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Pallanuoto
Pallanuoto, Stefano Tempesti: “Le regole della pallanuoto non si toccano! Recco e Settebello mi hanno dato tutto. Tokyo 2020? Mai dire mai…”
ESCLUSIVA OA SPORT – Stefano Tempesti non ha bisogno di presentazioni… Lui, l’Airone di Prato, è semplicemente il simbolo della pallanuoto italiana dell’ultimo ventennio, nonché uno dei più grandi portieri della storia del glorioso sport in calottina. L’ennesima stagione agonistica a difesa della porta della super-titolata Pro Recco è iniziata, andiamo quindi a sentire quali sono i pensieri, le sensazioni, i programmi del Capitano: signori e signore, a voi, Stefano Tempesti.
Ciao Capitano. Pronto per la tua 15^ stagione in calotta recchelina? Come procede la preseason?
“La preseason procede benissimo, è come sempre molto faticosa, ma va bene ed è bello così! Le soddisfazioni te le togli poi durante la stagione, per questo è piacevole lavorare duro adesso”.
Impossibile negarlo: la “Pro” vuole, deve tornare a primeggiare anche in Europa. Come si vive a Recco questa dolce condanna perpetua chiamata vittoria?
“Si vive bene. Avere sempre l’obiettivo di vincere, dopo 15 anni agonistici vissuti al top, è la cosa più importante. Sono due anni, non venti, che non si vince in Europa; non primeggia sempre chi è più forte sulla carta, starà a noi farlo, abbiamo davvero tutto per tornare i migliori del Continente”.
In Italia, sarà sempre Brescia l’avversaria n.1 da cui guardarsi?
“Forse quest’anno l’ago della bilancia s’è spostato… Con i tre nostri giocatori a rinforzare la concorrenza, a maggior ragione, non sarà facile: Brescia, BPM e Canottieri saranno avversarie sinceramente toste da superare…”.
A proposito di Campionato italiano, secondo te, il non elevatissimo livello medio delle avversarie nostrane negli ultimi anni può aver condizionato le vostre performance europee? Due stagioni senza Champions sembrano un’eternità dalle vostre parti…
“Senza alcun dubbio, il potersi confrontare costantemente con avversarie del tuo livello, o giù di lì, fa molto. Il gap tecnico fra te e la media delle antagoniste nazionali può condizionare, soprattutto a livello di ‘rodaggio’ in vista delle decisive partite europee”.
I tuoi due grandi amori sportivi sono la Pro Recco e il Settebello. Cosa hai dato e cosa ti hanno dato i colori bianco-celesti-azzurri in tutti questi anni?
“Tutto quello che uno sportivo può desiderare. Una famiglia, un lavoro, la tua passione più grande realizzata. A Recco, ho avuto una continuità unica dai tempi di Eraldo Pizzo, il ‘Caimano’. Grazie al Settebello, poi, sono diventato qualcuno nel mondo, perché è con le Nazionali a Mondiali e Olimpiadi che si consolida la figura di uno sportivo”.
Da storico capitano della Nazionale, che ne pensi della nuova competizione chiamata Europa Cup organizzata dalla LEN in barba alla già presente World League della FINA?
“Non mi posso esprimere oggi, vediamo come va… Posso solo dire che ben vengano più partite per la nostra Nazionale affinché possano far crescere il livello della pallanuoto azzurra. Vedremo, deve comunque vincere il nostro sport, non mi sono mai interessate le eventuali beghe tra LEN e FINA…”.
E delle tanto discusse proposte di cambiamento nei regolamenti internazionali?
“Non si tocchi la pallanuoto tradizionale, non snaturiamola, lasciamo tutto com’è! So che può sembrare un discorso da vecchio, ma veramente qui si corre il rischio di fare tutto un altro sport. E’ come se si volesse far diventare il calcio, futsal: sono due sport diversi, punto!”.
La tua riapparizione in Azzurro ai Mondiali di Budapest ha inevitabilmente fatto scattare una domanda nelle teste degli addetti ai lavori: perché non affiancare Marco Del Lungo fra tre anni a Tokyo? Anche perché ti manca quell’oro in bacheca…
“Mai dire mai… C’è però da valutare il mio futuro alla Pro Recco e quello di pallanuotista. Sarebbe una cosa bellissima, ci mancherebbe, ma ogni anno in vasca che passa aumentano i ‘se’ e i ‘ma’… Potrei smettere pure l’anno prossimo e addio Tokyo, ma se ci saranno le premesse giuste ed io sarò ancora questo Stefano Tempesti, perché no…?!”.
Se non fossi stato l’Airone di Prato della Pallanuoto, in quale ambito (sportivo o non sportivo) ti sarebbe piaciuto eccellere?
“Bella domanda… Sono 30 anni che tutti i giorni vado in piscina e faccio solo questo, quindi non saprei veramente dirti… Mi vedo e mi sono sempre visto solo un portiere di pallanuoto!”.
Cosa vorrebbe fare Stefano Tempesti da grande…?
“Me lo chiedono da 10 anni e fortunatamente sto rimandando sempre… Ogni progetto ‘post’ salta puntualmente, perciò meglio non pensarci oggi, chi vivrà vedrà… Di sicuro, posso dire di avere l’enorme fortuna di avere una splendida famiglia con cui poter trascorrere più tempo”.
giuseppe.urbano@oasport.it
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Foto: Renzo Brico