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F1, Mondiale 2017 – L’avvio di stagione difficile della Red Bull. Ma occhio al loro sviluppo…

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I mesi invernali in Formula Uno hanno vissuto in funzione dell’attesa della rivoluzione tecnica delle vetture edizione 2017. Si annunciava ampio margine di manovra per tecnici e ingegneri, con l’obiettivo di mettere in discussione il dominio della Mercedes, che dura ormai dal 2014. Chi si riteneva la maggiore favorita da queste novità era, senza alcun ombra di dubbio, la Red Bull. Motivo? Avere a disposizione il più geniale degli ingegneri applicati alla F1: Adrian Newey. Il britannico, nato nella città anche di William Shakespeare, ha saputo portare ad anni di successi (9 titoli) Williams, McLaren e Red Bull nell’era di Sebastian Vettel. Negli ultimi mesi stava facendo risalire la china anche a Daniel Ricciardo e Max Verstappen che, realisticamente, speravano in un inizio di anno in linea con la fine del 2016, o addirittura migliore.

Nel GP d’Australia, invece, la Scuderia di Milton Keynes ha raccolto le briciole. Ritiro con Ricciardo e quinto posto, senza essere mai protagonista per Verstappen. Certo, nel caso dell’australiano, molto del male se l’è fatto da solo, con una rovinosa uscita di pista nelle qualifiche del sabato che hanno rovinato cambio e retrotreno, ma c’è comunque poco per essere soddisfatti, dato che i distacchi sul giro appaiono ancora notevoli.

La nuova RB13, e lo si era già visto nella otto giorni di test di Barcellona, sta vivendo un inizio di vita un po’ troppo a singhiozzo. La madre di tutte le problematiche sta risultando la questione delle sospensioni anteriori. La FIA ha bocciato la soluzione pensata da Newey e, in pratica, ha costretto il team di ingegneri a trovare una soluzione efficace in breve tempo. Doveva essere il jolly, l’asso nella manica per andare a caccia della Mercedes, e invece si sta rivelando una sorta di boomerang.

L’altra grave criticità per il team guidato da Christian Horner è la fragile Power Unit Renault. Fragile e, anche, poco prestazionale. Tanto che, anche a Melbourne, è rimasta in panchina e, infatti, la Red Bull ha utilizzato la MGU-K della scorsa stagione, per un gap di potenza notevole. Le Scuderie che hanno in dotazione la PU Renault non stanno certo facendo salti di gioia perchè gli intoppi sono tanti e la prestazione non certo al livello di Mercedes o Ferrari. Servirà un salto di qualità anche sotto questo punto di vista per riportare Ricciardo e Verstappen nei piani alti.

In poche parole la Red Bull non sta vivendo l’inizio di stagione che voleva. Lo sa il circus, e lo sanno anche a Milton Keynes. I tifosi, tuttavia, possono essere ancora ottimisti, per due semplici motivi: è passato un solo Gran Premio e lo staff di Newey è il migliore nel recuperare il divario durante il corso dell’anno con gli sviluppi. Come nella passata stagione, ad esempio. Nelle prime quattro gare Daniil Kvyat (iniziò lui nel 2016) e Daniel Ricciardo centrarono un solo podio, proprio con il pilota russo. Da lì in avanti sono arrivate due vittorie (una all’esordio di Verstappen in Spagna e una per l’australiano in Malesia) un totale di 15 podi e secondo posto nel Campionato Costruttori, dopo un sorpasso di slancio sulla Ferrari. Quello che vogliono compiere il team principal Christian Horner e Adrian Newey anche nel 2017. Con la speranza che, in questa occasione, passare davanti alle rosse significhi essere primi, e non più secondi a caccia delle imprendibili Mercedes.

Foto: Twitter Red Bull

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