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Amstel Gold Race 2017: Philippe Gilbert continua a volare. E ora sogna la doppia tripletta

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Philippe Gilbert, in questo momento, è tra i corridori più forti del gruppo per quanto riguarda le corse di un giorno. Sicuramente, il più spettacolare: un attacco di 100 chilometri per confezionare il primo Giro delle Fiandre della carriera, 40 chilometri in avanscoperta per mettere la firma d’autore sulla quarta Amstel Gold Race. E con la settimana della Ardenne che è appena cominciata, potrebbe allungare la striscia di risultati vincenti.

Sin dalla Dwars Door Vlaanderen il vallone aveva messo in luce una condizione invidiabile, come probabilmente gli mancava dalla magica stagione del 2011. Ora, a 34 anni, sembra tornato sugli stessi livelli, pur con alcune caratteristiche tecniche diverse: senza lo scatto bruciante, scemato con il passare del tempo, è cresciuto sul passo e sulla resistenza, diventando quasi imbattibile nei lunghi testa a testa con gli avversari. Anche per questo, molto probabilmente, ha adattato la sua condotta di gara, senza più aspettare l’ultimo strappo per fare la differenza ma attaccando molto più lontano dal traguardo.

Il grande sogno, per lui, è quello di tornare a vincere la Liegi-Bastogne-Liegi, quarta Classica Monumento della stagione. La condizione è impressionante, sia dal punto di vista fisico che psicologico. La volata contro Michal Kwiatkowski, degno vinto dell’Amstel odierna, è un capolavoro di testa e gambe, conscio sia delle caratteristiche dell’avversario, della condizione del vento sull’arrivo e della possibile strategia adottata dal polacco, che solo un mese fa gli aveva consentito di vincere la Milano-Sanremo contro un certo Peter Sagan, proprio allo sprint. Gilbert non si è lasciato sopraffare dalla scelta dell’alfiere del Team Sky di lanciare una volata a mo’ di catapulta, prendendo spazio per poi lanciarsi a velocità superiore grazie all’effetto sorpresa. Non ha concesso la ruota, costringendolo a lanciare una volata lunga: nonostante quasi 10 metri di svantaggio accumulati nella fase iniziale dello sprint (lunghissimo, di quasi 300 metri) è riuscito a trovare le forze per reagire, prendere la scia e uscire proprio in vista della linea d’arrivo. Semplicemente perfetto.

Freccia Vallone e Liegi, ora non possono che essere il suo obiettivo primario. Vincere la Liegi lo porterebbe al secondo successo stagionale in una Monumento, andando ad eguagliare Eddy Merckx, che nel 1975 riuscì a vincere Fiandre e Liegi, aggiungendo anche l’Amstel Gold Race, che però all’epoca si disputava una settimana prima della corsa fiamminga. Completare questa tripletta oltre 40 anni dopo, conferirebbe al 2017 di Gilbert un’aurea quasi leggendaria. Con questa condizione, per di più, non è peregrina l’idea di pensare al Trittico Perfetto: la Freccia Vallone, con il Muro di Huy nel finale, potrebbe essere l’ostacolo più ostico per questo Gilbert, che però ha dimostrato di saper sovvertire i pronostici anticipando il naturale svolgimento delle gare. Partire molto lontano dal traguardo, mercoledì, potrebbe essere una mossa troppo azzardata, ma fare la differenza sulla Côte de Cherave, un chilometro e 300 metri all’8% di pendenza media, a cinque chilometri dal traguardo gli potrebbe consentire di attaccare gli ultimi 1000 metri con un margine da difendere sul resto del gruppo. Abbiamo già parlato della Liegi, che sarebbe l’autentica ciliegina sulla torta, considerando la sua provenienza geografica. Negli ultimi anni il gruppo è quasi sempre arrivato compatto nel finale, ma pensando all’Amstel, per la quale si pronosticava un arrivo di 50-60 uomini in volata, nulla sembra scontato. Sopratutto quando Re Philippe Gilbert di Vallonia attacca il dorsale sulla maglia tricolore di campione nazionale belga.

Twitter: @Santo_Gianluca

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gianluca.santo@oasport.it

Foto: Valerio Origo

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