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Ciclismo

Vincenzo Nibali, uno Squalo indomabile. Podio al Giro e alla Vuelta, a 32 anni ancora al vertice mondiale

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Vincenzo Nibali ha conquistato un prestigioso secondo posto alla Vuelta di Spagna 2017, salendo nuovamente sul podio dell’amata corsa iberica che aveva già vinto nel 2010. Lo Squalo aveva incominciato proprio da qui la sua rincorsa verso la Triplice Corona, dalla maglia rossa di sette anni fa era partito il suo cammino che lo ha poi portato a conquistare anche Giro d’Italia e Tour de France entrando tra i magnifici sei capaci di vincere le tre grandi corse a tappe per almeno una volta in carriera.

Il siciliano, nonostante le 32 primavere e uno stato di forma che sembra essere in leggero calo, ha dimostrato ancora una volta di essere tra i più grandi ciclisti dell’ultimo decennio, un emblema di coraggio, grinta, cuore, un esempio di forza e bravura, un uomo capace di andare oltre ogni ostacolo e di cercare sempre l’impresa per regalare qualcosa di davvero unico al proprio pubblico. I numeri d’antologia di Nibali sono già di diritto nella storia del ciclismo e anche in questa Vuelta ha provato ad azzannare Chris Froome ma non è tuttavia riuscito a impensierirlo come avrebbe voluto, cedendo poi sulle ultime rampe dell’Angliru e consegnando definitivamente il trionfo al rivale britannico.

Durante questa stagione, però, Enzo era salito anche sul podio del Giro d’Italia, un onorevole terzo posto alle spalle del vincitore Dumoulin e di Quintana al termine di tre settimane in cui ha sempre cercato di fare la differenza con il suo entusiasmo e con la sua caparbietà. Siamo davvero di fronte a uno Squalo indomabile che si è confermato ancora una volta ai vertici del ciclismo internazionale, capace di tenere testa ai migliori interpreti ribadendo che il suo talento è cristallino, limpido come i tanti successi che ha ottenuto in una carriera fantasmagorica.

Soltanto Chris Froome, trionfatore al Tour de France e alla Vuelta, è riuscito a salire sul podio di due grandi corse a tappe nel corso di questa stagione oltre naturalmente a Vincenzo Nibali. Questo dato certifica quanto il messinese sia davvero al top mondiale, un’icona del pedale, un monumento del ciclismo italiano che va preservato e ringraziato per ogni singola azione. La vittoria ad Andorra, la bella azione a Los Machunos (ha inflitto 40” di distacco a Froome), la difesa nella cronometro, i denti stretti sulle salite lampo che hanno caratterizzato la corsa: lui c’è sempre stato con grande classe, erede di un ciclismo sempre più raro, emozionalmente epico proprio come Contador, icone di stile e di azioni impossibili che rimangono impresse nella mente.




 

(foto  © Unipublic/Photogomez Sport)

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