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Calcio
Calcio: Gianluigi Donnarumma, il traditore o il professionista? Il web si divide
Sarà per il caldo, sarà l’estate ma ogni volta che arriva la stagione del mare e degli ombrelloni i tormentoni si sprecano. Non vi vogliamo parlare però di canzoni che hanno caratterizzato un’epoca ma bensì di quello che ormai è diventato il personaggio più chiacchierato del momento, Gianluigi Donnarumma, il giovane portiere italiano che ieri, in accordo con il suo procuratore Mino Raiola, ha deciso di non rinnovare il contratto con il Milan che scadrà dunque il 30 giugno 2018.
Non sono dunque bastati circa 4 milioni di euro all’anno al classe ’99. Molti sostengono che ancor più delle ragioni economiche vi siano anche questioni legate alle richieste di Raiola. L’obbligo di porre una clausola rescissoria (50 milioni) ritenuta però dalla società rossonera troppo bassa sarebbe stato uno dei nodi del contendere. Ed ora tanti club, a detta del manager, bussano alla porta di “Gigio”. Da par suo la società milanese non può fare molto: può pensare di tenere il giocatore ancora un anno perdendolo poi a zero euro tra una stagione oppure cedere ad una delle offerte delle squadre interessate al giovane estremo difensore. Voci parlano, in questo senso, di un interessamento concreto del Real Madrid che sarebbe disposto a coprire d’oro l’azzurro: 6 milioni all’anno più bonus a stagione per il classe 1999.
Al di là di questo, nell’era dei social, l’Agorà virtuale è stata territorio fertile per la nascita di due schieramenti: il “Donnarumma traditore” ed il “Donnarumma professionista”. Il primo ha accusato senza mezzi termini il 18enne di non essere coerente con i propri propositi e scegliere solo la via del “vile denaro”. Gigio, più volte, aveva manifestato l’idea di rimanere a Milano, essendo uno dei riferimenti di un progetto di rilancio del club lombardo. Non è un caso che la proposta della dirigenza sia stata molto alta, tenendo conto anche dell’età e dell’esperienza del ragazzo di Castellammare di Stabia. Un’assenza di coerenza che, secondo alcuni, è imperdonabile e, un po’ come accadde a Gonzalo Higuain l’anno scorso, tante e tante critiche.
Sull’altro versante vige un concetto molto chiaro: i calciatori sono dei professionisti e, come qualsiasi lavoratore, se un’offerta è maggiormente remunerativa, si opta per “l’azienda” che ti può accontentare. Una visione, se vogliamo, meno romantica e non accarezzata dal piacere di veder un calciatore simbolo di un club, ma molto pragmatica, e figlia anche della società capitalista occidentale: tutto ha un prezzo e tutto è regolato dalle leggi del mercato.
Certo, per i più attempati, pensare a calciatori come Francesco Totti o Gigi Buffon, a cui Donnarumma è stato paragonato, ligi ad una causa anche quando essa non era così piena di appeal, porta a porsi la domanda: il professionista è anche quello che sa essere coerente con se stesso? A voi la risposta.
giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto da pagina facebook Gigio Donnarumma