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Nuoto: Federica Pellegrini, campionessa di perseveranza che sfida se stessa

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E’ sempre così. Federica Pellegrini trova sempre il modo per far parlare di sé. L’intervista rilasciata al settimanale “Chi” sulle sue ambizioni future culminanti nelle Olimpiadi di Tokyo 2020 è l’ennesima conferma di un’atleta che vuol continuare a cimentarsi in vasca per sfidare, prima ancora delle sue avversarie, se stessa.

Ho deciso che parteciperò alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Alla fine ho capito che la sfida è con se stessi e questa scelta l’ho fatta per me: non potevo smettere quello che ho fatto per una vita e finire con un ricordo così, un quarto posto, una medaglia mancata di pochissimo a Rio. Non volevo chiudere la mia carriera così”. 

Quel quarto posto (finale olimpica dei 200 stile libero) Federica non l’ha proprio digerito e se prima del darsi in piscina nell’Olympic Aquatics Stadium l’intenzione era quella di attaccare il costume al chiodo, poco dopo l’obiettivo era chiaro: dimostrare di essere competitiva per un altro quadriennio ed arrivare all’appuntamento nipponico pronta a cogliere un risultato degno delle sue aspettative. 

E’ il bello della campionessa di Spinea, in grado di rialzarsi sempre: dalle disfunzioni ormonali del 2006  o dal dolore per la morte del suo amato allenatore Alberto Castagnetti, senza dimenticare le crisi d’ansia dei mai troppo amati 400 metri. Una ragazza che ha sempre affrontato gli eventi della vita di petto e se alcune delle sue avversarie decidono di smettere (ultima in ordine di tempo Lotte Friis) lei è ancora lì, pronta a guardare ai prossimi impegni, trasformando la rabbia a Cinque Cerchi in benzina per il suo eccezionale motore. Il successo ai Mondiali di vasca corta a Windsor (Canada) è stato un crocevia importante. Mai per lei la competizione iridata nella piscina da 25m era stata degna di grande considerazione ma stavolta il significato era diverso: aveva il sapore della rivincita e quell’1’51″73 (record con il costume in tessuto per la veneta) davanti alla lady di ferro Katinka Hosszu era una manifestazione di vitalità di grande livello.

Quel risultato ha dato ancor più certezze e la motivazione per perseverare nella lotta sulla sua distanza preferita nonostante quel 2004, anno nel quale ad Atene il mondo la scopri (argento olimpico), cominci ad avere delle immagini sbiadite. Ma la Pellegrini è questo: una fuoriclasse di perseveranza a caccia dell’ultimo tassello per il completare il suo puzzle natatorio.

giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto di Diego Gasperoni

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