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Ciclismo
Vuelta a España 2017: Miguel Angel Lopez domina Sierra Nevada! Nibali prova, ma Froome guadagna terreno
La montagna che partorisce il topolino. La temutissima tappa di Sierra Nevada, 129 chilometri con partenza da Alcala la Real, non ha prodotto grandi distacchi nelle posizioni nobili della classifica generale della Vuelta a España 2017, lasciando una situazione praticamente invariata con il Team Sky che è perfettamente riuscito a gestire la situazione in favore di un Chris Froome che non è mai stato chiamato ad entrare in azione in prima persona. Vittoria di Miguel Angel Lopez: anche gli ultimi dubbi su questo 23enne sono stati spazzati via sull’ascesa finale, in cui è stato il più forte.
Attacchi ed altissime velocità nella prima ora di corsa, percorsa ad oltre 51 di media: alla fine si sono avvantaggiati Edward Theuns (Trek-Segafredo), Matteo Trentin (Quick Step), Tom Van Asbroeck (Cannoondale-Drapac), Sander Armée (Lotto-Soudal), Lluis Mas (Caja Rural-Seguros RGA), Anthony Perez, Stéphane Rossetto (Cofidis) e Nelson Oliveira (Movistar). Trentin ha raccolto quattro punti al traguardo volante di Granada ma il margine di questo gruppetto non è mai decollato grazie al lavoro dell’Astana, che ha stabilizzato il divario nell’ordine dei 2′.
L’azione della squadra kazaka è perdurata anche sull’Alto de Hazallanas, dove si è frazionato anche il gruppetto dei fuggitivi. Armee si è presto ritrovato da solo al comando, dopo aver staccato senza particolari problemi tutti i compagni d’avventura. Dal gruppo dei big, sempre piuttosto numeroso, hanno attaccato nomi pesanti: Romain Bardet (AG2R La Mondiale), Adam Yates (Orica-Scott) e Steven Kruijswijk (LottoNL-Jumbo), inframezzandosi tra Armee e il gruppo.
Dopo la discesa, a 30 chilometri dal traguardo è iniziata la lunga ascesa finale. Il primo Gpm, l’Alto del Purche, ha mutato la situazione. Davanti gli inseguitori hanno raggiunto la testa della corsa e sfruttando le alte pendenze Yates è riuscito a fare una netta differenza rispetto agli altri attaccanti, transitando in cima con oltre un minuto di vantaggio su Bardet e sopratutto Miguel Angel Lopez (Astana) e Alberto Contador (Trek-Segafredo), che ha rotto gli indugi a 26 chilometri dall’arrivo portando con sé il giovane colombiano, mentre Kruijswijk era rimasto poco più avanti.
Chris Froome ovviamente non ha risposto e il Team Sky si è limitato a controllare il ritmo, senza mai concedere più di 30”, distacco che si è mantenuto fino al Gpm, dove di fatto è iniziata la seconda scalata a Sierra Nevada. Sulle prime rampe il vantaggio degli attaccanti è aumentato: con Yates sempre in testa e forte di un minuto di vantaggio, Contador, Lopez e compagnia sono arrivati ad avere circa 60” sul trenino della Sky, con Froome sempre ben coperto.
A 13 chilometri dal traguardo Vincenzo Nibali ha portato il primo attacco: Moscon ha subito lasciato la testa del gruppo, dove invece si è messo Mikel Nieve. Il ritmo del basco, pur senza reagire immediatamente, ha tenuto Nibali a massimo 100 metri, per poi andare a riassorbirlo circa 3 chilometri dopo, con lo Squalo quasi costretto a desistere a rialzarsi per favorire il ricongiungimento.
Superata quota 2000 metri Yates ha cominciato a fare fatica e il gruppetto alle sue spalle si è avvicinato pesantemente: Lopez, una volta capita la situazione, ha stroncato la resistenze di Contador, Bardet e Kruijswijk con un’accelerazione secca, riportandosi su Yates a 4 chilometri dall’arrivo e staccandolo poco dopo. Dopo un successo maturato nel finale, eccone uno costruito già lontano dal traguardo, con una scalata finale da autentico fenomeno che a 23 anni inizia a preoccupare anche i grandissimi del ciclismo mondiale.
Ilnur Zakarin ha chiuso in seconda posizione, scattando a circa 1500 metri dal traguardo: grazie anche all’abbuono, il russo della Katusha-Alpecin ha scavalcato Wilco Kelderman (Sunweb), dietro di lui sul traguardo a una decina di secondi, in classifica generale salendo al terzo posto. Chris Froome ha chiuso in quinta posizione, dietro anche a Chaves (Orica-Scott), ma incrementato il suo vantaggio su Nibali, che nel finale ha perso 6” dal rivale, provato probabilmente dallo scatto operato a metà salita.
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gianluca.santo@oasport.it
Foto: © Unipublic/Photogomez Sport