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Golf, British Open 2017: il percorso ai raggi X. Partenza e chiusura impegnative, le buche 4 e 12 si prestano a colpi ad effetto
Sarà il Royal Birkdale Golf Club di Southport ad ospitare l’edizione 2017 del British Open, terzo Major stagionale che andrà in scena tra giovedì 20 e domenica 23 luglio. Sarà la decima volta che l’Open si disputerà su questo percorso, l’ultima delle quali risale al 2008 quando ad imporsi fu l’irlandese Padraig Harrington, che difese il titolo conquistato nell’anno precedente rifilando ben 4 lunghezze di distacco all’inglese Ian Poulter. Fondato nel 1889, il Birkdal Golf Club ottenne lo status di “Royal” nel 1951 e fu nominato come sede del British Open per la prima volta per l’edizione del 1940, ma la Seconda Guerra Mondiale sconvolse i piani e costrinse gli organizzatori ad annullare il torneo. Il primo grande torneo disputato sul percorso di Southport fu l’Amateur Championship del 1946, vinto dall’irlandese Jimmy Bruen, poi toccò alla Curtis Cup 1948 e alla Walker Cup 1951, finché nel 1954 arrivò la ribalta del primo British Open, vinto dall’australiano Peter Thomson, capace di ripetersi sullo stesso percorso anche nel 1956 e di conquistare il Major per la terza volta consecutiva. Ma andiamo ad analizzare nel dettaglio le 18 buche del percorso par 70 del Royal Birkdale Golf Club:
Hole 1 (par 4, 448 yards)
La prima buca del The Open Championship è una delle più difficili del torneo. L’ampio fairway presenta un bunker sul lato sinistro, mentre sul lato destro il green è nascosto da una piccola duna ed è protetto ai lati da due bunker.
Hole 2 (par 4, 422 yards)
La buca richiede un tiro preciso tra due bunker sulla destra e un ostacolo sul lato sinistro. Il green è protetto dalla sabbia nella parte anteriore e la pendenza fa sì che qualsiasi colpo oltre la buca rischi di causare una repentina discesa della pallina giù per la collina.
Hole 3 (par 4, 451 yards)
Rispetto al 2008, un nuovo tee è stato inserito tra le dune aggiungendo ulteriori 40 yards alla hole, mentre un nuovo bunker è stato posizionato per difendere il lato destro del green. Uno shot down a sinistra consente un colpo più agevole per raggiungere il green.
Hole 4 (par 3, 199 yards)
Questa è la prima di quattro buche “corte” del percorso e presenta un tee sopraelevato di 30 piedi rispetto al green, che scende da entrambi i lati ed è protetto da bunker disposti ad anello sul lato anteriore, a destra e a sinistra della sua superficie. Il vento da sinistra a destra, in genere, rende la buca più difficoltosa.
Hole 5 (par 4, 346 yards)
Questa è la classica buca in cui il rischio può essere premiato e presenta un marcato dogleg sul lato destro, ragion per cui i giocatori preferiscono tagliare l’angolo e poi con un ferro corto cercare un green stretto con pendenza dal retro e protetto da sette bunker.
Hole 6 (par 4, 499 yards)
Il dogleg da sinistra a destra la rende la buca più difficile del torneo. Occorre un colpo da 200 yards in un green che poggia sul fairway ed è leggermente angolato da sinistra a destra con la protezione di tre bunker.
Hole 7 (par 3, 177 yards)
Il tee della settima buca si trova in cima ad una duna a sinistra del sesto green. La distanza da percorrere è relativamente breve, ma il green è molto piccolo ed è difeso dalla sabbia su tutti i suoi lati.
Hole 8 (par 4, 458 yards)
La principale minaccia di questa buca è la sabbia. Quattro bunker si trovano nell’area di atterraggio ed altri tre in prossimità del green, che misura 40 yards ma è caratterizzato da un’accentuata pendenza.
Hole 9 (par 4, 416 yards)
Un leggero dogleg da sinistra a destra fu aggiunto prima del British Open 2008 per rendere ancor più complesso il tiro cieco verso uno stretto fairway, privo tuttavia di bunker. Due trappole profonde proteggono il green sia da destra che da sinistra.
Hole 10 (par 4, 402 yards)
Si tratta di un par 4 non lunghissimo ma ricco di insidie. Il tee shot ideale misura 260-270 metri per sventare tre bunker a destra e a sinistra della zona di atterraggio, ma altri due bunker si trovano nell’angolo del dogleg. Da lì occorre una brusca rotazione verso un green ricavato all’interno di una duna.
Hole 11 (par 4, 436 yards)
Questo par 4 richiede un preciso tee shot per evitare l’ampio assortimento di bunker fino a 340 yards. Un altro bunker è situato anche nella parte anteriore sinistra di un green angolato leggermente a destra del fairway.
Hole 12 (par 3, 183 yards)
Si tratta probabilmente della buca più famosa e suggestiva del percorso. Bunker profondi e banchi di erba grezza custodiscono a destra e a sinistra un green costruito in una duna di sabbia.
Hole 13 (par 4, 499 yards)
Un tempo questa buca era un par 5, ma è stata trasformata di recente in un lungo par 4 con otto bunker ai lati del fairway e altri tre a destra e sinistra del green situato su un versante di una collina di sabbia.
Hole 14 (par 3, 200 yards)
L’ultima buca “corta” del Royal Birkdale è di difficile interpretazione, dato che il tee è protetto da una collina di sabbia che rende complessa la valutazione del vento. Il green, inoltre, è circondato da cinque bunker e per raggiungerlo occorre estrema accuratezza nel colpo.
Hole 15 (par 5, 542 yards)
Il primo dei due par 5 del Birkdale presenta ben 13 bunker lungo il fairway e altri due ai lati del green. Nel 2008 questa buca ha prodotto 92 birdie e un eagle, ma anche 85 bogey, 20 double bogey e tre riscontri ancora peggiori, testimonianza evidente della difficile interpretazione del tracciato.
Hole 16 (par 4, 438 yards)
Questa buca richiede un colpo lungo verso il fairway, protetto da due bunker sulla destra, e poi un secondo colpo preciso per entrare nel green, difeso da cinque bunker. Sul lato destro del fairway c’è una targa che commemora il famoso colpo con cui Arnold Palmer nel 1961 si è assicurato il suo primo British Open, tirando fuori la pallina da un cespuglio e portandola lungo la direttrice vincente.
Hole 17 (par 5, 567 yards)
Occorre un tiro estremamente preciso per eludere due grandi dune di sabbia situate ai lati del fairway ed evitare due bunker nascosti alla sua destra. Il green è lungo, stretto e protetto da tre bunker. Fu in questa buca che Padraig Harrington nel 2008 impose la sua supermazia con un gran colpo che gli consentì di staccare definitivamente Ian Poulter e brindare alla vittoria.
Hole 18 (par 4, 473 yards)
Il Royal Birkdale inizia con una buca impegnativa e finisce con una buca ancor più complessa, un lungo par 4 con un fairway protetto da tre bunker molto insidiosi. Il green è all’ombra dell’Art-Deco-Style Clubhouse. Un gran colpo alla 18 consentì ad un giovanissmo Justin Rose di chiudere da amateur il British Open al quarto posto.
mauro.deriso@oasport.it
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Foto: Twitter Royal Birkdale Golf