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Vela, l’Italia è in crescita ma ai Mondiali fa ancora tanta fatica. Il Nacra 17 l’unica nota lieta

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Con la fine della rassegna iridata della classe RS:X (oggi le Medal Race) si chiude l’annata 2017 della vela italiana. Un anno particolare, il primo del quadriennio olimpico. 12 mesi fa l’Italia si leccava le ferite per la delusione, l’ennesima della sua storia, alle Olimpiadi di Rio, mentre ad un anno di distanza sono già state gettate le basi in vista di Tokyo. Sono arrivati risultati importanti, anche nelle classi meno attese, alcune realtà si sono confermate, altre sono emerse. Le difficoltà storiche, però, ci sono ancora, come il rendimento in Medal Race, ed i velisti azzurri che continuano a pagare qualcosa ai Mondiali.

Partiamo proprio dalla classe RS:X. A livello femminile la leader indiscussa è Flavia Tartaglini, che dopo aver sfiorato l’oro olimpico (sfuggito proprio nella oramai famosa Medal Race), si è ben comportata quest’anno, centrando il bronzo agli Europei. Nella rassegna iridata che volge al termine, però, la romana ha pagato una squalifica in avvio che l’ha costretta alla rimonta, vanificando sin da subito i sogni di gloria. Lo stesso dicasi a livello maschile, con Mattia Camboni terzo agli Europei e mai in corsa per la regata decisiva ai Mondiali. Un risultato iridato deludente con una nota positiva data dal fatto che a Tokyo la Medal Race dovrebbe essere ad eliminazione diretta, come già sperimentato – con successo per gli italiani – alla rassegna continentale.

Discorso simile per la classe 49er. Jacopo Plazzi e Andrea Tesei sono saliti sul gradino più basso del podio agli Europei mentre ai Mondiali hanno chiuso decimi, risultato comunque positivo. Peggio, invece, hanno fatto Uberto Crivelli Visconti e Gianmarco Togni, passati dal 9° posto continentale al 25° mondiale. O ancora nel Laser Standard, dove Francesco Marrai, dopo una stagione da assoluto protagonista (vittoria al Princesa Sofia, secondo in Coppa del Mondo), ha chiuso il Mondiale al nono posto complice una brutta partenza. Mondiale che stava sorridendo al suo compagno Giovanni Coccoluto, stabile in top ten prima di crollare al 38° posto dopo una giornata da incubo.

Risultati che comunque presentano lati positivi. Come nella classe 470, la più sorprendente di questo 2017. I giovani Giacomo Ferrari e Giulio Calabrò sono saliti alla ribalta centrando il terzo posto alle finali della Coppa del Mondo ed il decimo agli Europei. Ai Mondiali i due azzurri hanno fatto ancora meglio, piazzandosi sesti. Mondiali che hanno sorriso, a livello juniores, a Ilaria Paternoster e Bianca Caruso, bronzo davanti a Benedetta Di Salle ed Alessandra Dubbini. Elena Berta e Sveva Carraro, invece, hanno vinto l’argento agli Europei mentre ai Mondiali non sono andate aldilà del 16° posto. Una classe 470 che fa ben sperare, dunque, specie considerando che dodici mesi fa era considerata la ‘pecora nera’ della vela italiana.

Un ruolo che quest’anno sembra spettare alla classe Finn, dove gli azzurri non sono riusciti ad essere competitivi nemmeno a livello continentale, così come nel 49erFX. Anche il Laser Radial, poi, ha deluso nel confronto con il resto del Mondo: Silvia Zennaro, infatti, dopo un’annata positiva in cui si è giocata il podio a Santander ed ha vinto il prestigioso Kieler Woche, ha chiuso la rassegna iridata al 30° posto.

L’unica eccezione è data dalla classe Nacra 17, in cui l’Italia ha dominato la scena mondiale grazie alla neonata coppia Ruggero Tita e Caterina Banti, nata tra mille polemiche. I due hanno lavorato con grande tenacia, in silenzio, rispondendo alle critiche in acqua. Dopo aver ottenuto buoni risultati durante l’anno hanno dimostrato di sapersi adattare bene all’introduzione dei foil, centrando il titolo europeo ed il terzo posto mondiale. Un bronzo che poteva essere oro se non fosse stato per un incidente in Medal Race, guarda caso…

Un’annata tutto sommato positiva. In alcune classi c’è ancora tanto da recuperare, in altre da limare solo qualche dettaglio. Il 2017 in ogni caso è servito per creare una base in vista di Tokyo. Una base che potrebbe arricchirsi di giovani brillanti e talentuosi che già bussano alla porta dei grandi. Come Federico Colaninno e Mattia Savio nella classe Finn, le ragazze sopracitate nel 470, Marta Maggetti e Veronica Fanciulli così come Carlo Ciabatti nella classe RS:X. Ora tocca fare quel passo in più e cominciare a competere in maniera stabile a livello mondiale: manca molto per arrivare a Tokyo e la speranza è che le attese create quest’anno non vengano poi deluse nel momento più importante, come troppo spesso è accaduto.

 




 

alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: pagina Facebook Ruggero Tita Trentino Sailing

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