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Dakar 2017, Isidre Esteve: “Quando sono in macchina non penso di essere paraplegico”

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Una storia bellissima quella che ci apprestiamo a raccontarvi riguardante la mitica Dakar 2017, giunta alla sua 38esima edizione. Il protagonista è il pilota iberico Isidre Esteve, specializzatosi nei rally raid e rimasto paralizzato dalla vita in giù, in seguito ad un grave incidente occorsogli nel 2007 durante una gara del campionato all-terrain in Spagna.

Nel 2009, un anno e mezzo dopo aver subito gravi lesioni al midollo spinale Esteve, si è riproposto alla guida di una T1 nella categoria rally più impegnativa per presentarsi nuovamente nella maratona del deserto. I programmi però non sono andati come previsto dal momento che due piaghe da decubito lo hanno costretto a rimanere sdraiato per diversi mesi. Ora, dopo otto anni di sosta per recuperare dalle lesioni fisiche subite e competere di nuovo normalmente, ritorna alla sua grande passione.

Con determinazione e voglia di gareggiare, nonostante le menomazioni, lo vedremo ai nastri di partenza della gara endurance per eccellenza a bordo di una Mitsubishi T1, riservata ai veicoli fuoristrada modificati e preparata dal DKR Racing Service avente un motore diesel, in grado di sviluppare 240 CV. Una vettura dotata, infatti, di un cuscino intelligente, con comandi al volante, che consentiranno all’ex centauro della KTM di  essere parte della sfida: “Il cuscino ci sta permettendo di riprendere il discorso da dove lo avevamo interrotto – ammette il catalano in un’intervista a MarcaDopo quello che è successo nel 2007, sono molto contento di poter continuare a godere di uno sport meraviglioso insieme ai miei colleghi ed amici. Il mondo automobilistico è il più grande esempio di sport”.

Al giornale spagnolo, Esteve ha poi spiegato il funzionamento della sua auto: “Abbiamo ausili tecnologici che ci permettono di gareggiare allo stesso livello degli altri e nella medesima categoria. Quando sono in macchina non esiste alcuna menomazione. Salgo e mi concentro per la speciale, come nulla fosse accaduto. Non penso a cosa sarebbe potuto succedere se l’incidente non fosse accaduto. Al contrario, sono grato che, nonostante tutto, possa essere in una squadra per concorrere nella Dakar con persone che non guardano al fatto che io sia una sedia a rotelle o abbia una lesone del midollo spinale“.

Il target per Isidre è essere competitivi e la fiducia non manca di certo: “Sono molto fiducioso, ma anche prudente. Per essere competitivi bisogna essere regolari. E’ una gara di regolarità e non di velocità. La Dakar deve essere più avventurosa” ha dichiarato andando contro la piega dei tempi moderni più vicina ad una corsa di prestazione. Un’evoluzione che l’ingresso di Marc Coma (ex campione del rally raid) sta frenando in favore di un ritorno al passato: “Quando Coma è entrato in l’organizzazione, sapevamo che la Dakar sarebbe cambiata. Deve essere così, non può essere una gara di sprint ma un’avventura”.

giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto da profilo twitter Isidre Esteve

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