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Coni, gli sport “minori” chiedono meno soldi al calcio

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Ieri, nel corso della Giunta Nazionale del Coni, il neopresidente della Fidal (Federazione Italiana Atletica Leggera) Alfio Giomi ha formulato una proposta ribadita oggi in Consiglio e ripresa dal Fatto Quotidiano

É arrivato il momento di rivedere i criteri di ripartizione dei fondi del Coni: non ci sono più i presupposti perché una Federazione sia considerata al di sopra di tutte le altre. Queste le dichiarazioni di Giomi, con un chiaro riferimento alla Figc-il cui presidente Giancarlo Abete era assente-che incassa annualmente circa il 18% dei contributi che lo Stato destina al Coni. A livello di cifre, ad esempio, la Figc nel 2012 ha incassato 62 milioni di euro, mentre la Fidal-seconda in questa graduatoria-si è fermata a 4.5. Questa disparità è dovuta anche al “nuovo ordinamento” introdotto nel 2006, anno nel quale il Totocalcio passò nelle mani dei Monopoli di Stato, facendo perdere autonomia finanziaria al Comitato Olimpico; da allora, il ministero passa al Coni una quota fissa, il cui 18% è destinato alla Figc.

Si tratta di un’esigenza chiaramente condivisa, il 95% dei presidenti sta dalla mia parte”, si dice sicuro Giomi.  L’idea è invece giudicata inopportuna da Gianni Petrucci, ora numero uno della Federbasket, che fa notare come la Figc utilizzi i contributi unicamente per l’attività giovanile e dilettantistica, senza versare nemmeno un euro alle società professionistiche; per Giomi, comunque, l’importante era “avviare una riflessione sull’argomento”, con l’auspicio che la commissione di undici membri adibita ai criteri di ripartizione dei fondi decida di rivederli.

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