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Sci di fondo

Dal giallo di Pietro Piller Cottrer a quello di Federico Pellegrino. Il valdostano amante dei numeri detta legge a Lahti

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Tutte quelle cuffiette gialle all’arrivo hanno fatto ritornare in mente Pietro Piller Cottrer, la leggenda dello sci di fondo azzurro che nel 2005 conquistò a Oberstdorf l’ultimo titolo individuale maschile per il tricolore. Una cinquantina di tifosi che hanno deciso di prendersi le ferie per seguire a Lahti il loro beniamino Federico Pellegrino.

Metodico, amante dei numeri, un computer che prepara le gare come nessuno, il valdostano non ha tradito le attese andando a prendersi il titolo mondiale della sprint. Sono proprio i numeri a far impressione guardando la carriera di questo 26enne che migliora il secondo posto ottenuto da Cristian Zorzi 16 anni fa sempre a Lahti ed eguaglia Arianna Follis, l’ultima prima di oggi a far risuonare l’Inno di Mameli nella sprint di Liberec 2009.

E così dopo la coppetta di specialità vinta lo scorso anno (primo non scandivano a riuscirci) il poliziotto di Nus realizza un altro capolavoro, centrando come soltanto i più grandi sanno fare, l’obiettivo messo nel mirino a inizio stagione. Nemmeno il quarto posto di pochi giorni fa a Otepaa è riuscito a destabilizzarlo. Le dichiarazioni alla vigilia erano tutte positive, rassicuranti, consapevole di un picco di forma pronto a sopraggiungere al momento giusto.

Da non sottovalutare nemmeno il contesto di gara con il quale Pellegrino ha dovuto fare i conti oggi. Il ragazzo prodigio norvegese Johannes Hoesflot Klaebo, sempre più probabile erede di Petter Northug si è dovuto accontentare del bronzo, il dominatore del Tour de Ski Sergey Ustiugov dell’argento. Il russo conosceva benissimo la condizione dell’italiano, ha impostato un ritmo forsennato sin dalla prima salita mettendo alle corde sia Northug che Finn Haagen Krogh, apparentemente al top della condizione ma costretto ad accontentarsi del legno.

Chi era pronto a ogni evenienza era proprio Pellegrino. Sempre nella sua scia, supportato da ottimi materiali, non ha avuto problemi a sverniciare Ustiugov sul rettilineo finale. Sdraiato sulla neve e con le lacrime agli occhi, Pellegrino ha ricevuto i primi complimenti proprio dal gigante russo. Un epilogo leggendario, pietra miliare della storia dello sci di fondo italiano e mondiale.

francesco.drago@oasport.it

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