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Ciclismo

Giro d’Italia 2013: Uran, l’anti Nibali

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Tra continui colpi di scena, il Giro d’Italia 2013 si avvia alla settimana decisiva con un’unica certezza: la leadership di Vincenzo Nibali. Com’è noto, i due rivali all’apparenza più accreditati, ovvero Bradley Wiggins e Ryder Hesjedal, sono anticipatamente tornati a casa dopo aver vissuto una serie di giornate non certo indimenticabile; in più, il maltempo non sembra intenzionato ad abbandonare i girini-nome quanto mai appropriato, considerando le condizioni meteo-, mettendo a serio rischio alcune delle grandi montagne.

C’è però qualcuno intenzionato a far vacillare anche quell’unica certezza. Se di Cadel Evans, ovvero il rivale più prossimo allo Squalo, si sa praticamente già tutto (pur con il perenne vizio, da parte di giornalisti e tifosi, di dimenticarsi di lui), Rigoberto Uran è un altro nome a cui prestare la massima attenzione. Uran, anzi Urán (come sarebbe la grafia corretta), si è preso sul campo la fascia di capitano della Sky, prima ancora del ritiro di Wiggins; è ora terzo in classifica, a 2’04” dalla maglia rosa, e la grande azione fatta sul Montasio non può lasciare tranquillo Nibali in vista delle prossime tappe alpine. Certo, c’è da dire che sull’altopiano del Friuli il colombiano era anche meno “controllato”: tutti si aspettavano Wiggins, nessuno pensava seriamente, in quel momento, che Urán potesse rappresentare un pericolo per la classifica generale, dunque ha goduto di una certa libertà d’azione la quale, giocoforza, gli mancherà nelle giornate a venire.

Il distacco cronometrico della medaglia d’argento olimpica si spiega con il grosso rimpianto di aver lasciato per strada 1’36” nell’insidiosa tappa di Pescara, a cui si somma il prevedibile minuto e mezzo accumulato nella cronometro del giorno successivo, un risultato comunque discreto: comunque, Rigoberto ha già annunciato battaglia sulle prossime salite, per quanto questi tre minuti persi in due giorni potrebbero risultare davvero decisivi quando a Brescia si faranno i conteggi finali. Al suo fianco, una Sky che rimane uno squadrone nonostante le performance poco esaltanti di queste prime due settimane. C’è però l’interrogativo d’obbligo in questi casi: riuscirà Urán a correre da leader? Di fatto, è la prima volta, nella giovane carriera, che gli capita una situazione del genere, ovvero di poter effettivamente vincere una grande corsa a tappe. La pressione, a volte, può giocare brutti scherzi.

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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