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Ciclismo

Tour de France 2017: cosa aspettarci dalla terza settimana? Classifica corta, due tapponi e la cronometro

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La resa finale, le ultime sei tappe: sei giorni di gara che condurranno i corridori del Tour de France 2017 da Le Puy-en-Velay, dove oggi si stanno godendo il giorno di riposo, fino a Parigi e ai Campi Elisi, dove il vincitore potrà finalmente gioire con la maglia gialla sulle spalle.

Attualmente, ci sono 4 corridori in corsa per il successo finale. Da Chris Froome, campione uscente e leader della classifica finale, a Fabio Aru passando per Rigoberto Uran e Romain Bardet. Il britannico è favorito dalla cronometro, dall’esperienza e da una squadra fortissima: ieri, però, ha fatto vedere di avere anche ottime gambe per rientrare sul gruppo dei migliori. Bardet fino ad ora ha provato a metterlo in difficoltà con un paio di attacchi che però non si sono rivelati fruttuosi, mentre Uran è sempre rimasto guardingo e a ruota, senza mai perdere secondi, escludendo la cronometro iniziale in cui sembrava aver gettato alle ortiche il podio finale, sopratutto a causa di una condizione non eccelsa, che poi invece è uscita sulle salite.

Da italiani, non possiamo che avere un occhio di riguardo per Fabio Aru. Purtroppo il passo falso di Rodez lo ha fatto scivolare dalla prima alla seconda posizione in classifica, evidenziando anche le crepe della sua Astana, che purtroppo ha perso per infortunio Dario Cataldo e Jakob Fuglsang, i due uomini più importanti. Il giorno di riposo di oggi è arrivato a pennello, per quanto si è visto: nelle ultime due frazioni Aru non aveva dato segnali di grande brillantezza, con la fatica che probabilmente sta iniziando a farsi sentire a causa di una preparazione che è stata adattata al Tour de France dopo che era nata con l’obiettivo del Giro d’Italia. Da mercoledì, però, può tornare a brillare e magari ripetere quanto fatto a La Planche des belles filles. 

I distacchi minimi in classifica generale (tra Froome primo e Uran quarto ci sono 29”) possono esaltare le prossime giornate di corsa, ma anche sedarle. Il Team Sky ha tutto l’interesse di controllare le due tappe di montagna rimaste, mentre tra gli altri l’unico con una squadra abbastanza completa da aiutarlo a mettere in difficoltà il tre volte vincitore del Tour è Bardet, che però non è ancora riuscito a fare la differenza sulle salite lunghe. I tre inseguitori, ora, sono costretti ad attaccare, in quanto con la cronometro di Marsiglia Chris potrebbe infliggere a tutti e tre un distacco prossimo al minuto, con l’incognita di Uran che però nella prova contro il tempo di Dusseldorf alla prima tappa ha perso molto terreno.

E il terreno per fare la differenza, i corridori, lo troveranno nelle giornate di mercoledì e giovedì. La 17esima tappa ricalca un percorso classico da Tour de France con Col de la Croix de Fer, Col du Telegraphe e Col du Galibier, con i suoi 2642 metri di quota, prima di 27 chilometri in discesa verso l’arrivo di Serre Chevalier. La 18esima tappa, invece, prevederà l’arrivo in salita dell’Izoard, dove per la prima volta si concluderà una tappa del Tour. Difficile attaccare prima, ma la salita finale con i suoi 14 chilometri al 7,3% di pendenza media (che però negli ultimi 10 km sono sempre oltre il 9%, sostanzialmente) basta e avanza anche per scavare distacchi ampi tra i protagonisti.

Twitter: @Santo_Gianluca

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gianluca.santo@oasport.it

Foto: © ASO/Pauline BALLET

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