Boxe
Vincenzo Mangiacapre: “Posso diventare il re dei superleggeri”
La provincia di Caserta, in particolare con la cittadina di Marcianise, continua a sfornare dei campioni che fanno la fortuna del pugilato italiano. L’ultimo gioiello di un vivaio inesauribile è Vincenzo Mangiacapre, grande talento dei superleggeri (-64 kg) esploso nel corso della passata stagione con due medaglie di bronzo agli Europei ed ai Mondiali. Dotato di un talento cristallino e di una personalità molto forte, il 23enne campano ha la stoffa per costruirsi una grande carriera prima tra i dilettanti ed in seguito tra i professionisti.
Le Olimpiadi di Londra potrebbero rappresentare il trampolino decisivo verso la definitva consacrazione, in un torneo dove nessun avversario appare fuori portata per il nostro rappresentante.
Doppio podio nel 2011 con Europei e Mondiali. Manca una medaglia all’appello: ti senti pronto per vincerla a Londra?
“Sì, mi sento prontissimo, sono due anni che sto lavorando per questa medaglia“.
Dopo gli exploit dello scorso anno, ti senti un pugile migliore? Su quali aspetti tecnici hai lavorato maggiormente in questi mesi?
“Io mi sono sempre sentito forte, solo che dopo il bronzo dello scorso anno ho realizzato di esserlo ancora di più ed ho capito fino a dove posso arrivare con le mie potenzialità. L’allenamento che i maestri ci hanno fatto fare devo dire che è stato molto intenso soprattutto riguardo all’attacco ed alla difesa“.
Pensi di poter diventare il re dei superleggeri?
“Certo che lo penso, ce la metterò tutta per conquistare la medaglia d’oro“.
Quale avversario temi maggiormente nella corsa al podio? Il brasiliano Everton Lopes saprà confermarsi dopo l’oro iridato dello scorso anno?
“Non temo nessun avversario, anzi uno sì in realtà: me stesso. Agli altri atleti in gara non ci penso, né tanto meno al loro palmares: non sarà facile per nessuno battermi“.
Dal 2016 la Federazione Internazionale vorrebbe far partecipare alle Olimpiadi anche i professionisti: cosa ne pensi?
“Io sono favorevole a questa decisione. Penso che sia un’ottima opportunità per i pugili professionisti che possono partecipare alle Olimpiadi senza però lasciare il proprio posto di lavoro”.
Nel tuo futuro c’è il professionismo o fai un pensierino a Rio 2016?
“Sì, dopo il dilettantismo mi piacerebbe entrare nel mondo professionistico anche per non essere troppo monotono e mi servirebbe per aspirare ad altri obiettivi. Magari succederà dopo le Olimpiadi, chi lo sa… Se non dovessi ricevere nessuna proposta nell’ambito del professionismo, mi piacerebbe partecipare anche a Rio 2016“.
Prima Olimpiade in carriera per te: come cerchi di ingannare la grande attesa che senz’altro stai vivendo?
“Devo dire la verità, non sono per niente emozionato, almeno per adesso, ma al contrario sono super rilassato e carico. Non vedo l’ora di combattere“.
Con quale dei tuoi compagni di squadra hai legato maggiormente e chi ti ha dato il contributo più grande sotto il profilo dell’esperienza?
“Ho legato con tutti, tra di noi c’è un rapporto di stima reciproca e di rispetto. Sotto il profilo dell’esperienza devo ringraziare soprattutto il mio collega compaesano e caro amico Clemente Russo, perché ha contribuito a farmi capire gli obiettivi della vita ed è un vero esempio per me, come se fosse un “fratello maggiore” “.
Nell’immediato futuro hai preso in considerazione l’ipotesi di entrare a far parte dei Milano Thunder nelle WSB?
“Certo. Mi piacerebbe tanto entrare partecipare alle WSB, solo che le categorie di peso non me lo consentono. Dovrei fare o i -61 kg, cosa per me difficile perché è già un sacrificio arrivare a 64 kg, oppure i -73, cosa impossibile perché sarebbe troppo stressante raggiungere un simile peso in termini di muscolatura. Quindi se in futuro dovesse saltar fuori una categoria che permetterebbe al mio fisico di entrarne a far parte, perchè no?“.
Quali sono il tuo punto di forza ed il tuo punto debole?
“Sono fiero della forza interiore che possiedo ed anche di quella mentale, mentre il mio punto debole è rappresentato dagli acciacchi fisici che ogni tanto si fanno sentire“.
Come hai iniziato a praticare la boxe e qual è il tuo idolo a cui ti ispiravi da piccolo?
“Sono entrato in palestra a soli 9 anni per pura casualità. Giocavo a calcetto per dimagrire visto che ero molto sovrappeso, ma quando il maestro ha iniziato a mostrarmi i primi pugni e le potenzialità che avevo, subito mi sono innamorato del pugilato. Da allora è entrato a far parte della mia vita e credo che non se ne andrà mai! Non avevo idoli precisi, ma trovo che Muhammad Alì sia il più grande di tutti i tempi”.
Hai mai visto la saga di Rocky? Pensi che film come questi possano ancora dare un contributo importante alla crescita della boxe?
“Rocky è il mio film preferito! Il contributo di questi film può aiutare, ma in maniera relativa. Se ami il pugilato, puoi praticarlo anche senza vedere Rocky, che può contribuire solo a stimolare di più le tue capacità“.
A cosa saresti disposto a rinunciare pur di vincere una medaglia olimpica?
“Voglio vincere una medaglia olimpica…ma senza rinunce!”.
N.B.: l’intervista è stata realizzata il 16 luglio, ovvero il giorno prima del blocco imposto dal Coni.
federico.militello@olimpiazzurra.com