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Un 2016 zavorrato da casi di doping. Il terremoto Russia e tutti i casi che scuotono lo sport

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Erano anni che il doping non saliva prepotentemente alla ribalta delle cronache come è accaduto nel 2016: dallo scorso gennaio, infatti, una serie di vicende di grande importanza hanno sconvolto il mondo dello sport, mostrando sotto una nuova luce il fenomeno del doping e mettendo ancora una volta in mostra i limiti dell’attuale sistema antidoping.

Il pasticcio meldonium. Il primo grande caso dell’anno ha visto il coinvolgimento della tennista russa Maria Sharapova, risultata positiva al meldonium, sostanza appena entrata nell’elenco delle molecole vietate. Ben presto, però, emergerà un numero spropositato di atleti, provenienti soprattutto dall’Europa orientale, che hanno assunto la sostanza per lunghi periodi, tanto da portare la WADA ad una sorta di amnistia, non essendoci i mezzi per determinare se il meldonium era stato assunto prima o dopo l’inizio del 2016.

I re-test di Pechino 2008 e Londra 2012. Nel frattempo, il CIO ha continuato la propria politica di test a posteriori sui campioni prelevati nelle precedenti edizioni olimpiche, portando alla squalifica di diversi medagliati. Lo sport più colpito è il sollevamento pesi, il Paese con più casi è ancora una volta la Russia, seguito da altri Paesi limitrofi come Bielorussia e Kazakistan.

Sospensione per la Russia. I tanti casi doping porteranno la IAAF, il massimo organismo dell’atletica leggera, a sospendere la Russia da ogni competizione internazionale. La federazione di sollevamento pesi (IWF) prenderà provvedimenti simili anche nei confronti di altri Paesi. Alla fine, la Russia verrà salvata da un’esclusione totale dalle Olimpiadi di Rio 2016, ma parteciperà con una delegazione decurtata di tutti gli sportivi che in passato hanno avuto a che fare con il doping.

Il rapporto McLaren: è doping di stato. La posizione della Russia si aggrava ulteriormente con l’uscita delle due parti del rapporto McLaren, il quale parla chiaramente di un’organizzazione capillare che coinvolge anche le massime cariche della politica sportiva russa. La situazione resta ad oggi ancora apertissima, ed il CIO ha annunciato la volontà di effettuare i re-test su tutti gli atleti russi che abbiano preso parte ai Giochi di Londra 2012 e Sochi 2014.

Il caso Schwazer. Nel frattempo, anche l’Italia è a suo modo scossa da un importante caso doping. Si tratta di quello del marciatore Alex Schwazer, fermato poco dopo il suo rientro vincente in gara, dopo aver scontato una squalifica che durava dal 2012. L’altoatesino ed il suo staff proveranno a difendersi fino all’ultimo, ma la loro versione dei fatti non servirà a permettere a Schwazer di partecipare a Rio 2016.

Il Kirghizistan perde la sua medaglia olimpica. Izzat Artykov è, ad oggi, l’unico medagliato di Rio 2016 ad aver perso il podio per una positività. Il kirghizo aveva offerto al suo Paese l’unica medaglia di questa spedizione a cinque cerchi, prima di essere cancellato dalle classifiche e di perdere dunque il suo bronzo.

I big del fondo norvegese positivi. Due casi particolari colpiranno anche la Norvegia, e nello specifico i due dominatori dello sci di fondo mondiale, Martin Johnsrud Sundby e Therese Johaug. Il primo perderà un Tour de Ski ed una Coppa del Mondo, ma si salverà dalla squalifica per via di un chiaro errore del medico della nazionale, che non aveva notificato correttamente l’assunzione di un farmaco antiasmatico. Johaug è invece ancora sotto sospensione provvisoria, e non dovrebbe tornare in gara a breve.

 giulio.chinappi@oasport.it

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