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Svezia-Italia, Play-off Mondiali 2018: azzurri, ora servono cuore e orgoglio. Ricordiamocelo sempre: siamo l’ITALIA!

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Il giorno del giudizio è arrivati, o catastrofe o gloria, o Paradiso o Inferno, o tutto o niente, o il volo verso la Russia o il crollo nel baratro verso la disfatta totale. L’Italia è pronta per scendere in trincea e affrontare la Svezia nell’andata dei playoff di qualificazione ai Mondiali 2018: questa sera, a Stoccolma, si disputerà soltanto il primo atto della doppia sfida che vale la rassegna iridata ma nella capitale scandinava ci giochiamo già tantissimo, mezzo biglietto per Mosca e dintorni passa assolutamente dal catino gialloblù di Solna dove gli azzurri sono chiamati a una vera e propria impresa in vista del match di ritorno in programma lunedì sera a San Siro.

I ragazzi di Giampiero Ventura, costretti a questo spareggio in virtù del secondo posto maturato nel girone alle spalle della Spagna, devono presentarsi in campo agguerriti, devono tirare fuori le unghie, gonfiarsi il petto d’orgoglio, gettare il cuore oltre l’ostacolo e semplicemente dimostrare ancora una volta di essere l’Italia. La Nazione quattro volte Campione del Mondo, sempre qualificata ai Mondiali ad eccezione del 1958, il Paese in cui il calcio è una filosofia di vita, quello Stivale che da sempre corre dietro a un pallone. Semplicemente l’Italia non può rimanere fuori dalla massima competizione internazionale nel suo sport nazionale: sarebbe uno smacco incredibile che avrebbe una ricaduta anche sull’intera economia, aspetto da scongiurare visti i periodi che corrono senza dimenticare naturalmente l’importanza sportiva che rivesta la rassegna iridata della disciplina più diffusa e praticata a livello globale.

Di fronte avremo gli ostici Vichinghi, una formazione che non eccelle per talento puro ma che può contare su un buon collettivo e che sicuramente saprà metterci in difficoltà con una difesa ben ordinata e con un attacco interessante trascinato dal goleador Berg. Gli azzurri devono aggrapparsi agli spareggi proprio come venti anni fa quando fu la Russia a capitolare sotto i colpi della nostra Nazionale, guidata in porta da Gigi Buffon che proprio in quell’occasione fece il suo debutto: venti anni dopo c’è ancora il nostro numero 1 tra i pali, capitano indiscusso e che vuole entrare nella leggenda conquistando il suo sesto mondiale (impresa mai riuscita nella storia). E poi l’esperienza di Daniele De Rossi a centrocampo dove avremo anche la fantasia di Verratti, la difesa guidata da Chiellini e Barzagli, i gol di Immobile e Belotti (o Zaza).

Testa, cuore, orgoglio, convinzione nei propri mezzi, cattiveria agonistica, la furia cieca di una squadra che sa quello che vuole e che pretende i Mondiali, ci spettano praticamente di diritto per quello che siamo stati e per quello che siamo nell’universo del calcio. “Sarebbe una macchia sul curriculum” per dirla alla De Rossi, un’onta impossibile da eliminare visto che ancora oggi stiamo parlando di quanto successo nel 1958 con l’eliminazione subita contro l’Irlanda del Nord. Siamo l’Italia, non scordiamocelo mai: mettiamo sotto la Svezia e prendiamoci la Russia!

 





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