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È il rugby lo sport più dopato?

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Secondo l’AFLD (Agenzia Francese per la Lotta al Doping), il rugby sarebbe lo sport più colpito dal doping, come affermato dalla direttrice del dipartimento analisi, Françoise Lasne, mentre la sostanza vietata più spesso riscontrata sarebbe la cannabis. Un parere che ha suscitato non poche polemiche, che hanno visto l’intervento del presidente della FFR (Federazione Francese di Rugby), Christian Bagate, e dell’ex giocatore Jean-Pierre Elissalde.

Lo studio

Lo studio ha riguardato gli sport con almeno 400 campioni disponibili nel 2012, vale a dire otto discipline. Considerando tutte le sostanze vietate dalla WADA, l’Agenzia Mondiale Antidoping, il rugby è lo sport che ha la maggior percentuale di casi positivi. Anche escludendo la cannabis, che non è una sostanza capace di migliorare le prestazioni sportive, il rugby resta in testa, davanti ad atletica, triathlon, ciclismo, nuoto, calcio, basket e, infine, pallamano. Gli sport più controllati sono invece il ciclismo e l’atletica, gli unici a superare i 1.000 campioni nel 2012 (ben 1.800 per il ciclismo!).

Il presidente della FFR è sceso in campo in difesa del suo sport, affermando che molti di questi controlli riguardano giocatori poi scagionati, perché avevano assunto sostanze sotto prescrizione medica, mentre si sono verificati diversi casi di irreperibilità. Secondo Christian Bagate, quindi, gli unici casi veramente positivi sono quelli riguardanti la cannabis.

Jean-Pierre Elissalde: “Ho preso due anfetamine

Jean-Pierre Elissalde, ex giocatore ed allenatore, da non confondere con suo figlio Jean-Baptiste, ben più noto, è intervenuto nel dibattito, approfittando della sua attuale posizione di commentatore tecnico in tv: “Penso che in quell’epoca, il doping fosse quello delle anfetamine, negli anni ’70 e ’80. Erano prese da ciclisti, calciatori, e ovviamente giocatori di rugby. Personalmente le ho prese due volte“.

Più duri sono stati i suoi commenti sui giocatori dell’emisfero sud: “Dei giocatori che venivano dall’emisfero sud avevano rendimenti incredibili e, quando arrivavano da noi, erano più bravi al barbecue che in campo!“. Elissalde ha anche criticato la reazione della FFR: “Se fossero così uniti e reattivi nell’organizzare un progetto per il futuro, saremmo campioni del mondo!“.

L’ex allenatore di La Rochelle, Béziers e Bayonne, alla fine ha comunque smorzato la polemica: “Non ho mai visto del doping organizzato, si trattava di pratiche individuali. Oggi il rugby è chiaramente più pulito, ci possono essere dei casi di doping isolati ma vi posso giurare di non aver mai visto assunzioni di sostanze in uno spogliatoio“.

Immagine: rugby1823

giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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