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Sci alpino, Mondiali 2017: Italia, qualcosa non ha funzionato. Si salvano solo le gigantiste

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L’Italia ha mestamente archiviato i Campionati Mondiali di sci alpino 2016/2017 con una sola medaglia, quella di bronzo conquistata da Sofia Goggia nello slalom gigante femminile. Un risultato che però non può nascondere le difficoltà che a St. Moritz sono emerse palesemente in contrasto con quelli che erano invece stati i trionfi di Coppa del Mondo.

L’Italia sta infatti vivendo una delle stagioni migliori del nuovo secolo per quanto riguarda il massimo circuito mondiale, ma tutto ciò non è stato concretizzato al momento clou dell’anno sciistico, quello della competizione iridata. Una delusione che fa il paio con quella di due anni fa, quando a Beaver Creek / Vail la squadra italiana tornò a casa addirittura a mani vuote, e che sopratutto preoccupa ad un anno dalle Olimpiadi di Pyeongchang 2018. Il timore, infatti, è quello di un’incapacità di esprimersi al meglio nelle gare da medaglia, dove abbiamo visto che invece austriaci e svizzeri riescono spesso a realizzare le migliori prestazioni della loro carriera.

L’unico settore che si conferma al top è quello del gigante femminile, che del resto si presentava a St. Moritz con quattro atlete salite sul podio in stagione. Malissimo il settore maschile, dove il quarto posto di Dominik Paris in combinata non basta per dimenticare le controprestazioni soprattutto nelle discipline veloci, ed un bilancio complessivo che per il resto conta diversi piazzamenti tra la nona e la decima posizione.

Difficile dare una spiegazione razionale a questa inversione di tendenza rispetto al resto della stagione, ma non può trattarsi di un semplice caso per la seconda volta consecutiva. La stessa federazione, del resto, si era posta come obiettivo la conquista di quattro medaglie, traguardo decisamente disatteso. Non volendo rispolverare il solito luogo comune degli italiani che soffrono la pressione del grande appuntamento più di altri, dobbiamo allora pensare che la squadra azzurra sia arrivata col fiato corto a St. Moritz, dopo aver dato il massimo nei quattro mesi precedenti. In tal caso, la preparazione andrebbe messa in discussione in vista dell’appuntamento olimpico del prossimo anno, ma anche in questo caso dobbiamo mettere in evidenza come ben cinque titoli mondiali (le quattro prove tecniche e la discesa femminile) siano andati ai rispettivi leader di specialità in Coppa del Mondo, a dimostrazione di come sia possibile far bene in entrambe le competizioni. È altrettanto vero, però, che coloro in grado di riuscirvi sono spesso campionissimi del calibro di Marcel Hirscher, Mikaela Shiffrin o Tessa Worley, atleti di un calibro superiore rispetto a quelli di cui dispone attualmente l’Italia, che invece ha un grande bacino di atleti capaci di andare sul podio in condizioni favorevoli ma non sempre costanti.

giulio.chinappi@oasport.it

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Immagine: Pier Colombo

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