Biathlon
BIathlon, Mondiali 2017: Runggaldier salva il medagliere, l’Italia è promossa
Si sono conclusi ieri i Mondiali di biathlon di Hochfilzen 2017: proviamo a tracciare un bilancio dei risultati raggiunti dalla nazionale italiana, che si era presentata in Austria con interessanti ambizioni.
Non possiamo che partire da Alexia Runggaldier, che grazie ad un podio nell’individuale ha mosso lo “zero” nella casella delle medaglie. Perfetta al tiro tra inseguimento, 15 chilometri e mass start ha sfruttato l’occasione giusta per cogliere il risultato più importante, fino ad ora, della carriera. Purtroppo è mancata nella staffetta, dove ha pagato un ritmo sugli sci troppo basso e sopratutto percentuali basse al poligono.
La più attesa della squadra italiana, alla vigilia, era senza dubbio Dorothea Wierer, che però non ha trovato la medaglia. Nelle gare individuali ha sempre commesso uno o due errori di troppo, che non le hanno mai consentito di lottare per le medaglie, entrando tra le migliori 10 solamente nella mass start. L’esperienza, comunque, potrebbe essere importante in vista delle Olimpiadi del prossimo anno, con Dorothea che forse per la prima volta in carriera si era presentata ad un appuntamento così importante con tanta pressione che potrebbe averne influenzato il rendimento.
Bilancio positivo per Lisa Vittozzi e Federica Sanfilippo, in particolare grazie al quarto e quinto posto della sprint, ad un passo dalla medaglia che probabilmente avrebbe cambiato il volto del Mondiale azzurro. La giovane Vittozzi sta proseguendo nel processo di crescita, e pur con alcune difficoltà sta dimostrando di poter valere le prime posizioni. Per Sanfilippo il Mondiale e la stagione della conferma, che la relegano al ruolo di mina vagante e sempre pericolosa quando riesce a trovare alte percentuali al poligono.
Discorso molto diverso in campo maschile. Dominik Windisch è stato con costanza il migliore degli azzurri pur senza trovare l’acuto e la prova perfetta al poligono che avrebbe potuto proiettarlo nelle prime posizioni. Le sue caratteristiche sono quelle di un atleta competitivo sugli sci che però fatica a coprire tutti i bersagli: quando ci riesce si ritrova nelle primissime posizioni e in lotta per il podio, come fatto ad Oberhof.
Sfortunatissimo Lukas Hofer, che dopo un malanno che gli ha impedito di partecipare alle gare di Anterselva è stato anche fermato da una forma di bronchite prima di questa rassegna iridata che avrebbe potuto rappresentare l’occasione del rilancio vista la prima parte di stagione in cui era tornato ad alti livelli. Disastroso nella sprint, non ha preso parte all’inseguimento e poi è tornato alle gare con poca fortuna nell’individuale. Fortunatamente, per la staffetta è riuscito a trovare una buona prestazione. Ma di questo parleremo successivamente.
Possono ritenersi moderatamente soddisfatti Giuseppe Montello e Thomas Bormolini. Il primo sta continuando a crescere, trovando con sempre maggiore costanza prove e piazzamenti interessanti, arrivando anche al miglior risultato della carriera con il 34esimo posto dell’inseguimento. Bormolini in questa stagione sta faticando a trovare la condizione fisica ideale, ma nonostante questo ha messo in mostra delle buone performance.
Applausi agli uomini per la gestione della staffetta: un quinto posto difficile da immaginare alla vigilia e maturato grazie ad una prova quasi perfetta al tiro della squadra azzurra mentre tante altre nazionali hanno faticato a trovare il giusto feeling con i bersagli sbagliando tanto. Chiedere di più a questo quartetto, considerando anche i malanni di Hofer, era difficile: i piazzamenti raccolti rappresentano il livello della squadra in campo internazionale, con il solo Windisch che avrebbe potuto avvicinare la top 10. Gli è mancata la giornata gusta al poligono.
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gianluca.santo@oasport.it