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Basket, NBA 2017: la stagione da record di Russell Westbrook. È vera gloria?

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Uno dei protagonisti della stagione NBA è senza dubbio Russell Westbrook. Il play degli Oklahoma City Thunder sta accumulando cifre da spavento: nella notte ha realizzato l’ennesima tripla doppia arrivando a 40, solo una dal record assoluto in singola stagione appartenente a Oscar Robertson, e totalizza 31.9 punti di media, 10.6 rimbalzi e 10.4 assist. Il sei volte All-Star è di conseguenza al centro delle discussioni per il titolo di MVP, per il quale è il candidato principale assieme al suo ex compagno di squadra James Harden. Le cifre di Westbrook sono sotto gli occhi di tutti; i numeri hanno la loro importanza nella pallacanestro, dicono molto ma spesso non dicono tutto. Proviamo quindi ad analizzare più nel dettaglio la stagione del numero 0.

È innegabile che un fattore determinante nell’exploit di Westbrook in questa stagione sia stato il divorzio con Kevin Durant. Il sospetto che Russell fosse la vera anima della squadra c’era sempre stato; senza più KD, è potuto diventare anche la guida tecnica dei Thunder. Anche se i minuti giocati sono sostanzialmente rimasti invariati (34.8), è certamente cambiato il suo apporto in campo. Westbrook quest’anno “usa” il 41.9% dei possessi della sua squadra quando è in campo, più del 10% in più rispetto allo scorso anno: un abisso. Per uso si intende i possessi che lo vedono coinvolto con un tiro o una palla persa. Giocando lo stesso numero di minuti ma avendo più tempo la palla in mano appare logico che a cambiare siano le percentuali al tiro.

RW0 in generale tira (e segna) di più rispetto allo scorso anno. La percentuale da tre in particolare è migliorata, conseguenza del cambiamento che sta coinvolgendo il gioco e quindi i giocatori, mentre quella da due è peggiorata. In sostanza, da due punti, tira di più, segna di più ma sbaglia anche di più. Non è tutto oro quel che luccica quindi: la percentuale effettiva al tiro infatti (che tiene cioè conto del diverso peso che ha un tiro da tre rispetto ad uno da due) è calata (47.5% contro il 49% dello scorso anno). È sicuramente il prezzo da pagare con un giocatore del genere, e OKC sembra averlo accettato: dire che Russell sia un giocatore istintivo è un eufemismo, così come lo è dire che questo istinto lo porta spesso ad esagerare. C’è però un rovescio della medaglia in tutto ciò. Westbrook ha le sue responsabilità nel forzare alcuni tiri, ma l’errore deriva spesso dal fatto che, soprattutto vista la sua stagione, la difesa tende a prestare più di un’attenzione al numero 0 di OKC, riducendo di fatto la qualità dei suoi tiri.

Si potrebbe quindi essere portati a pensare che Westbrook giochi “in solitaria”. Niente di più sbagliato. La sua produzione su 100 possessi (punti realizzati e assistiti) è infatti rimasta invariata rispetto allo scorso anno. Semplicemente è cambiata la distribuzione della sua produzione. Ovvero è cambiato l’impatto di Westbrook sulla sua squadra e sui suoi compagni. Nonostante infatti l’assenza di un realizzatore come Durant, il dato che sorprende è che RW0 assiste il 57% dei tiri dei compagni quando è in campo. Lo scorso anno si fermava al 49%. Ha inoltre un +15 di plus/minus e +10 di plus/minus offensivo.

In sostanza, Russell Westbrook potrà non piacere, ma rappresenta l’evoluzione che il gioco sta subendo. Maggiore incidenza del tiro da tre, ritmo elevato, più possessi, ma soprattutto giocatori che sono sempre più atleti. RW0 è l’emblema di questo cambiamento, ed è a tratti innaturale per la sua capacità di tirare e seguire la palla a rimbalzo. La stagione della stella di OKC potrebbe infatti segnare la nascita di una tendenza, non necessariamente positiva, specie per i puristi del gioco. Se è vero che la pallacanestro stia mutando nel corso degli anni e che l’atletismo è un fattore sempre più rilevante, è anche vero che se il playmaker prende molti più rimbalzi del centro, o in generale dei giocatori che solitamente stanziano in area, qualche problema deve esserci, e potrebbe se non altro produrre un “appiattimento” dei ruoli. Solo il tempo ci dirà quali saranno le conseguenze. Questa visione del gioco ha, come tutte le cose, i suoi lati positivi e negativi. Così come Russell Westbrook. Prendere o lasciare. Quello su cui non ci sono dubbi o diversi punti di vista è che RW0 sta riscrivendo i libri di statistica della NBA.

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