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Biathlon, Karin Oberhofer: “Il bronzo è mio e varrebbe quanto uno conquistato a Sochi”

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Il caso doping di stato che ha sconvolto la Russia potrebbe regalare all’Italia una nuova medaglia ed è quella nella sprint di biathlon a Sochi 2014. In quella gara Karin Oberhofer chiuse al quarto posto ed in secondo posizione si classificò Olga Vilukhina, sospettata ora di aver fatto uso di sostanze dopanti e di aver alterato i controlli. Oberhofer che ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera e questi sono alcuni dei passaggi più interessanti presi dal quotidiano in edicola oggi.

Come ha scoperto Karin della possibilità del bronzo: “Un amico mi ha aggiornata sull’inchiesta del Cio, sui 28 russi di Sochi nel mirino, su Vilukhina argento sospettata di aver manipolato le provette e quindi a rischio squalifica”.

Quale è stato il primo pensiero dopo aver appreso la notizia: “Finchè il nuovo podio della sprint di Sochi non è messo nero su bianco non sono felice. La vita è piena di sorprese e non si sa mai cosa può capitarti. Certo se quel bronzo dovesse arrivarmi sarei al settimo cielo”.

Un bronzo che secondo Oberhofer non cambierebbe di valore anche se conquistato anni dopo: “No, non varrebbe un grammo in meno di un bronzo conquistato a Sochi sulla neve olimpica tra poligono e pista di fondo. Io cerco sempre di vedere il lato positivo delle cose e questa sarebbe una bruttissima notizia per lo sport, ma una bellissima notizia per me”.

Oberhofer conferma che anche tra gli atleti la notizia era circolata: “Le voci le sentivamo anche noi, ci sono sempre state, ma è inutile alimentare pettegolezzi finchè non si riaprono le provette. A dire la verità io questa Olga Vilukhina nemmeno me la ricordo. Sotto il berretto e con gli occhialoni i russi sembrano tutti uguali”.

 

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foto di Romeo Deganello

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