Ciclismo
Vuelta a España 2017, l’Angliru ai raggi X. Una salita terribile, paragonabile a Mortirolo e Zoncolan
Una salita terribile, posta alla fine di un percorso durissimo. Non poteva esserci chiusura più entusiasmante alla Vuelta a España 2017 con gli organizzatori che sono riusciti a trovare 21 tappe ideali per emozionare il pubblico sulle strade e a casa. Domani, nella ventesima frazione della corsa iberica, ci sarà l’ultimo grande spauracchio: l’Alto de Angliru, una delle salite più dure di tutta la Spagna.
Paragonabile allo Zoncolan o al Mortirolo (le ascese più temute nel Bel Paese) sia per lunghezza che per pendenze: 12.5 chilometri praticamente al 10% di pendenza media, con tratti che vanno ben oltre il 20% (in corrispondenza della Cueña Les Cabres sono posti 500 metri al 23.6%). Il tratto centrale è davvero mostruoso: non c’è spazio per rifiatare, un vero e proprio muro.
Sono ben sei i precedenti sull’Angliru nelle passate edizioni della Vuelta: la salita è stata scoperta nel 1999 quando vinse il padrone di casa José María Jiménez. L’anno successivo fu la prima volta del Tricolore italiano in cima al mostro iberico con Gilberto Simoni. Di recente (2011 e 2013) l’Angliru è stato decisivo in chiave vittoria finale: Juan José Cobo riuscì a stanare il Team Sky di Wiggins e Froome, Chris Horner invece staccò Vincenzo Nibali.
Domani ci sarà lo scontro diretto: Froome in maglia rossa attende gli attacchi di Nibali, ma chi potrà sorprendere tutti sarà Alberto Contador, che questa salita la conosce benissimo (vittoria per lui nel 2008).