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Il Masters è australiano: Adam Scott re di Augusta

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Non poteva che essere al cardiopalma il finale del 77° Masters, primo Major della stagione. L’Augusta National Golf Club si è trasformato, al solito, in un drammatico teatro di colpi di scena nell’ultimo giro, che ha visto la sua conclusione ancora una volta ai playoff, per la 17ma volta. E alla seconda buca di spareggio, il destino ha deciso di fare definitivamente pace con Adam Scott, regalando al 32enne australiano la prima, splendida, affermazione in un Major, che significa anche prima giacca verde per l’Australia. Si deve accontentare del secondo posto l’argentino Angel Cabrera, praticamente perfetto nelle ultime 18 buche. Non è bastato, però, a fermare la rincorsa di Scott, che, dopo l’incredibile debacle nell’Open Championship dello scorso anno, vede concretizzarsi un sogno nel modo più bello e nel posto più incantevole.

Una leggera pioggia ha accompagnato i golfisti per tutto l’ultimo round, nel quale Cabrera è sembrato da subito il più forte e il più quadrato nelle prime 9, riuscendo bene a gestire la pressione, differentemente dal trio australiano Scott-Leishman-Day e da Brandt Snedeker. Tiger Woods, chiamato ad una improbabile rimonta, parte male (due bogey alla 5 e alla 7) ed è praticamente tagliato fuori da ogni discorso per il titolo. La seconda parte del percorso, però, vede Cabrera rallentare, mentre Scott, fin lì poco preciso con il putt, inizia a risalire la china e arriva in club house da leader dopo il birdie alla 18, con lo score di 279 (69 72 69 69, -9). El Pato non perde la sua solidità e i birdie alla 16 e alla 18 gli consentono di eguagliare Scott (70 68 73 70) e di allungare la partita al sudden death.
Il primo appello, la 18, non basta. Si va alla 10, dove Cabrera sfiora il birdie con un lungo putt, il medesimo tiro di Scott, che non sbaglia ed imbuca: è birdie, è apoteosi australiana, è giacca verde.

In solitaria, al terzo posto, c’è il connazionale di Scott, Jason Day (281, -7), protagonista di quattro giornate di altissimo livello ma venuto a mancare nei momenti decisivi. Tiger è 4° alla fine con 283 (70 73 70 70, -5), frutto di un gioco regolare dove il vero Woods si è visto solamente a sprazzi. A pari merito con il n°1 al mondo, il sorprendente l’altro australiano Marc Leishman, leader nella giornata di apertura e rimasto aggrappato al suo sogno in modo splendido. Per Snedeker, in testa insieme a Cabrera alla vigilia delle ultime 18 buche, un sesto posto (284, -4) che sa di delusione, condiviso con il gioiellino danese Thorbjorn Olesen.
Rory McIlroy conclude al 25° posto un torneo anonimo, mentre Phil Mickelson è addirittura 54°.

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