Ciclismo
Tour de France 2017: corsa ad eliminazione sulle Alpi! Uran vince, Froome difende la gialla e Aru lo marca! Ritirato Porte, Contador e Quintana sprofondano
Abbiamo atteso e le emozioni non si sono fatte attendere nella nona tappa del Tour de France 2017: nei 181 chilometri da Nantua a Chambery ci sono state fughe, attacchi di squadra, scontri diretti tra i big e purtroppo anche cadute. Alla fine ha vinto il colombiano Rigoberto Uran, mentre Chris Froome ha mantenuto la leadership in classifica generale conquistando anche 4” di abbuono transitando al terzo posto.
Strepitoso Fabio Aru che ha marcato la maglia gialla e ora ha 18” di ritardo in classifica generale. Ritirato Richie Porte a causa di una caduta, mentre Nairo Quintana e Alberto Contador sono letteralmente sprondati pagando rispettivamente 1’15” e 4 minuti abbondanti.
Ritmo altissimo nella prima fase, tutta in salita: la difficoltà del percorso, però, ha portato la fuga ad avvantaggiarsi dopo pochi chilometri. Numeroso, anche oggi, il gruppo degli attaccanti formato da Jan Bakelants, Axel Domont e Alexis Vuillermoz (AG2R La Mondiale), Jesús Herrada, Carlos Betancur (Movistar), Bauke Mollema e Jarlinson Pantano (Trek-Segafredo), Alessandro De Marchi e Amaël Moinard (BMC), Bakhtiyar Kozhatayev e Alexey Lutsenko (Astana), Kristijan Durasek e Vegard Stake Laengen (UAE Emirates), Thibaut Pinot (FDJ), Zdenek Stybar (QuickStep-Floors), Pawel Poljanski (Bora-hansgrohe), Robert Kiserlovski e Tiago Machado (Katusha-Alpecin), Thomas De Gendt, Tony Gallopin e Tim Wellens (Lotto Soudal), Warren Barguil, Nikias Arndt, Michal Matthews, Simon Geschke e Laurens ten Dam (Team Sunweb), Nicolas Edet e Daniel Navarro (Cofidis), Primoz Roglic (LottoNL-Jumbo), Thomas Voeckler e Sylvain Chavanel (Direct Energie), Pierre Rolland e Dylan van Baarle (Cannondale-Drapac), Brice Feillu, Pierre-Luc Perichon e Eduardo Sepulveda (Fortuneo-Oscaro).
Il Team Sky, alle loro spalle, ha deciso di non forzare il ritmo e di mantenersi a tiro, quantomeno nella prima fase. Poi, sul Col de la Biche, prima salita Hors Categorie del Tour, ha impostato un ritmo regolare e piuttosto basso, che ha consentito ai fuggitivi di arrivare a circa 6′ di vantaggio in vetta, dove Roglic è passato in prima posizione andando a vestire la maglia a pois virtuale.
La corsa è cambiata in maniera radicale sulla discesa successiva, che ha condotto i corridori ai piedi del Gran Colombier: l’AG2R La Mondiale ha attaccato contemporaneamente sia dalla fuga che dal gruppo principale, creando una doppia e interessante selezione. Al comando si sono trovati Jan Bakelants, Axel Domont e Alexis Vuillermoz dell’AG2R, Pantano, Poljanski, Benoot e Barguil (Sunweb), mentre in gruppo Geraint Thomas è caduto (successivamente si è anche ritirato per la frattura della clavicola) favorendo una frattura, con Chris Froome rimasto nel secondo troncone, mentre Alberto Contador (Trek-Segafredo) si è ritrovato ancora più indietro. Già a fine discesa, comunque, entrambi sono riusciti a rientrare assieme ad altri atleti ma l’AG2R ha continuato a tenere alto il ritmo, riducendo il gruppo dei migliori ad una ventina di unità.
Barguil e Benoot, straordinario in questa occasione, si sono ritrovati in testa alla corsa dopo aver fatto ulteriore selezione in salita. In discesa, però, sono cambiate nuovamente le cose con Vuillermoz, Roglic e Mollema bravi a rientrare in un primo momento, raggiunti poi anche dal gruppo di Matthews, accompagnato da Geschke, Gallopin, Bakelants, Pantano, Betancur e Navarro, che si sono raggruppati nel tratto in pianura verso il Mont du Chat, ultima salita di giornata. Sulla stessa salita l’AG2R ha fatto il ritmo in testa al gruppo ma più per confermare la selezione che per preparare un attacco nel breve periodo. Il vantaggio degli attaccanti è sceso nella prima parte del tratto in pianura, con il Team Sky che si è riportato a 3’30” dai battistrada.
Con il successo al traguardo volante (e la prospettiva di alcuni diretti avversari fuori tempo massimo) Michael Matthews ha potuto concludere con soddisfazione la tappa odierna, impegnandosi poi solo nel tenere il ritmo alto nel gruppetto di cui faceva parte prima dell’ascesa finale. In concomitanza con lo sprint intermedio, però, si sono avvantaggiati Bakelants e Gallopin che di comune accordo hanno provato ad attaccare la salita finale con un leggero margine di vantaggio. Già dalle prime rampe del Mont du Chat però sono stati raggiunti e superati da Barguil, Mollema e Vuillermoz, con il primo che ha staccato tutti andando ad effettuare una scalata tutta in solitaria per transitare per primo sulla cima.
Più movimentata ed eccitante, invece, la situazione nel gruppetto dei big. Nella prima fase di salita Froome ha avuto un problema meccanico e nel momento in cui ha chiamato l’ammiraglia Fabio Aru (Astana) ha deciso di attaccarlo, seguito prontamente da tutti gli altri uomini di classifica. Nessuno, però, ha dato cambi e il sardo è stato costretto a desistere mentre il britannico è rientrato con l’aiuto nella squadra. Quasi nello stesso momento ha allungato Jakob Fuglsang, compagno di Aru ma poco pericoloso in classifica, e nessuno ha chiuso il buco. Dietro sono iniziati gli scatti, cui Froome ha sempre risposto in prima persona senza mai lasciare vantaggio a nessuno.
Quando poi è stata la maglia gialla ad attaccare sono andati in difficoltà Nairo Quintana (Movistar) e Fabio Aru, che però a differenza del colombiano è riuscito a limitare i danni e tenere la scia dei migliori, imitato da un Romain Bardet (AG2R) che non ha mai mollato resistendo alle sfuriate non decisive di Froome. In questo gruppetto, oltre agli atleti citati, sono rimasti Richie Porte (BMC), Daniel Martin (QuickStep-Floors) e Rigoberto Uran (Cannondale-Drapac), che hanno scollinato assieme con una trentina di secondi di ritardo da Barguil, sempre al comando. Da segnalare Alberto Contador (Trek-Segafredo) staccato già prima che iniziassero gli scatti e alla deriva sulla salita del Mont du Chat.
Purtroppo la discesa ha fatto una triste selezione: Porte ha sbagliato una semicurva verso sinistra, tagliando sul prato nella parte interna della curva e travolgendo anche Daniel Martin, incolpevole. L’australiano ha subito le conseguenze peggiori ed è stato immobilizzato e trasportato in ambulanza, mentre l’irlandese ha ripreso la corsa. Dal gruppetto della maglia gialla Bardet è riuscito a fare la differenza nelle ultime curve della discesa, piombando su Barguil e staccandolo una volta iniziato il tratto pianeggiante. Gli inseguitori si sono trovati ad avere 30” di distacco, ma con cambi regolari e una buona velocità si sono riportati su Bardet in vista degli ultimi due chilometri: questo gruppetto ricompattato è andato a giocarsi la vittoria in volata. Fuglsang è partito lunghissimo ed è stato rimontato da Uran e Barguil che nonostante la lunga fuga in solitaria è riuscito a contendere la vittoria al colombiano, pensando di aver vinto. Solo il fotofinish gli ha tolto la gioia della vittoria, con Uran davanti di una manciata di centimetri. Terza posizione per Froome che ha conquistato 4” di abbuono, mentre il gruppetto di Martin e Quintana ha tagliato il traguardo con 1’15” di distacco. Lontanissimi tutti gli altri, con Contador arrivato ad oltre 4′ dagli altri big e ormai fuori dalla lotta per il podio e la vittoria finale.
In classifica, ora, Froome guida con 18” su Fabio Aru, 51 su Bardet che è sul podio mentre Uran è salito in quarta piazza.
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gianluca.santo@oasport.it
Foto: © ASO/Bruno BADE