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Tour de France 2017: la consacrazione di Warren Barguil. Con Bardet la Francia ha trovato due campioni da corse a tappe

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Dopo gli anni bui del ciclismo francese doveva arrivare una rivalsa per il Paese che ospita la più grande corsa a tappe del mondo ed uno dei più grandi contingenti di professionisti: mentre gli altri si davano battaglie per vittorie non sempre lecite, nel silenzio la Francia coltivava una nuova generazione, quella degli anni ’90, che in pochi anni ha saputo risollevare le sorti di tutto il movimento nazionale.

Oggi è arrivata la consacrazione definitiva di Warren Barguil, venticinquenne bretone che si è preso la tappa dell’Izoard e la maglia a pois, mai come quest’anno attribuita ad un grande scalatore, in grado di accumulare punti e di vincere sia partendo in fuga che staccando tutti i migliori del lotto. Barguil, del resto, era un predestinato: nel 2013, alla sua prima grande corsa a tappe, aveva conquistato due tappa alla Vuelta, mentre l’anno dopo si era classificato ottavo nella generale della corsa spagnola. Qualche incidente di troppo, e un po’ di foga legata all’inesperienza, l’avevano privato di soddisfazioni nelle ultime due stagioni, ma quest’anno il talento della Sunweb ha dato dimostrazione del suo grande potenziale: partito senza velleità di classifica, Barguil ha realizzato un Tour strepitoso, che lo ha portato ad entrare nei dieci della generale, a vincere due tappe, a conquistare la maglia a pois e – ci sbilanciamo – probabilmente anche il premio di supercombattivo a Parigi.

Barguil aggiunge un tassello ed ulteriori speranze ai tifosi francesi della Grande Boucle, che intanto conquisteranno un secondo podio consecutivo con Romain Bardet, di appena un anno più grande: dopo il secondo posto dell’anno scorso, il ciclista dell’Alvernia è stato il principale animatore delle due tappe decisive, oltre ad aver già vinto una frazione. Causa lacune nella cronometro, probabilmente non vincerà il Tour, ma dovrebbe centrare un altro podio accanto a due ciclisti ben più esperti.

Il futuro del Tour de France li vedrà certamente protagonisti, senza dimenticare gli altri giovani talenti del ciclismo francese: coetaneo di Bardet, Thibaut Pinot era stato il primo di questa nouvelle vague a salire sul podio del Tour, mentre quest’anno lo ha solo sfiorato al Giro. E che dire di Pierre-Roger Latour, vincitore di una tappa della Vuelta lo scorso anno e compagno validissimo per Bardet, nato nel 1993 e destinato a grandi cose.

Oltre alle corse a tappe, la Francia può contare su altri validi ciclisti, tutti nati negli anni ’90: per le volate ci sono Arnaud Démare (vincitore di una tappa quest’anno e già incoronato alla Milano-Sanremo) e Nacer Bouhanni (plurivincitore a Giro e Vuelta), per le classiche Julian Alaphilippe, assente al Tour per infortunio, e l’emergente Lilian Calmejane, allievo prediletto di Thomas Voeckler e già vincitore di tappa a Vuelta e Tour. Per chi poi voglia un nome per il futuro più remoto, consigliamo di seguire David Gaudu: classe 1996, bretone come Barguil, vincitore del Tour de l’Avenir 2016 e già inserito nelle fila dell’Fdj, l’ultimo degli enfants terribles di Francia.

giulio.chinappi@oasport.it

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Immagine: Warren Barguil (Facebook)

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