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Atletica, Mondiali 2017 – Il crac di Usain Bolt, il volo di Kuchina, Mo Farah battuto, bordata di Vetter, Mayer 10 fatiche: che sabato sera!
Un sabato sera letteralmente spaziale allo Stadio Olimpico di Londra dove si è disputata la penultima giornata dei Mondiali 2017 di atletica leggera. Sono stati assegnati sette titoli tra grandi sorprese, colpi di scena e prestazioni da urlo.
4X100 METRI (maschile):
L’epilogo più brutto di una carriera monumentale, unica, irripetibile, leggendaria: Usain Bolt si è infortunato durante l’ultima frazione dei 4x100m ai Mondiali 2017 di atletica leggera! Un copione da incubo per il Fulmine, per l’Uomo più veloce della Terra, che ha salutato il pubblico che tanto lo ha amato con un incidente di percorso, impronosticabile e davvero imprevedibile!
Il giamaicano ha ricevuto il testimone ed era in piena lotta per la vittoria della staffetta, l’ultima gara di sempre, ma dopo pochi metri Usain ha iniziato a zoppiccare vistosamente e si è accasciato a terra! Lo Stadio Olimpico di Londra non poteva credere a quello che stava guardando: il più grande di sempre, il più forte di tutti i tempi, l’icona dell’atletica leggera non è riuscito a terminare la sua ultima fatica e ha concluso con un mesto “do not finish”, cosa mai capitatagli in tutta la vita. Non è riuscito così a chiudere con la vittoria dopo lo smacco subito nella prova individuale conclusa con il bronzo.
Bolt si è poi alzato toccandosi la parte posteriore della coscia sinistra e ha abbandonato la pista sui suoi piedi ma è l’addio più brutto immaginabile. Ad approfittare della situazione è stata la Gran Bretagna che in casa è riuscita clamorosamente a vincere la medaglia d’oro (37.47) battendo i favoritissimi USA. L’ultima frazione di un pazzesco Nethaneel Mitchell-Blake ha contenuto Chris Coleman, argento sui 100m. A fare festa sono anche Chijindu Ujah, Adam Gemili e Daniel Talbot mentre lacrime amare per Justin Gatlin, Campione del Mondo dei 100m, che non è riuscito a chiudere con la doppietta.
La Giamaica era messa bene grazie a una prima frazione strepitosa di Omar McLeod (Campione del Mondo dei 110m ostacoli) seguito da un grande Julian Forte. Yohan Blake non strepitoso ma questa volta è mancato proprio Usain Bolt che chiude senza la medaglia, chiudendo la carriera con 14 podi iridati. Il bronzo finisce così al collo di un sorprendente Giappone (38.04 per Tada, Iizuka, Kiryu, Fujimitsu).
SALTO IN ALTO (femminile):
Il pronostico della vigilia è stato confermato ma la gara è stata davvero bellissima e combattuta, in maniera inattesa considerando quanto visto in stagione. Mariya Kuchina-Lasitskene si è meritatamente laureata Campionessa del Mondo ma oggi ha dovuto sudare il suo trionfo complice un inatteso errore a 1.99, misura superata al primo tentativo dall’ucraina Yuliia Levchenko e dalla polacca Kamila Licwinko.
A quel punto la Campionessa del Mondo in carica ha dovuto rimboccarsi le maniche e ha prontamente ruggito a 2.01, alla prima prova. Doveva essere un colpo da scacco matto e invece la Levchenko ha superato la misura al secondo assalto. Si sale addirittura a 2.03 per vincere l’oro e qui l’ucraina non può nulla: Lasitskene vola e legittima il dominio stagionale chiudendo i conti.
Tutti si attendevano l’assalto al record del mondo, già tentato un mesetto fa a Losanna dopo aver piazzato un superlativo 2.06. Lasitskene, però, decide di lasciare stare il mostro sacro Konstadinova (2.09 trent’anni fa) e prova a realizzare il record nazionale facendo alzare l’asticella a 2.08. Arrivano tre nulli netti, segno che oggi Mariya non ne aveva davvero più. Già detto dell’argento dell’ucraina Yuliia Levchenko, il bronzo finisce al collo della polacca Kamila Licwinsko (1.99 alla prima poi due nulli a 2.01 e un fallito tentativo estremo a 2.03).
5000 METRI (maschile):
Mo Farah è battuto! Questa è una delle notizie più importanti di tutti i Mondiali: l’idolo di casa lascia la carriera in pista con una sconfitta, il suo ruolino immacolato viene scalfito proprio all’ultima gara e con questa macchia si dirotterà verso la Maratona.
Dopo cinque anni di vittorie indiscusse e indiscutibili, Mo Farah deve chinare il capo sul traguardo: era dalle Olimpiadi 2012 che vinceva ininterrottamente e infilava doppiette 5000m-10000m, lasciando le briciole agli avversari. Oggi si è presentato ai blocchi di partenza accolto dal solito boato del suo pubblico che lo voleva spingere per la terza accoppiata consecutiva nel fondo e la gara sembrava mettersi tutta in suo favore con dei ritmi blandi.
Al suono della campanella, però, succede quello che non ti aspetti: finalmente un serio gioco di squadra da parte degli africani, l’Etiopia sfrutta i suoi tre uomini per mettere Mo Farah in una gabbia, due avanti e uno dietro. Muktar Edris allunga, Farah non riesce a uscire e il 23enne trionfa! Questo è il primo grande titolo da senior dopo il terzo posto ai Mondiali di campestre nel 2015 e la vittoria sui 5000m nella rassegna iridata juniores di cinque anni fa. Ha battuto Mo Farah dopo un lustro, per di più alla sua ultima gara e in casa sua.
Edris ha vinto in 13:32.79, il britannico si accontenta dell’argento (13:33.22) precedendo di un soffio l’arrembante statunitense Paul Chelimo (13:33.30) che ha cercato di uscire fuori sul rettilineo finale.
TIRO DEL GIAVELLOTTO (maschile):
Gara da misure medie davvero sbalorditive, non arrivano le bordate assolute viste in stagione ma le prestazioni esibite sono state di assoluto spessore. Un livello medio sensazionale che alla fine ha premiato Johannes Vetter, capace di spedire l’attrezzo a 89.89 metri già al primo tentativo. Il 24enne tedesco, quarto alle Olimpiadi di Rio 2016, era esploso in stagione diventando il secondo performer di tutti i tempi alle spalle soltanto della leggenda Zelezny.
Un ragazzo granitico di 100kg e 2 metri di altezza che oggi si è lasciato alle spalle i cechi Jakub Vadlejch (89.73, personale) e Petr Frydrych (88.32, personale) mentre Thomas Roehler, Campione Olimpico e annunciato rivale del connazionale Vetter, si è dovuto accontentare della quarta piazza nonostante una bordata di 88.26! L’eterno Tero Pitkamaki è quinto (86.94), settimo il trinidegno Keshorn Walcott che qui vinse le Olimpiadi 2012 (84.48), ultimo il Campione del Mondo Julius Yeho (76.29).
100 METRI OSTACOLI:
La Regina è tornata! Cinque anni dopo, nel luogo che l’ha consacrata Campionessa Olimpica e che ora la immortala sul tetto del mondo per la seconda volta in carriera dopo il titolo di Daegu 2011. Sally Pearson ha meritatamente trionfato con una prestazione sbalorditiva, dopo tre ostacoli ha iniziato a macinare, si è divorata le barriere e di slancio ha superato Dawn Harper-Nelson che era partita decisamente meglio. L’australiana di Sydney si è imposta in 12.60 con grande determinazione e un gesto tecnico davvero perfetto, quasi incredula per quanto fatto: si è ripresa dopo due infortuni problematici e dopo due anni in apnea si è ripresa il posto che le spettava. Dopo il traguardo un’esultanza sfrenata che ha scaldato tutto il pubblico.
Si è replicato lo scontro diretto che un lustro fa infiammò la capitale britannica: la statunitense Dawn Harper-Nelson (argento in 12.63), infatti, anche quella volta era stata battuta proprio dalla Pearson dopo che aveva vinto l’oro olimpico a Pechino 2008 ma per lei la maledizione del titolo iridato continua. La 33enne si è lasciata alle spalle la pazzesca Pamela Dutkiewicz (12.72), 25enne tedesca che in inverno era stata terza agli Europei indoor. La statunitense Kendra Harrison, primatista mondiale (12.20 lo scorso anno), è rimasta con un pugno di mosche in mano e ha concluso soltanto al quarto posto (12.74) davanti alla connazionale Christina Manning (12.74).
DECATHLON:
Kevin Mayer succede all’era Ashton Eaton, primatista mondiale che aveva vinto gli ultimi due titoli iridati e olimpici. Il ritiro all’improvviso dello statunitense ha rimescolato le carte e il francese ha saputo approfittarne immediatamente. Il 25enne, vicecampione olimpico e d’Europa, ha dominato agevolmente le due giornate di gara e ha rifilato oltre duecento punti di distacco al secondo classificato.
Un assolo superlativo del ragazzo di Arguentil che ha dilagato nelle ultime tre gare: tra asta, giavellotto e 1500m ha completato l’opera respingendo qualsiasi velleità degli avversari. Kevin Mayer si impone con 8768 punti (miglior prestazione mondiale stagionali) davanti ai tedeschi Rico Freimuth (8564) e Kai Kazmirek (8488), soltanto quinto l’accreditato canadese Damian Warner (8309) preceduto anche dall’estone Janek Oiglane (8371).
4X100 METRI (femminile):
Gli USA confermano il pronostico della vigilia e trionfano con un ottimo 41.82 (miglior prestazione mondiale stagionale). Le americane non hanno avuto alcun problema, lasciandosi dietro la Gran Bretagna (42.12) grazie al rush finale di Tori Bowie che, dopo il trionfo individuale sui 100m, riesce a fare la doppietta d’oro.
Può festeggiare anche Allyson Felix che diventa l’atleta più medagliata di tutti i tempi ai Mondiali (15 podi, staccato la Ottey) che si è esibita in seconda frazione dopo il podio sui 400m, sul podio anche Aaliyah Brown che aveva aperto la staffetta e Morolake Akinosun che ha corso la terza frazione. Gli USA si confermano così come il quartetto più forte dopo il trionfo di Rio 2016 mentre la Giamaica non riesce proprio a risorgere ed è soltanto terza (42.19 per Levy, Morrison, Facey, Forbes non ha gareggiato Thompson).