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Tennis, Internazionali d’Italia 2017: un’Odissea chiamata Pre-qualificazioni

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Quando nell’ormai lontano 2011 la Federtennis lanciò le pre-qualificazioni, si parlò di aria nuova, di innovazione. In effetti la possibilità di gareggiare per il sogno chiamato Foro Italico è indubbiamente golosa ed intrigante, anche soltanto per coloro che fanno del tennis l’hobby domenicale. Ma le trovate mediatiche spesso e volentieri non vanno a braccetto con l’obiettivo degli sportivi veri, dei professionisti, di coloro che settimana dopo settimana corrono, lottano e sudano sui campi polverosi di Challenger e Futures in giro per mezzo mondo. Così, dopo svariate edizioni, e dopo l’Odissea pre-qualificazioni 2017, siamo arrivati forse al punto finale. Che senso ha organizzare un torneo intero per assegnare gli inviti per il tabellone principale degli Internazionali d’Italia e per quello di qualificazione?

Una scelta apparentemente democratica ed innovativa si sta rivelando controproducente e fuori luogo. Inoltre la vicenda Francesca Schiavone,  ignorata dall’organizzazione nonostante un Roland Garros all’attivo, e due finali sul rosso (di cui una vinta) in questo inizio di 2017 all’età di quasi 37 anni, quando le sue colleghe ben più giovani fanno fatica a vincere anche un singolo incontro, ci fa pensare che, almeno in campo maschile, onde evitare polemiche, la Federazione voglia prendere le distanze da una decisione, continuando imperterrita con le pre-qualificazioni. Peraltro, cambiando le regole tra maschile e femminile, si è andati incontro ad un altro scivolone. Perchè dalle pre-quali maschili due tennisti acquisiscono il diritto a partecipare al main draw, mentre da quello femminile soltanto una esponente del movimento tennistico italiano? Bisognava lasciar spazio ad una certa Maria Sharapova? Ne sarà contenta Tathiana Garbin, chiamata a risollevare le sorti di una Italtennis in gonnella salvatasi dalla retrocessione in Serie C dopo i fasti degli anni passati.

Giocatori impegnati una settimana per strappare una wild-card sui campi del Foro Italico. Match il più delle volte lunghi e faticosi, equilibrati visto i fattori messi in campo. Maratone sotto il primo sole primaverile romano, che mette in difficoltà gli spettatori, figurarsi coloro che sono gli artefici del gesto. Da questa faticosa lotteria gioiscono meritatamente Stefano Napolitano e Gianluca Mager e Derboah Chiesa. Le tre wild-card dirette avranno il tempo necessario per recuperare energie, mentre coloro ai quali è stato assegnato l’invito per le qualificazioni al termine di diversi match, hanno ben poche ore per accumulare la giusta dose di riposo. Peraltro, c’è da aggiungere che le qualificazioni di un Master 1000 sono ben più ostiche rispetto a quelle del resto dei tornei, visto il basso cut-off dell’entry list. Come ci arriveranno Arnaboldi, Caruso, Sonego?

La speranza è che a partire dalle prossime edizioni si possa adottare un format diverso, magari scegliendo i partecipanti alle pre-qualificazioni tra gli 8 o i 16 migliori italiani, basandosi sugli effettivi punti accumulati, che meglio si sono comportanti nei circuiti challenger e futures sino all’ultima settimana di aprile, in modo da invogliare e coinvolgere giovani come Quinzi e Travaglia, ed altri tennisti come Giustino e Bellotti che ben si stanno disimpegnando in queste settimane sul rosso europeo e che giustamente hanno evitato l’Odissea!

Foto: pagina FB Federtennis

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