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Basket, Torneo dell’Acropoli 2017: Italia battuta dalla Serbia ma poco importa. Bella prova degli azzurri: passo avanti rispetto a Tolosa

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La reazione che ci aspettavamo c’è stata, eccome. A vincere la prima partita del Torneo dell’Acropoli è la Serbia per 65-73 ma poco importa. Quello che contava era la prestazione dell’Italia e da questo punto di vista il risultato è più che positivo. Gli azzurri hanno giocato una bella partita, entrando in campo con la faccia giusta, attenti e concentrati. In attacco il pallone si è mosso mentre in difesa la squadra di Ettore Messina ha messo tanta energia in campo. Una bella prestazione, da cui ripartire nel viaggio verso l’Europeo dopo la debacle di Tolosa.

L’inizio è positivo per l’Italia, che reagisce al 5-0 serbo iniziale con un controparziale di 7-0 guidato da Belinelli e Datome ma che in realtà parte dalla difesa, con alcune palle recuperate che danno ritmo all’attacco. Sotto canestro però, soffriamo come sempre la fisicità dei lunghi avversari. Il problema si accentua se contro c’è un giocatore come Boban Marjanovic: la difesa azzurra non può nulla contro i suoi 222 centimetri ed il serbo nel primo quarto realizza 12 punti con 6/8 dalla lunetta, frutto di cinque falli subiti (due di Cervi e Cusin). Escluso il pivot dei Denver Nuggets, però, gli azzurri lavorano bene, costringendo la Serbia ad azioni lunghe con la palla ferma su un solo lato dell’attacco. È un’altra Italia rispetto a quella vista a Tolosa: energia ed attenzione in difesa portano a passaggi deviati, tocchi, palle recuperate. L’attacco non può che beneficiarne. Soprattutto, l’Italia nel secondo periodo riesce anche a limitare i falli commessi. All’intervallo è la Serbia a chiudere avanti (38-40) ma va bene così: i nostri avversari si sono guadagnati i punti realizzati, piuttosto che sfruttare regali ed errori banali dell’Italia.

Nella ripresa è l’Italia a cominciare in maniera aggressiva: la difesa si chiude bene sui lunghi e vince le lotte a rimbalzo, in attacco ci pensano Belinelli, Datome e Hackett a centrare il bersaglio grosso da lontano (49-42). La Serbia ha tanta qualità e Djordjevic rimanda in campo Marjanovic che ricomincia la mattanza: i nostri lunghi fanno di tutto per contenerlo e quando ci riescono il serbo è bravo a cavarsela con la sua tecnica. Una tripla di Aradori interrompe il parziale negativo (54-54). Il finale di quarto, però, è tutto di Bogdanovic, che propizia un parziale che si estende anche all’inizio del quarto periodo (56-64). L’Italia prova ad aggrapparsi alle giocate di Datome e Belinelli e la tripla di Filloy (63-69). Gli azzurri tentano la rimonta ma la speranza si spegne sugli errori da lontano di Melli, Datome e Belinelli, nonostante una buona costruzione. A 31″ dalla fine Messina decide che va bene così mettendo in campo le seconde linee. Vince la Serbia 65-73.

Una bella prova dell’Italia, aldilà della sconfitta, l’aspetto meno importante dell’impegno di oggi. Gli azzurri hanno giocato bene e tenuto il campo, senza mollare mai e reagendo agli strappi della Serbia. La cosa che più aveva preoccupato a Tolosa, infatti, era stata la concentrazione ma oggi il miglioramento si è visto. La partita ha offerto anche uno spunto sulla nuova rotazione del reparto lunghi: colui che ha risentito del ritorno di Cusin è stato Baldi Rossi, non entrato oggi, al quale è stato preferito Burns. Questi due, insieme a Cervi, sono in lotta per due posti. Domani contro la Grecia ne sapremo di più.

 

Il tabellino:

ITALIA – SERBIA 65-73 (24-22, 14-18, 18-19, 9-14)

Italia: Hackett 5, Della Valle, Belinelli 20, Aradori 11, Filloy 6, Biligha, Melli 6, Pascolo, Cusin, Cervi 2, Abass, Burns 4, Datome 9. N.E.: Cinciarini, Baldi Rossi

Serbia: Macvan 5, Bogdanovic 10, Lucic 12, Milosavljevic 2, Bircevic, Stimac 6, Micic 6, Guduric 3, Jovic 2, Kuzmic 6, Marjanovic 21

 

alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: Ciamillo Archivio FIP

 

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