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500 Miglia Indianapolis 2017: Scott Dixon guida la pattuglia dei rivali di Fernando Alonso per la vittoria
Domani alle ore 18:00 i motori si accenderanno sull’ovale dell’Indiana (Usa) per la 101esima edizione della 500 Miglia di Indianapolis. 200 giri di pura passione e coraggio vissuti su medie impressionanti, sempre al limite, e con il pedale ben pigiato sull’acceleratore. Una storia ed un fascino che hanno attirato chi ha conquistato il mondo due volte nell’altra categoria per eccellenza: la Formula Uno.
Parliamo di Fernando Alonso pronto a misurarsi contro i più navigati piloti della Indycar andando a caccia dell’impresa: la magica doppia (Mondiale F1-500 Miglia). Le premesse sono state ottime: quinto tempo nella Fast 9, la sessione riservata ai migliori delle prove. Sulla sua Dallara Honda del Team Andretti, lo spagnolo ha impressionato per la sua grande capacità di adattamento su vetture completamente diverse da quelle cui è abituato: carico aerodinamico nullo, nessun aiuto sul volante, solo spingere e spingere…
Le 231.300 mph raggiunte dall’iberico, nelle media dei quattro giri a disposizione, rappresentano un bel biglietto da visita in vista della gara. Tuttavia, Alonso dovrà guardarsi da chi ha saputo fare meglio ed ha anche più esperienza sullo Speedway più famoso del mondo.
Ci riferiamo, in primis, a Scott Dixon, il poleman di questa edizione 2017, per la terza volta nella sua carriera. Il 36enne di Brisbane sulla Dallara della Ganassi Racing ha sfoderato una prestazione incredibile. Nelle quattro tornate cronometrate ha girato, infatti, con una media superiore alle 232 miglia orarie (232.164). Inoltre, vanta un successo nel 2008, sempre con il team Ganassi, e sembra avere le carte in regola per essere tra i protagonisti disponendo di una vettura molto ben preparata. Un comportamento confermato nel corso del Carb Day, ultimo turno dedicato a testare le macchine in configurazione da gara, nel quale Dixon ha ottenuto il 4° crono. Va da sé che l’australiano sia tra i più accreditati.
Pensando poi all’esperienza come dimenticarci di Helio Castroneves e Tony Kanaan. La coppia brasiliana vanta una lunga “militanza” sul tracciato stelle e strisce condito da quattro vittorie (3 per Castroneves e 1 per Kanaan). Il pilota del Team Penske, a segno nel catino dell’Indiana nel 2001, 2002 e 2009, è colui che è più volte arrivato nella top10 nella storia della categoria vantando 23 vittorie, 80 podi e 46 pole. Pur se l’appuntamento con il successo manca da 3 anni (a Detroit), il verdeoro ha dimostrato nel corso del citato Carb Day di essere particolarmente in palla. E’ stato suo infatti il miglior riscontro con una velocità raggiunta di 227.377. Nonostante, la 19esima piazza in qualifica, il 42enne di Ribeirão Preto potrebbe sorprendere. Discorso simile lo merita l’altro sudamericano Kanaan, trionfatore nel 2013 e terzo nell’ultima sessione di prova menzionata. Correndo con la medesima macchina di Dixon e driver di una certa qualità, il 42enne di Bahia è un altro nome importante.
Nel roster dei rivali di Fernando, poi, non ci si può certo dimenticare dell’italo-americano Alexander Rossi, vincitore l’anno scorso e terzo sulla Dallara Honda del Team Andretti Herta Autosport nel time attack decisivo. Il n.98 con 231.487 mph di media è tra i papabili alla vittoria finale al pari anche di Ed Carpenter (2°) nella graduatoria della Fast 9 (231.664).
In buona sostanza, sono tanti i pretendenti al successo finale anche perchè, al contrario di quanto può accadere in F1, le sorprese sono sempre dietro l’angolo in una corsa del genere e chissà se il sogno dello spagnolo non diventerà solida realtà.
giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto da profilo twitter Honda Racing