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F1, Mondiale 2017: affidabilità eccelsa finora per Ferrari e Mercedes. Un minimo guasto potrebbe risolvere la contesa

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Sebastian Vettel contro Lewis Hamilton, Ferrari contro Mercedes. In un campionato quanto mai combattuto e indecifrabile con i due contendenti distanti solamente 3 punti a sette appuntamenti dalla conclusione, saranno i dettagli a fare la differenza. Il minimo errore, a questo punto, rischia di costare doppio, se non triplo. Gli sviluppi in fabbrica saranno in grado di portare alla vittoria una scuderia, o meno, come il non avere intoppi meccanici sarà, assolutamente, fondamentale.

Da questo punto di vista, almeno fino a questo momento, i due contendenti al titolo 2017 possono dormire sonni tranquilli. L’affidabilità dalla W08 per quanto riguarda la Mercedes, e della Sf70H per la Ferrari, è a livelli davvero eccellenti. Lo si era visto sin dai test pre-stagionali di Barcellona, nei quali le due scuderie avevano percorso una enormità di chilometri senza il minimo balbettio, e la stagione lo ha confermato in maniera particolare.

E’ sufficiente guardare i numeri. Nei primi 13 Gran Premi di questo campionato, infatti, nessuna delle quattro vetture (contando anche Valtteri Bottas e Kimi Raikkonen) ha chiuso anzitempo una gara per problemi meccanici, tecnici o riguardanti la Power Unit. Gli unici ritiri portano la firma dei due finlandesi, per colpa dell’incidente in curva 1 del GP di Spagna che eliminò entrambi e per il contatto sempre tra di loro e sempre al via di una corsa, ma questa volta a Baku, che è costato il ritiro di Raikkonen.

In poche parole Ferrari e Mercedes hanno saputo mettere in pista una vettura solida, performante e spinta da un motore che non rompe mai (gli unici intoppi, fino ad oggi, li ha avuti la casa di Brackley con due sostituzioni del cambio). Un trend, tuttavia, che affonda le sue radici già negli anni scorsi. Le “Frecce d’argento”, per esempio, arrivano da stagioni all’insegna della continuità. Basta pensare ad un anno fa. Alla super-sfida interna Nico Rosberg-Lewis Hamilton che, in 21 GP, li costrinse ad un solo ritiro. A Sepang, infatti, il motore dell’inglese andò a fuoco e consegnò virtualmente il titolo al rivale. Nel GP di Spagna entrambi finirono le loro fatiche dopo appena tre curve, ma per il famoso incidente che costò loro gli strali di Toto Wolff e dirigenza. Nel 2015 i ritiri furono tre (Rosberg a Monza ed in Russia e Hamilton a Singapore), dopo un 2014 dominato a sua volta, ma con comunque cinque ko (tre per l’inglese e due per il tedesco).

La Ferrari, invece, sotto questo punto di vista ha mosso passi in avanti notevoli. Nella scorsa annata, infatti, la SF16H si dimostrò parecchio fragile con Vettel che nemmeno partì a Sakhir con il motore esploso già nel giro di ricognizione (mentre in altre tre occasioni finì anzitempo per colpa di incidenti vari) mentre Raikkonen accusò diversi problemi con quattro ritiri ma anche diverse partenze nelle retrovie per sostituzioni di parti del propulsore. Lo step evolutivo da questo inverno in avanti è stato impressionante. La scuderia di Maranello è stata in grado di raggiungere in competitività i rivali della Mercedes ma, allo stesso tempo, di allestire una vettura solida e quasi mai in difficoltà.

A questo punto ai due team, ed alle case madri, non rimarrà che ribadire la loro forza negli ultimi 7 appuntamenti stagionali. Da un lato troviamo la Ferrari con ancora a disposizione una evoluzione del motore, mentre dall’altra la Mercedes che ha portato proprio a Monza la sua ultima Power Unit prima di incorrere in una penalità. Gli anglo-tedeschi dovranno essere bravi a ruotare i vecchi propulsori durante i fine settimana per non rischiare di incappare, proprio in questo delicato finale di stagione, in un ritiro che, come detto in precedenza, peserebbe tantissimo nella rincorsa iridata. Ferrari contro Mercedes. Vettel contro Hamilton. Non vincerà solamente il più bravo o il più veloce, ma anche il più costante e colui che non avrà problemi tecnici. Da quì fino ad Abu Dhabi capiremo chi la spunterà.




 

alessandro.passanti@oasport.it

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