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F1, Mondiale 2017: il segreto gomme per la Ferrari. Con le nuove Pirelli il cambio di marcia

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La Ferrari saluta Sakhir e il Bahrain facendo armi e bagagli in vista del primo GP europeo, a Sochi in Russia, con rinnovata convinzione, conferita dalla seconda vittoria in tre gare firmata Sebastian Vettel. Sono molteplici gli aspetti che fanno ben sperare in quel di Maranello, dal telaio all’aerodinamica, dal motore alla potenza pura. Ce n’è un altro tuttavia, che sta sorprendendo in maniera quasi inaspettata: il comportamento della SF70H con gli pneumatici Pirelli edizione 2017.

Rispetto alla passata stagione, poi, il salto in avanti sotto questo punto di vista è stato letteralmente esponenziale. Le difficoltà riscontate nel 2016 (e non che negli anni precedenti fosse tutto rose e fiori) erano diverse, dall’adattamento con le mescole più dure, al portare in temperatura le gomme, fino al trovare la giusta finestra di utilizzo. Rompicapi di difficile soluzione e che, spesso, non venivano nemmeno risolti. Dall’altra parte, invece, la Mercedes dominava, anche, in questo frangente. Sin dai test di Barcellona, infatti, Lewis Hamilton e Nico Rosberg dimostrarono di avere a disposizione una vettura che viaggiava con le mescole Hard o Medium su ritmi che gli avversari tenevano con le Soft, o che riuscivano a concludere stint lunghissimi senza rovinare, se non leggermente, le proprie gomme e, non ultimo, impiegavano pochi istanti per portarle nel giusto regime di temperatura. Facendo la differenza. Per tre anni.

In pochi mesi tutto, o quasi, è cambiato. Sembra passata una vera e propria era geologica. Nei primi tre GP dell’anno, infatti, abbiamo potuto ammirare una Ferrari che, con le nuove coperture Pirelli, si sposa in maniera pressochè perfetta. Ora è la “Rossa” che dispone dei vantaggi che fino a pochi mesi fa erano dei rivali. Sebastian Vettel lo ha dimostrato in questo primo scorcio di campionato. La nuova vettura è gentile con gli pneumatici e, migliore tra tutto il lotto, sa prolungare gli stint di gara senza subire crolli nei tempi. Come se non bastasse non fa differenza in base alla mescola utilizzata, rispondendo con velocità e costanza con ognuna di esse. Infine, l’atavico tallone d’Achille “il non saperle portare in temperatura”, appare un lontano ricordo.

Miglioramenti che stanno facendo diventare la Ferrari la migliore vettura di questo inizio di campionato e che sono resi possibili da due aspetti. La gomma in sé che, a quanto pare, ha aperto una nuova era rispetto agli ultimi anni, e la struttura e il bilanciamento della SF70H (assieme al passo corto) che la rendono ideale per sfruttare sotto ogni punto di vista questi pneumatici.

La Pirelli, quest’anno, ha fatto un bel regalo alla Ferrari. Involontario, sia ben chiaro, ma di capitale importanza nella F1 di questi anni. Sapere gestire, e sfruttare, le coperture, è il migliore punto di inizio per ogni vettura. Sapersi confermare lungo il corso della stagione fa il resto.

Alessandro.passanti@oasport.it

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