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Mille Miglia 2017: record di iscritti. La storia di una corsa leggendaria

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La Mille Miglia 2017, in programma dal 18 al 21 Maggio sul tradizionale percorso Brescia-Roma-Brescia, vede ricorrere il 90° anniversario della prima edizione, disputata nel 1927. Proprio in occasione di tale prestigioso traguardo si segnala il nuovo record di iscritti (705), sintomo di una passione verso tale gara sulla lunga distanza riaccesasi a partire dagli anni ’80, dopo un lungo periodo di crisi ed oblio.

Come detto, si deve risalire alla fine degli anni ’20 per vedere la nascita di questa competizione, su iniziativa del conte Aymo Maggi, coadiuvato da un altro nobile dell’epoca, Franco Mazzotti, in qualità di patrocinatore, da un grande giornalista di quei tempi, Giovanni Canestrini, e da Renzo Castagneto, pilota e poi dirigente sportivo dalle spiccate doti organizzative. La scelta di organizzare la Mille Miglia venne presa a seguito dell’esclusione, della città di Brescia, dalla candidatura per poter ospitare l’edizione del Gran Premio d’Italia. Venne scelto un percorso che avesse una forma ad “8”, mantenendo come città di riferimento Brescia (partenza ed arrivo in Viale Venezia) e Roma, quale punto intermedio verso cui giungere e dal quale tornare verso nord. Nel mezzo, vennero toccati una serie di luoghi di volta in volta stabiliti, con in totale 13 variazioni di percorso rispetto all’itinerario originario. Il totale della lunghezza ammontava a 1600 km circa, corrispondenti a 1000 miglia, da cui il nome dato all’evento.

Nata inizialmente come gara di durata senza tappe intermedie, la prima edizione del 1927 venne vinta dai piloti Ferdinando Minoia e Giuseppe Morandi, a bordo di una OM, che completarono il percorso in 21 ore, 4 minuti, 48 secondi ed 1/5, tenendo una media di poco superiore ai 77 km/h. Trattandosi di una competizione svolta su strade normalmente adibite al traffico, quasi inevitabile fu un importante scotto da pagare in termini di vite umane andate perse. Proprio a seguito di uno di tali numerosi incidenti si decise, anche a causa della ferma opposizione delle istituzioni dell’epoca, di interrompere la corsa: siamo nel 1957, e presso il paese di Guidizzolo (provincia di Mantova) persero la vita il pilota spagnolo Alfonso de Portago, il navigatore statunitense Edmund Nelson e ben 9 spettatori, tra cui cinque bambini.

Tale stop pose fine alla Mille Miglia per come era stata concepita originariamente, con un format capace di attirare grandi case automobilistiche dell’epoca (come del presente) quali Ferrari, Lancia ed Alfa Romeo. Si provò sin da subito, nel triennio 1958-1961, a far ripartire la competizione, prevedendo rievocazioni questa volta divise per tappe, in cui i tempi venivano presi solo in brevi tratti di salita, adeguatamente chiusi al traffico, con trasferimenti da effettuare a velocità medie prestabilite. Ad esclusione del suddetto periodo, di una sporadica “Raid delle Dieci Miglia” e di un evento promozionale voluto dall’Alfa Romeo, la Mille Miglia visse, nel quindicennio successivo, il peggior periodo di oblio della sua storia.

In occasione del ricorrere dei decennali delle precedenti edizioni, nel 1977 l’Automobile Club di Brescia organizzò, insieme al Musical Watch Veteran Car Club, una rievocazione della vecchia Mille Miglia, accettando soltanto le iscrizioni di quelle vetture che erano state impiegate nel “trentennio d’oro” della manifestazione, dal 1927 al 1957. Tale regola è tutt’ora in voga, ed ha posto di fatto la corsa come un vero e proprio evento di regolarità per auto d’epoca.

Anno di svolta fu tuttavia il 1982, quando si accantonò l’idea di limitarsi ad una rievocazione della Mille Miglia soltanto a cadenza decennale (e dunque prevista per il 1987), iniziando a mettersi all’opera per riavere l’evento distanziato da un arco di tempo sensibilmente minore. Fautori di tale rinascita sono il giornalista Manuel Vegliani, Vittorio Palazzini, Gino Danieli, Giuseppe Lucchini e Costantino Franchi, aiutati in tale opera di recupero della gara da alcuni mecenati dell’epoca. Grazie all’operato congiunto di questi soggetti, la Mille Miglia riaprì nuovamente i battenti nel 1982, inizialmente prevedendo il suo svolgimento con cadenza biennale, per poi giungere alla decisione, presa a partire dal 1987, di riproporre l’evento ogni anno, come da tradizione dei primi tre decenni della competizione. La prima edizione venne vinta da Alessandro Nannini, allora pilota di F1, e riuscì nell’intento di trovare la auspicata continuità grazie alla decisione di darsi una organizzazione stabile, in luogo di quello spirito di sostanziale volontariato che l’aveva sempre connotata fino a quel momento.

Come detto, la Mille Miglia è una competizione che, soprattutto nella sua forma originaria, ha sempre attirato grandi case, pronte a parteciparvi per conquistare la vittoria ma, motivo non secondario, anche per farsi la giusta pubblicità su un vasto territorio nazionale. Di pari passo, tanti sono i profili celebri di piloti che vi hanno gareggiato, soprattutto agli albori. Tra questi, meritano certamente di essere menzionati Clemente Biondetti (recordman di affermazioni a quota 4), Gigi Villoresi, il futuro campione del mondo F1 Alberto Ascari, Tazio Nuvolari e Giuseppe Campari. Il primato di più veloce a percorrere la distanza di gara, tuttavia, spetta ad un altro corridore presente nel “gotha” dell’automobilismo sportivo: si tratta dell’inglese Stirling Moss, che nel 1955 coprì le 1000 miglia in 16 ore, 16 minuti e 39 secondi, grazie (si narra) al prodigioso aiuto del suo navigatore Denis Jenkinson, che compì una approfondita ricognizione sul percorso annotando i vari particolari su un lungo rotolo di carta igienica. Una leggenda, vera o meno che sia, che non può che contribuire ad accrescere il fascino che tale corsa ha ancora oggi sugli appassionati di motori.

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davide.brufani@oasport.it

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