifestarsi: prima tenta un vano attacco in discesa nella tappa di Pomarance, poi si vede cancellata per neve l’unica tappa con arrivo in salita. Quella Corsa dei Due Mari, Nibali la chiuderà al sesto posto in classifica generale. È solo il preludio ad altre due corse che il messinese non riuscirà a condurre come suo solito: il Giro del Trentino e la Liegi-Bastogne-Liegi.

Arriva però il momento di una delle corse a cui Vincenzo è tra i più attesi: il 6 maggio, dalla località olandese di Apeldoorn, prende il via il Giro d’Italia in cui Nibali riesce a fare capolino nelle prime posizioni della generale soltanto nella 13esima tappa, quella con arrivo a Cividale del Friuli, chiusa al terzo posto, dietro Giovanni Visconti e Mikel Nieve. Giunge poi una cronoscalata (Castelrotto-Alpe di Siusi) corsa sottono e chiusa a oltre 2’ di ritardo dalla vetta ma è soltanto a Risoul (19esima tappa) che Nibali tira fuori e il meglio di sé concludendo la frazione con una bellissima vittoria in solitaria, frutto dell’ottimo lavoro di squadra, con Michele Scarponi e Tanel Kangert completamente a disposizione del loro capitano. Il successivo sesto posto nella tappa di Sant’Anna di Vinadio gli consentono di indossare l’ambita Maglia Rosa, simbolo del primato che porterà il giorno dopo trionfante sul traguardo finale di Torino.

Luglio è il mese del Tour de France, corso in qualità di gregario in favore di Fabio Aru, al debutto assoluto nella Grande Boucle. In terra transalpina, a Nibali viene annunciata la sua presenza a Rio sia nella prova in linea che nella cronometro, decisione dovuta soprattutto al grave infortunio occorso ad Adriano Malori, argento all’ultimo Mondiale di Richmond. Durante la prova olimpica, la sfortuna presenta ancora il conto all’azzurro che mentre si trovava nel gruppo di testa, a 11 km dal traguardo, cade a terra in discesa, su un tratto di strada piuttosto scivoloso e più volte segnalato dai corridori ma a cui, nonostante ciò, non è stata apportata nessuna modifica. Compromessa anche la prova contro il tempo dei giorni successivi, Nibali fa rientro in Italia anzitempo dove viene operato per la frattura della clavicola sinistra.

A livello sportivo, si conclude così un anno decisamente sfortunato per lo Squalo dello Stretto che tuttavia può fregiarsi della conquista del suo secondo Giro d’Italia (dopo quello del 2013) anche se, chiaramente, il sogno della medaglia olimpica sfumato in questo modo non può che lasciare l’amaro in bocca.

giuseppe.bernardi@oasport.it

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Foto: Cometto Boschetti

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