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MotoGP
MotoGP: la Yamaha di Valentino Rossi con il telaio 2016 in gara a Valencia. Una mossa emblematica del disastroso Mondiale 2017
Un 5° ed un 12° posto. E’ questo il responso dell’ultimo atto iridato del campionato di MotoGP per la Yamaha ufficiale di Valentino Rossi e Maverick Vinales. Una prestazione sconfortante quella della moto di Iwata se paragonata a quella del francese Johann Zarco che, in sella alla moto “vecchia” dello stesso marchio del Team Tech3, è stato in lizza fino all’ultimo giro per la vittoria del GP con Dani Pedrosa.
Nella giornata che ha incoronato Marc Marquez per la sesta volta iridato e la quarta sul tetto del mondo della classe regina, Rossi e soci debbono leccarsi le ferite e riflettere sugli errori commessi. Una moto che inizialmente andava fortissimo con Vinales, vincitore degli appuntamenti in Qatar, Argentina e Francia, finendo però per perdere la rotta. Colpa di Rossi che ha insistito nel cambiare una M1 sulla quale solo lui non si trovava a differenza del compagno di squadra?
Di fatto l’ultimo successo in stagione del team nipponico risale ad Assen (Olanda) quando fu il “Dottore” a prendersi un’altra laurea nell’Università del Motociclismo. Da quel momento tanti problemi con le gomme ed un ruolo da spettatore non pagante nella lotta tra la Honda e la Ducati. Una crisi tecnica senza fine che ha portato quest’oggi, nell’ultima gara, a rispolverare il telaio 2016. E’ proprio Valentino a rivelarlo ai media nel post gara: “E’ stata una mossa molto rischiosa, perché sinceramente avevamo capito che con la 2017 più o meno eravamo lì. Credo che anche con quella sarei arrivato lo stesso quinto, ma forse la gara di oggi ci potrà servire per capire delle cose importanti. Adesso è questo il nostro obiettivo principale, perché abbiamo poco tempo e tanti problemi”.
Una strategia che non ha avuto i risultati sperati visti i 13″ di gap da Zarco, con la M1 “stagionata”. Ma del resto i miracoli non si possono fare dall’oggi al domani e, secondo Rossi, questa è stata una prova comparativa per far capire ai tecnici nipponici in che modo intervenire. E’ evidente: il filo del discorso è stato improvvisamente interrotto e la Yamaha ha l’obbligo di riprenderlo al più presto per essere nuovamente parte del gioco mondiale 2018 altrimenti il rischio di guadarsi sempre più dall’arrivo della Suzuki è piuttosto concreto.
giandomenico.tiseo@oasport.it
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