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MotoGp, Mondiale 2017: Valentino Rossi si prende la testa grazie alla regolarità. Boccata d’ossigeno per Marquez, passo falso Vinales. Ducati buio pesto

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Valentino Rossi, grazie al 2° posto di ieri nel Gp delle Americhe, è in testa al Mondiale MotoGp 2017. Obiettivamente, in pochi potevano pensare ad uno scenario simile dopo i test pre-stagionali, in cui il pluricampione del mondo italiano aveva faticato molto a trovare il feeling con la propria moto. Problematica, questa, peraltro confermata nei turni di libere dei primi tre round stagionali, in cui Rossi ha sudato le provebiali sette camicie per trovare una quadra che gli consentisse di ben figurare in gara. Sta di fatto che ad oggi è sempre riuscito a raggiungere tale obiettivo, e grazie ad una costanza di rendimento invidiabile (a podio in tutti gli appuntamenti fin qui disputati, unico a riuscirci) si trova a comandare la classifica generale. Il percorso fin qui messo in mostra da Valentino ricorda molto quello della stagione 2015, in cui si giocò fino all’ultimo il titolo: non il più veloce tra i centauri in griglia, perché Marc Marquez e Maverick Vinales sembrano restare comunque un gradino superiori sotto questo punto di vista, ma capace di non lasciare alcun punto per strada, concretizzando in pieno il potenziale a disposizione in ogni gran premio. Per il momento sta bastando, ma certamente Rossi può e deve migliorare nell’adattamento alla M1, in modo da riuscire a sfruttarne ancora meglio il potenziale velocistico: se ci riuscirà, senza commettere gli errori che hanno inficiato la passata stagione, allora potrà davvero dire la sua anche in ottica iridata.

Per Vinales è arrivato, invece, il primo errore del campionato 2017. Una sbavatura decisamente gratuita, considerato che si era nelle fasi iniziali della gara ed il gruppo di testa ancora compatto. Così come non era il caso di dipingere il 22enne spagnolo come una semi-divinità infallibile prima, non lo è screditarlo o sottoluvarne in valore adesso. Piuttosto, sarà curioso vedere la sua reazione al primo vero intoppo da quando si trova in Yamaha, ma sicuramente il fatto di avere dalla sua una incredibile velocità sulla M1, espressa a larghi tratti anche nel “feudo” di Marquez quale è Austin, è un punto che potrà giocare a suo favore.

Marquez si trova, nonostante la bella vittoria di ieri, nella scomoda posizione di dover inseguire, non avendo già ora particolari margini per potersi permettere ulteriori passaggi a vuoto. Sono infatti rispettivamente 18 e 12 i punti di distacco da Rossi e Vinales: pochi, se pensiamo che siamo solo ad un sesto di Mondiale, ma in grado di dilatarsi in maniera pesante a fronte di un nuovo errore o gara sottotono. Il campione del mondo in carica deve cercare di assestarsi sul rendimento della passata stagione, in cui ha saputo coniugare al meglio velocità e costanza di rendimento a seconda dei casi. Sperando che Honda progredisca nel corso della stagione, tendenza che normalmente la casa nipponica ha saputo evidenziare nel suo recente passato nella categoria, anche in annate che non sono poi culminate con un titolo a fine campionato.

La lotta per il titolo sembra essere un affare tra questi tre. In particolare, a mancare clamorosamente è stata fino ad ora la Ducati, vista nelle posizioni che contano solamente con Andrea Dovizioso, 2° nella gara di apertura in Qatar. Tolta tale effimera gioia, la moto italiana si è assestata su prestazioni anonime, che ricordano sinistramente il periodo buio 2011-2013, laddove sovente la “rossa” era intenta a battagliare con i team satellite di Honda e Yamaha, piuttosto che giocarsela con gli ufficiali delle due case succitate. Quel che rende ancora più negativo il bilancio è che, in teoria, le prime tre piste in calendario avrebbero dovuto essere buone per Ducati, che nell’ultimo biennio aveva fatto incetta di podi o, quantomeno, messo in mostra una competitività di ben altro spessore rispetto a quella attuale. Aver raccolto così poco è un viatico decisamente deludente, sintomatico del fatto che servirà lavorare tanto per tornare ad un livello di competitività accettabile.

Vedremo se l’arrivo in Europa del Mondiale MotoGp, con la prima gara prevista a Jerez il 7 Maggio, potrà dire qualcosa di diverso rispetto a ciò che è emerso fino ad ora. Normalmente, i primi 3/4 gran premi nel Vecchio Continente riescono a fornire un quadro più completo e veritiero dei valori in campo, poiché si va su piste con caratteristiche più canoniche e la case riescono, in maniera maggiormente agevole, a portare i primi aggiornamenti tecnici da utilizzare sulle rispettive moto.

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davide.brufani@oasport.it

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