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Canoa slalom, Stefanie Horn: “Lavoro con Molmenti per eliminare gli errori di distrazione. Amo l’Italia!”

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ESCLUSIVA OA SPORT – Stefanie Horn è nata a Bottrop, in Westfalia, il 9 gennaio 1991; dopo aver iniziato la sua carriera da canoista tra le fila della nazionale tedesca (vincendo vari titoli giovanili), ha acquisito la cittadinanza italiana ed ha iniziato a gareggiare per il nostro Paese, in seguito al matrimonio con il collega Riccardo De Gennaro. Stefanie ha debuttato in azzurro all’Europeo Senior 2013 di Cracovia, guadagnando una fantastica medaglia d’argento. Argento bissato al Mondiale U23 di Liptosky e nella gara a squadre dell’Europeo di Bourg Saint-Maurice dello stesso anno; ma la medaglia più pesante arriva all’Europeo U23 di Skopje con il titolo continentale 2014. Nella sua personale bacheca, anche due titoli nazionali su due partecipazioni ai Campionati Italiani, nel 2015 è entrata a far parte del corpo sportivo della Marina Militare e l’anno scorso è riuscita a qualificarsi ai Giochi della XXXI Olimpiade nella specialità canoa slalom K1. A Rio ha chiuso ottava, non senza rimpianti… Tuttavia, vita e progetti continuano: andiamo a conoscere pensieri, sogni e ambizioni di Stefanie Horn: in bocca al lupo, nostra connazionale!

Ciao Stefanie. Hai appena concluso un periodo di allenamenti al caldo degli Emirati Arabi: puoi spiegarci il tipo di lavoro svolto? In questa parte di stagione, quali sono le priorità?

“Siamo stati tre settimane negli Emirati Arabi, perché lì si trovano le condizioni climatiche ottimali, poco fuso orario e un canale lungo adatto per gli allenamenti di forza richiesti in questo periodo. Abbiamo allenato la forza e la resistenza, ma anche l’aspetto tecnico e la reattività che è spesso un po’ ridotta nei periodi freddi. Mi sono anche allenata e confrontata con un’atleta inglese ed una slovena, cercando di migliorare la tecnica e la sensibilità acquatica”.

Obiettivi e aspettative nell’anno agonistico 2017.

“Il mio obiettivo principale per la stagione 2017 è raggiungere il podio ai Campionati Europei sul mio canale preferito, a Tacen (Slovenia). Vorrei poi partecipare a tutte le gare di Coppa del Mondo per arrivare nel ranking totale della Coppa entro le prime dieci”.

Uno sguardo al recente passato a Cinque Cerchi: a Rio de Janeiro hai disputato la tua prima Olimpiade, con l’ottavo posto finale. Rimpianti per il risultato ottenuto in Brasile? Come giudichi la tua performance olimpica?

“A Rio ho ottenuto l’ottavo posto nella finale, dopo aver vinto la qualifica… Ho dato il mio meglio, però sono rimasta appena fuori dalla linea che stava facendo ‘pagare’ un bel po’ di tempo a chiunque. La qualifica mi ha dimostrato che le capacità per andare oltre un ottavo posto internazionale esistono, ma anche che devo utilizzare meglio i miei punti di forza. Sono soddisfatta dell’esperienza di Rio e credo che io possa utilizzarla per crescere ed arrivare ai miei obiettivi…”.

Ci hai spesso abituato a manche di altissimo livello tecnico alternate ad errori sanguinosi causa di risultati finali non all’altezza del tuo indiscusso talento. Pensi che la discontinuità sia oggi il tuo tallone d’Achille?

“Dallo scorso mese lavoro con Daniele Molmenti (Campione olimpico a Londra 2012, ndr) e lo psicologo della squadra nazionale per cercare di eliminare gli errori dovuti alla distrazione. Lavorando sui ritmi diversi delle pagaiate andremo alla ricerca del mio ‘ritmo perfetto’, che spesso in passato è stato troppo veloce e mi ha creato problemi sulle combinazioni strette”.

Diventassi più costante nel rendimento, in questi tre anni, pensi di poter volare a Tokyo per puntare a qualcosa di davvero importante…?

“In questi tre anni vorrei imparare ad utilizzare meglio i miei punti di forza (la potenza generale, lo scivolamento della canoa, ecc…); fatto questo, credo di poter fare un bel passo in grado di aprirmi tante porte… Ovviamente, il mio obiettivo massimo è Tokio 2020 migliorando il risultato di Rio!”.

Dal 2013 sei una nostra connazionale, per scelta d’amore… Come si vive da italiana? Ti senti perfettamente integrata nel nostro Paese o talvolta rimpiangi di aver lasciato a 22 anni la tua terra natìa?

“Mi sento ben integrata in Italia. L’Italia mi è sempre piaciuta, così come ho sempre amato imparare nuove lingue. L’italiano è molto diverso dal tedesco, infatti non finisco mai di imparare qualcosa di nuovo! Ho due belle famiglie, sia in Germania sia qui, su cui posso contare: questo è molto importante. Ovviamente, ci sono cose della Germania che mi mancano, ma altrettanto mi manca l’Italia appena vado via per raduni o gare!”.

Se non fossi stata una canoista, avresti praticato…

“Se non fossi stata una canoista sarei stata una mountainbiker o avrei studiato fisioterapia…”.

Hai dei miti/modelli sportivi che segui con ammirazione da sempre?

“Nel mondo della canoa, il mio idolo assoluto è stato Thomas Schmidt, oro Sydney 2000 nel K1 slalom”.

giuseppe.urbano@oasport.it

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Foto: archivio privato Stefanie Horn

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