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Dakar 2017, i favoriti delle auto: Stephane Peterhansel pronto ad apporre un altro sigillo, Nasser Al Attiyah a caccia di rivincite con la Toyota
Ci apprestiamo a vivere la Dakar più dura di sempre o, almeno, quella più impegnativa dell’era sudamericana? Secondo Marc Coma, deus ex machina della maratona del deserto e cinque volte vincitore del rally raid più famoso del mondo, sembrerebbe di si. La partenza, programmata per il 2 gennaio non più da Rosario ma Asuncion, capitale del Paraguay (novità assoluta e 29esimo Paese ad ospitare l’evento nella storia), gli oltre 9 mila km di montagne alte 5000 metri, i deserti infernali e le pianure sconfinate, attraversando la Bolivia e l’Argentina, prima dell’El Dorado a Buenos Aires, descrivono un programma in cui il pericolo è dietro l’angolo. L’obiettivo dell’organizzazione, infatti, è proprio quello di restituire grande importanza alla capacità di navigazione piuttosto che alla velocità pura.
In un contesto del genere, saranno i più esperti a partire col favore del pronostico. Tra questi, il primo della lista è il re della Dakar, Stephane Peterhansel, pronto ad apporre un altro sigillo al volante della sua Peugeot, reduce dal rocambolesco successo dell’anno passato. Ben sei i trionfi in carriera del francese e nessuno come lui con le quattro ruote è riuscito a fare meglio (Vatanen si fermò a 4). Da tenere in debito conto che Peterhansel ha scritto il proprio nome nell’albo d’oro della competizione in sei occasioni, anche in sella ad una due ruote, e ciò descrive più di qualunque altra parola la grandezza del driver d’Oltralpe. Un computo complessivo di dodici affermazioni che ha consentito alla Casa del “Leone” di tornare in vetta alla Dakar a distanza di 25 anni. Quest’anno il fenomeno transalpino a bordo della nuova 3008 DKR dovrà guardarsi principalmente dai suoi compagni di squadra. Carlos Sainz, Cyril Despres e Sébastien Loeb sono tutti nomi in grado di lottare per il successo finale potendo disporre di un mezzo estremamente competitivo e di grandi qualità. In particolare, Loeb, esordiente l’anno scorso ed eccezionalmente veloce nella prima parte del rally, sfrutterà l’esperienza dell’anno scorso quando nell’ottava tappa incappò in un pauroso incidente fortunatamente senza conseguenze che però lo tagliò fuori dalla lotta per la vittoria.
A contendere il successo finale al Dream Team Peugeot saranno le Toyota Hilux di Ginel de Vilier, Nani Roma (vittorioso nel 2004) e del principe del deserto Nasser Al Attiyah, già due volte trionfatore della Dakar (2011-2015), e giunto secondo nell’edizione 2016 a bordo però della Mini. Una sfida stimolante per Al Attiyah che vuol aiutare la Casa nipponica a vincere per la prima volta il rally raid con la vettura trionfante nella Cross Country Rally World Cup 2016.
Terza incomoda la Mini del Team X Raid che, orfana dell’asso arabo, punta gran parte delle sue fiches sul finlandese Mikko Hirvonen (giunto quarto all’esordio), oltre che sul “Orly” Terranova, Yazzed Al Rahji e Bruce Menzie, personaggio noto negli Usa per i suoi primati nel salto in lungo in auto.
Guardando in casa Italia sono poche le speranze di poter lottare per le posizioni che contano. Il Bel Paese vedrà al via gli esperti fratelli Dario ed Aldo De Lorenzo su Toyota (31esimi all’edizione 2005), i rookie Gianni Luca Tassi e Massimiliano Catarsi (Ford), Graziano Scandola e Giammarco Fossà (Ford), il veterano Stefano Marrini affiancato da Stefano Rossi sulla Toyota Land Cruiser. Da segnalare anche il ritorno di un’auto italiana in gara, la Panda, la nuova PanDakar di Orobica Raid con a bordo l’equipaggio costituito da Giulio Verzeletti e Antonio Cabini.
“Ci aspetta una Fiesta Fenomenal” ha annunciato Étienne Lavigne, direttore della competizione, durante la conferenza di presentazione tenutasi come da tradizione a Parigi. Che si dia inizio, dunque, alle danze!
giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto da pagina facebook Dakar