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Scherma, mondiali giovani: oro e bronzo per la spada

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Ci sono due episodi che hanno segnato indelebilmente la quinta giornata dei mondiali di scherma giovani di Porec, la seconda dedicata alle prove a squadre.
Una rimonta e una protesta capaci di rendere ancora più speciali e gustosi il bronzo e l’oro conquistati da ragazze e ragazzi della spada. Alberta Santuccio e Marco Fichera i due protagonisti.

La prima, nella finale per il terzo posto contro gli Usa, era salita in pedana sotto di cinque stoccate, sul 30-25 per le avversarie, e non si è accontentata di rimontare lo svantaggio iniziale, già piuttosto pesante, ma ha deciso di strafare. Alberta ha messo 20 stoccate in tre minuti, in un’arma come la spada, nella quale è già difficile infilarne 15 in nove. Quindi ne ha subite appena sette dall’americana, andando a chiudere sul 45-37 che è valso la medaglia di bronzo. Un’impresa che, nel suo piccolo, fa la storia della scherma, almeno di quella giovanile, e che, certamente, la spadista siciliana ricorderà per sempre. Così come Alberta custodirà gelosamente il diploma consegnatole per il fair play dimostrato quando, nel corso di un suo assalto, ha ammesso che la sua punta aveva toccato per terra e non sul piede dell’avversaria, togliendosi di fatto una stoccata che l’arbitro le aveva assegnato. Un pregio che, nello sport come nella vita, conta più della medaglia di bronzo condivisa e ottenuta con le compagne Eugenia Falqui, Nicol Foietta, Giorgia Pometti.

Marco Fichera ha invece vivacizzato a modo suo una gara che vedeva la squadra di spada italiana (con Fichera c’erano Andrea Santarelli, Simone Esposito e Gabriele Cimini) nettamente favorita sulle altre nazionali. In finale contro l’Ungheria, Marco si è visto rifilare un cartellino rosso per un fallo di testa ravvisato dal giudice di mano, ha chiesto la moviola, l’arbitro non gliel’ha concessa, e lui ha improvvisato un sit-in di protesta. Quasi a voler smentire chi aveva criticato e minacciato di cartellino nero la squadra per il suo saluto un po’ Harlem Shake e un po’ Anonymous, con tanto di maschera di Guy Fawkes e mitragliatrice (finta) impugnata proprio da Fichera, Marco si è convertito alla resistenza passiva e alla nonviolenza, trasformandosi in una sorta di Gandhi della scherma, dopo aver peraltro sostituito il mitra con un mazzolino di fiori prima della finale. Peccato che l’arbitro non abbia apprezzato l’iniziativa, e abbia rifilato un secondo rosso all’italiano.

A quel punto è partita la protesta ufficiale di tutta le delegazione. La giuria si è riunita, ha riesaminato le immagini e, a quel punto, ha tolto entrambi i rossi a Fichera, che ha ripreso il largo seguito dai suoi compagni di squadra. L’assalto, di fatto, si è chiuso lì, ben prima che il punteggio finale recitasse 45-32 per l’Italia grazie al fondamentale apporto di Santarelli ed Esposito.

Così, dopo l’oro conquistato dal fioretto femminile (Camilla Mancini, Francesca Palumbo, Martina Sinigalia, Erica Cipressa) e l’argento della sciabola maschile (Luca Curatoli, Leonardo Affede, Francesco D’Armiento e Alessandro Riccardi, i mondiali di Porec parlano sempre più italiano.
La squadra azzurra è prima nel medagliere, con tre ori, due argenti e cinque bronzi. Domani, ultima giornata di gare, tocca a fiorettisti e sciabolatrici e ci si può aspettare di sentire ancora l’inno di Mameli, o quantomeno di vedere il tricolore sul podio. Per l’ennesima volta, in una rassegna giovanile che è stata un autentico trionfo per i colori azzurri.

gabriele.lippi@olimpiazzurra.com

Twitter: GabrieleLippi1 

Foto di Augusto Bizzi

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