Scherma
Scherma: Camilla e i suoi ‘fratelli’. A Porec i campioni di domani
Hanno meno di 20 anni e tutta la vita davanti. Hanno classe e talento indiscutibili e sognano un futuro da campioni olimpici. A Porec la scherma italiana ha confermato tutto il suo valore. Un autentico trionfo, 15 medaglie, con 5 ori 3 argenti e 7 bronzi. Medagliere stravinto nel complesso delle manifestazioni cadetti e giovani, semplicemente dominato tra gli under 20.
Come al solito è stato grande fioretto, un bronzo e un oro tra gli under 17, tre ori, un argento e un bronzo tra gli under 20. Di Camilla Mancini abbiamo già abbondantemente parlato, e l’abbiamo fatta parlare. Ormai non è più un talento da scoprire, ma una campionessa autentica. Quest’anno ha vinto tutto a livello giovanile: le tre prove di Coppa del Mondo a cui ha partecipato, il titolo europeo, quello mondiale. In Croazia ha dimostrato di essere già matura tecnicamente battendo Lee Kiefer, quinta alle ultime Olimpiadi, bronzo ai mondiali di Catania nel 2011, e numero 7 del ranking assoluto. Ha prospettive da grande campionessa, e la testa giusta per diventarlo.
Con lei hanno conquistato l’oro a squadre Francesca Palumbo, Martina Sinigalia ed Erica Cipressa, la più piccola del gruppo, che si è portata a casa anche un bronzo tra i cadetti. Anche su Erica c’è grande attesa, e la possibilità di crescere anche in nazionale al fianco di papà Andrea, ct del fioretto.
A livello maschile è stato Lorenzo Nista a brillare più degli altri. Il campione europeo giovani ha conquistato un argento nella prova individuale, battuto dall’americano Massialas (numero 6 del ranking assoluto) col punteggio di 15-13. Classe pura, colpi da campione, Nista si è fatto accompagnare sul gradino più alto della prova a squadre da Edoardo Luperi, Piero Franco e dal ‘piccolo’ Francesco Ingargiola, oro individuale tra i cadetti (in una finale tutta italiana con Tommaso Ciuti) e già in pedana nella categoria superiore. Anche per lui, prodotto della scuola di Jesi, ci si attende un futuro da campione. È dai tempi di Stefano Cerioni che la cittadina delle Marche attende un uomo all’altezza delle strepitose Trillini, Vezzali e Di Francisca, e il momento sembra arrivato.
In continuo progresso la spada maschile. La squadra italiana è di gran lunga la più forte della categoria. Dalla gara individuale è arrivato un bronzo per Andrea Santarelli, mentre Marco Fichera si è fermato ai quarti, eliminato al termine di un assalto polemico. Entrambi hanno pagato la scarsa conoscenza degli avversari venuti dall’Est, fuori dal ranking, mai presenti alle prove di Coppa del Mondo: il cinese Sun che poi avrebbe vinto l’oro, e il coreano Ma. Fichera ha più di qualcosa da recriminare per l’arbitraggio, che gli ha tolto una stoccata buona per il 14-14 a otto secondi dal termine, ma ha comunque trovato il pareggio e ha ceduto nel minuto supplementare.
Per lui, a Porec, è stata la prima volta fuori dal podio in tutta la stagione. Marco è stato argento agli Europei, alle spalle di Santarelli, e ha conquistato la sua seconda classifica di Coppa del Mondo under 20. La sua ultima annata da giovane è stata da 10 e lode, senza ombra di dubbio. L’oro mondiale è arrivato nella prova a squadre, con Andrea, Simone Esposito e Gabriele Cimini, e senza soffrire troppo, senza rischiare mai di perdere un assalto.
Tra le ragazze Alberta Santuccio ha mostrato evidenti segnali di ripresa dopo una stagione ben al di sotto del suo potenziale e delle sue speranze. Un’annata difficile che si è trascinata a livello psicologico fino al Mondiale, pesando sull’eliminazione nel tabellone delle 32 nella prova individuale, pur tirando una buona scherma e perdendo per una sola stoccata al minuto supplementare. Il riscatto è arrivato nella prova a squadre. Alberta ha trascinato le sue compagne di squadra (Eugenia Falqui, Nicol Foietta e Giorgia Pometti) a un bellissimo bronzo. Dopo la sconfitta al minuto supplementare nella semifinale contro la Russia, Alberta si è riscattata nella finale per il terzo posto. Contro gli Usa, la spadista siciliana ha messo 20 stoccate nei tre minuti dell’ultima assalto, salendo in pedana sotto per 30-25 e uscendone vincitrice per 45-37.
Tre bronzi e un argento sono arrivati dalla sciabola. A conquistarli Marco Lecci (tra i cadetti), Francesco D’Armiento, Martina Criscio e la squadra maschile (Luca Curatoli, Leonardo Affede, Francesco D’Armiento e Alessandro Riccardi), che ha ceduto in finale alla Germania. Qualcosa di più, nella prova individuale, ce la si poteva aspettare da Luca Curatoli e Leonardo Affede, talenti purissimi, già nel giro della nazionale maggiore. Riscatto completato però nella prova a squadre. È soprattutto su loro due che si punta per il futuro, con una grande attenzione da puntare sul processo di maturazione di D’Armiento e Criscio. L’avvenire della scherma italiana è assicurato.
gabriele.lippi@olimpiazzurra.com
Twitter: GabrieleLippi1
Foto di Augusto Bizzi